Quando si parla di Leica ci sono spesso alcuni miti o preconcetti che alla prova dei fatti risultano infondati. In particolare la più recente mirrorless full frame dello storico marchio tedesco, Leica SL2-S, ne sfata alcuni in modo definitivo. Abbiamo già messo alla prova la fotocamera in ambito fotografico e a questo indirizzo "Leica SL2-S: qualità tedesca per foto e video" potete trovare la recensione completa, con tutti i numeri e i risultati delle mire ottiche.
Abbiamo passato un po' di tempo in più assieme a Leica SL2-S per saggiarne più a fondo anche le potenzialità video, che sono metà dell'anima di questa interessante mirrorless. Proprio da questa analisi possiamo sfatare alcuni miti che circondano Leica e in particolare la nuova SL2-S, ne parliamo nel video incorporato qui sotto e più avanti nel testo. A dirla tutta anche noi siamo partiti un po' prevenuti, ma alla prova dei fatti la fotocamera ci ha stupito positivamente.
Leica SL2-S: quattro miti da sfatare
1 - È roba vecchia
Qui c'è da distinguere bene tra i concetti di storico/antico e di semplicemente vecchio. Ma facciamo subito un salto indietro nel tempo.
Siamo nei primi del '900 e a Wetzlar, in Germania, Oskar Barnack lavora per la Leitz, azienda divenuta ormai molto famosa per la produzione di microscopi. Appassionato di fotografia, è al lavoro su un apparecchio da utilizzare per esporre spezzoni di pellicola cinematografica per testare sul campo l'esposizione, con un otturatore con tempo fisso 1/40 di secondo. Il risultato delle esposizioni sono fotogrammi 18x24mm utili per la stampa di ingrandimenti fino al formato cartolina. Barnack va avanti coi suoi studi e le sue prove.
Alcuni dei primi scatti ripresi da Oskar Barnack, tra cui l'alluvione del 1920
L'idea, che risultò poi tanto geniale da divenire poi lo standard per gli anni a seguire, è quella di partire proprio dalla pellicola fotografica, accessibile in grande quantità e a costi accettabili, utilizzandola però in orizzontale e raddoppiando l'area esposta alla luce, per avere la possibilità di ottenere negativi utili per stampe anche di grande formato. Nasce così il formato 24x36mm. Possiamo quindi dire che Leica ha inventato quello che oggi noi chiamiamo 'formato full frame'. Sapete poi perché lo standard della pellicola è quello di 36 pose? Se non lo sapete guardate il nostro video fino alla fine per scoprirlo.
Negli anni Leica ha continuato a cercare innovazione e ha perfezionato alcune tecnologie, fino a divenirne il sinonimo, come nel caso delle fotocamere a telemetro. Resistenti e affidabili le Leica M hanno rappresentato lo strumento d'elezione per il fotogiornalismo.Negli anni ci sono stati altri passi importanti, come ad esempio la piccola rivoluzione creata nel mondo delle fotocamere medio formato digitali operate con Leica S.
Leica ha creduto nelle mirrorless full frame ben prima di quando i due leader del settore reflex (Canon e Nikon) decidessero di sposare questo tipo di fotocamere. L'ha fatto studiando un innesto, quello Leica SL che è stato poi preso tale e quale come base per il sistema L-Mount di cui sono entrati a fare parte due marchi del calibro di Sigma e Panasonic. Non si può certo dire sia roba vecchia.
2 - Non tiene il passo delle concorrenti
Il cuore di Leica SL2-S è rappresentato da un sensore stabilizzato 35mm BSI CMOS, quindi di tipo retroilluminato. Questa tecnologia costruttiva, tra le più recenti, permette di ottenere tempi molto rapidi di lettura e ottime prestazioni sul fronte del rapporto segnale/rumore. Come potete leggere nella recensione curata dal nostro Alberto, il livello di pulizia delle immagini sfornate da Leica SL2-S agli alti ISO è da riferimento: 12.500 ISO per questa macchina rappresentano una normalissima sensibilità di lavoro. Il sensore retroilluminato permette poi di avere una cadenza di scatto che con otturatore elettronico arriva a 25 fotogrammi al secondo.
È anche in ambito video che il sensore retroilluminato fa sentire il suo peso. Con il recente aggiornamento firmware 2.0, che ha introdotto la possibilità di registrare con il codec H.265, SL2-S registra in formato 4K, sia UHD sia DCI, fino a 50/60p, fino a 10-bit con campionamento 4:2:0 su scheda SD oppure a 10-bit con campionamento 4:2:2 su un dispositivo esterno, sfruttando un'area del sensore pari al formato Super 35mm. Scendendo a 25/30p è possibile sfruttare tutta l'area del sensore. I formati di uscita disponibili sono il MOV, ALL-I fino a 400Mbps e Long GOP 150-200 Mbps, oppure l'MP4, in questo caso solo Long GOP fino a 150 Mbps.
In tutti i casi non c'è limite di tempo, ma chi lo desidera può attivare l'utile funzione di segmentazione automatica che divide il filmato in file da 1 minuto, per ridurre l'eventuale perdita di dati in caso di problemi tecnici. Pur registrando a lungo alla massima risoluzione, la fotocamera non ha fatto segnalare episodi di surriscaldamento. Sono supportati poi la gamma Leica L-Log e HLG e, in caso si lavori in Log, la visualizzazione a display e nel mirino con le LUT precaricate; Naturale (risposta piatta), Classic (emulazione Kodachrome), Rec.709 e Rec.2020 (color grading in post-produzione), per una previsualizzazione del risultato finale. Altro punto di forza l'efficace stabilizzazione a 5,5 stop del sensore, molto utile anche in ambito video, dove ha dimostrato un'ottima efficacia.
Parlando di formati video c'è un altro tema sul quale Leica SL2-S ha una marcia in più. La sua apparente essenzialità dal punto di vista del design si traduce in un'interfaccia uomo/macchina davvero efficace. All'opposto delle fotocamere giapponesi ripiene di tasti scorciatoia, Leica SL2-S è teutonica fino al midollo. Potremmo dire che nell'interfaccia di Leica SL2-S troviamo tutta l'eredità del razionalismo tedesco del Bauhaus.
Ecco alcuni esempi. Niente tasti duplicati per Menu e Quick Menu: ne basta uno. La prima pressione apre il menu rapido, la seconda quello completo. La ghiera posteriore di regolazione è cliccabile e quando cliccata fa le veci della ghiera dei modi. Si può passare dalla modalità video a quella foto con un tasto e le interfacce sono separate (la modifica di un parametro in una modalità non influisce sull'altra) e personalizzabili. Tutti tasti sono personalizzabili e non bisogna cercare una voce nascosta nel menu: basta tenerli schiacciati a lungo per modificarne la funzione. Inutile dire che, naturalmente, sono personalizzabili in modo diverso per l'interfaccia video e per quella fotografica.
Abbiamo poi anche il touchscreen, che permette di spostare il punto di messa a fuoco, di interagire con le voci del menu rapido, ma anche di utilizzare gesture, molto comode, ad esempio, per passare da una modalità all'altra e dallo scatto alla riproduzione delle immagini quando la macchina è montata su un cavalletto.
Vi chiederete perché ci siamo messi a parlare dell'interfaccia analizzando i vari formati video: la risposta è nel fatto che l'essenzialità del menu rende chiarissima la scelta tra i vari formati di registrazione. Nessuna strana combinazione da fare tra più voci, come accade a volte sulle fotocamere dedicate ai video. Si sceglie il contenitore video (MOV o MP4), poi la risoluzione e quel punto tutti i formati sono in lista con indicati in modo chiaro tutti i parametri: frame rate esatto, tipologia di compressione (ALL-I o Long GOP), bit rate, campionamento colore, profondità colore, eventuali differenze tra registrazione su scheda e uscita HDMI. Tutto è davvero chiarissimo. Parlando di HDMI, la fotocamera porta a bordo un connettore HDMI Tipo A, oltre a naturalmente jack per il microfono esterno e per le cuffie. Un ulteriore sportello gommato dà accesso alla porta USB-C, utile sia per la connessione al PC, sia per la ricarica della batteria e l'alimentazione a fotocamera accesa.
C'è poi il discorso accoppiamento con lo smartphone: l'app Leica Fotos. Anche qui siamo di fronte a un'app allo stato dell'arte, disponibile da qualche tempo anche per Android, che permette di gestire foto e video contenuti nella fotocamera, e di prenderne il controllo remoto. Qui una piccola chicca: il controllo non è esclusivo, come accade in molti casi. Pur avendo la preview sullo smartphone, è possibile vedere anche le riprese a display e modificarne i parametri. Si tratta di una funzione molto comoda, un passo avanti rispetto a tante altre app della concorrenza.
Sul campo Leica SL2-S è una fotocamera e una cinepresa digitale molto efficace, di livello professionale, che non teme confronti. L'unico ambito in cui presta il fianco a qualche critica è l'autofocus in particolare il tracking, che però spesso non è la priorità, soprattutto in ambito video. In questo settore c'è ancora da lavorare ma, come già visto sulla prima SL, novità potrebbero arrivare tramite aggiornamenti firmware. Per i video sono regolabili sia la velocità di messa a fuoco dell'AF continuo, sia la propensione a sganciare (o meno) il soggetto, ma il tasso di 'focus hunting' è tale da non permettere risultati ottimali in tracking.
3 - È una Panasonic rimarchiata
Che ci possano essere alcuni tratti in comune con Panasonic S1 è innegabile, ma da qui a dire che Leica SL2-S è una Panasonic rimarchiata ne passa. Leica non rivela il produttore del proprio sensore retroilluminato, ma a livello di prestazioni non è sovrapponibile a quello della S1, basta vedere l'eccellente rapporto segnale/rumore messo sul piatto da Leica.
Il corpo poi è decisamente Made in Germany, totalmente in metallo e ricoperto da un materiale antiscivolo efficace, piacevole al tatto e alla vista. Una serie di guarnizioni rende la macchina rispondente alla certificazione IP54, protetta quindi da polvere e schizzi d'acqua. Rispetto alla tropicalizzazione di molte concorrenti, che non dichiarano l'effettiva efficacia, in questo caso siamo di fronte a una resistenza certificata. L'ampio utilizzo di metallo nel corpo potrebbe far pensare a un peso fuori norma, ma anche qui è la bilancia a parlare chiaro: in ordine di marcia Leica SL2-S pesa 931 grammi. Per avere un confronto diretto Panasonic S1R supera il chilogrammo e S1H fa segnare 1.164 grammi.
Come già detto il menu è concettualmente totalmente diverso. E quindi introduciamo il quarto mito da sfatare
4 - È tutta stile e niente arrosto (e inutilmente costosa)
Non si tratta di un giocattolo per ricchi amatori: per tutto quello che abbiamo detto finora, Leica SL2-S è una fotocamera davvero di fascia professionale
Con un prezzo di 4.670,00 €, Leica SL2-S è la più economia delle SL e non è poi così distante dai prodotti top di gamma della concorrenza. Per qualità può essere assimilata a Panasonic S1H, che di listino è posta a 3.999 €. E non ha il bollino rosso (utile soprattutto quando andate a rivenderla: il valore dell'usato Leica è un fatto da non trascurare tra le motivazioni di acquisto).
E poi ci sono le ottiche Leica
Vi è poi un mito positivo che si conferma: le ottiche di casa Leica sono davvero un passo avanti. Questo APO-SUMMICRON-SL 35 f/2 ASPH è davvero incredibile. Ne abbiamo già parlato in termini di prestazioni ottiche nell'articolo di Alberto, ma quello che voglio sottolineare qui è la combinazione tra perfetta nitidezza del punto di messa a fuoco (ovunque esso sia nel fotogramma) e sfocato davvero di riferimento. Spesso i produttori fanno a gara a raggiungere valori elevati di apertura: i tedeschi di Leica in questo sono molto più concreti. Il Summicron offre uno sfocato di riferimento a f/2, davvero morbido e cremoso, con una tridimensionalità dell'immagine eccezionale, senza dover aggiungere vetro inutile. Ho fatto la prova, in redazione e tra amici, tutti un po' scettici di fronte all'oggetto 'Leica': "scatta una foto" gli ho detto. Tutti sono rimasti a bocca aperta per la resa di questo obiettivo.
Obiettivo che per altro fa parte di un terzetto di Summicron (35-50-75) che condivide dimensioni e posizionamento della ghiera e che rappresenta un kit molto interessante in ambito video, che permette di sfruttare diverse ottiche con gli stessi accessori, come ad esempio il sistema di follow focus.
I tre Summicron hanno solo un problema: costano quanto la fotocamera, con un listino di 4.565,00 €. Proprio per venire incontro alle esigenze di chi si avvicina a Leica SL2-S per il prezzo più contenuto, Leica ha recentemente proposto l'altro obiettivo con cui abbiamo provato la macchina. lo zoom tuttofare Leica Vario-Elmarit-SL 24-70 f/2.8 ASPH., proposto a 2.600,00 €, un prezzo che rimane alto, ma è meno 'inarrivabile' di quello del terzetto dei Summicron messi insieme. L'innesto L-Mount permette poi di pescare dal catalogo delle ottiche dei partner, in particolare da quello Sigma. Se per chi fotografa prendere una Leica e utilizzare un'ottica Sigma potrebbe rasentare l'eresia, probabilmente questa 'scelta di campo' è meno forte in ambito video.
In sintesi Leica SL2-S porta il mondo Leica a un prezzo più accessibile, sempre alto, ma non più così distante dalla concorrenza, portando con sé tutta la qualità tedesca dei prodotti Made in Wetzlar e un'efficacia sul campo davvero degna di un prodotto professionale. Con qualche ritocco in ambito AF può essere la fotocamera foto/video perfetta.