La buona ergonomia del primo modello viene, senza sorprese, confermata da questa seconda versione, che grazie tra l'altro a una efficace impugnatura, non fa rimpiangere le reflex nonostante le minori dimensioni complessive.
Dimensioni che, come già scritto a proposito di Z7 e Z6-II, impattano negativamente solo sui comandi del quadrante inferiore destro del dorso. La minore altezza totale obbliga infatti a sacrificare un po' il PAD e i pulsanti adiacenti, che nell'operatività Nikon hanno una certa importanza anche in fase di scatto (il pulsante centrale avvia la funzione inseguimento, il pulsante zoom-out la interrompe); l'efficacia in situazioni concitate non è ottimale.
Al pari della Z6-II, anche per questa Z7-II Nikon ha adottato piccoli ma importanti accorgimenti a livello di menu, con il rapido "i" che ora include impostazioni per Area AF estesa + Persone/Animali e Area AF auto + Persone/animali, facilitando molto l'accesso a questa funzione. Il PAD continua però a giocare un ruolo importante – oltre che nella già citata funzione inseguimento, interviene ad esempio nel cambio occhio nel caso si attivi la funzione di riconoscimento automatico.
Peccato che, tra le molte opzioni di personalizzazione, non sia possibile sfruttare diversamente il joystick, ad esempio per cambiare la selezione dell'occhio o per avviare l'inseguimento – scelta strana se si considera che, alla pressione del pulsante del joystick, possono essere assegnate moltissime altre funzioni meno impellenti/pertinenti, come ad esempio l'accensione/spegnimento della griglia di riferimento…
Ancora a proposito di sistema AF, un plauso alla funzione di riconoscimento occhi, che non si lascia ingannare facilmente da ostacoli/occhiali e risulta ormai – di gran lunga – la migliore opzione per la ritrattistica. Altrettanto valido il riconoscimento occhi animali, che può essere messo in crisi solo da fortissimi contrasti / controluce.
Un esempio delle possibilità di recupero.
Come già detto a proposito della Z7, la funzione tracking non rappresenta esattamente lo stato dell'arte. È più che buona in assoluto, ma non tanto quanto quella a bordo delle Sony A7 III e successive, o della più recente EOS R5. Per quanto ci riguarda, questo non sposta molto il giudizio finale. Una simile funzione ha infatti più importanza su modelli ad alte prestazioni, mentre la Z7 II, a dispetto delle elevate prestazioni in scatto continuo, è e rimane prevalentemente una macchina da studio, paesaggio o cerimonia, tutti ambiti in cui un buon Eye-AF è tutto ciò che conta.
L'Eye Tracking non risente di ostacoli temporanei (anche per l'elevata velocità del sistema AF, grazie a cui la Z7 II recupera il soggetto in un lampo) e non si lascia ingannare dagli occhiali.
Anche nella Z7 II sono state implementate le numerose funzioni di scatto disponibili anche sulla Z6 II. Troviamo una potente funzione bracketing (esposizione/flash, bilanciamento del bianco, D-Lighting, fino a 9 fotogrammi), una pratica funzione di esposizione multipla via menu di ritocco, HDR, riduzione dello sfarfallio, ripresa intervallata (si scelgono data e ora di inizio, intervallo di tempo, numero di intervalli e numero di scatti per ogni intervallo), time lapse (si scelgono intervallo di tempo e durata della ripresa) e focus shift. In quest'ultimo caso, lo scatto è automatico, mentre la composizione deve essere effettuata manualmente in post-produzione.
Inoltre, come per D810A e D780 e per la gioia dei paesaggisti, sono disponibili tempi di posa fino a 15 minuti previa attivazione della funzione Tempi di posa estesi (menu Personalizzazioni > d6). Buona, per finire, l'efficacia dello stabilizzatore, che in base al nostro test empirico garantisce 4 stop di vantaggio nello scatto a mano libera.