'Anche l'occhio vuole la sua parte'. È motto sempre vero, ancora di più se parliamo di fotografia, anche se in questo caso non parliamo di qualità finale delle immagini. Sono molti i fattori che contribuiscono al 'piacere della fotografia': oltre al risultato finale, c'è anche il processo stesso di scatto tra le cose che possono regalare piacere al fotografo. Parte del piacere è proprio quello fisico di impugnare la fotocamera, fatto di sensazioni tattili (il peso, i materiali dell'impugnatura, l'appoggio dell'occhio all'oculare), ma anche di sensazioni visive che racchiudono le forme e i colori del corpo della macchina fotografica e dell'obiettivo accoppiato.
Nikon Z fc: vintage alla portata di tutti
Molti progetti recenti, a partire comunque da una base tecnica molto valida per soddisfare i requisiti di qualità finale dell'immagine, fanno leva proprio sui temi estetici per attirare le simpatie dei fotografi. In questi casi andare a pescare nel vintage è quasi sempre garanzia di successo, come conferma Fujifilm, che ci ha costruito su un impero. Nikon non è nuova a operazioni di questo genere: la particolarissima Nikon Df aveva preso il cuore super professionale di Nikon D4 e lo aveva racchiuso in un corpo ispirato alle fotocamere a pellicola del passato, anche con alcune scelte di campo molto forti, che hanno fatto molto discutere la community dei Nikonisti, come quella di escludere la registrazione video dalle possibilità offerte al fotografo.
Forte di quell'esperienza, l'azienda giapponese ha presentato qualche mese fa Nikon Z fc, per certi versi simile a Df, ma pensata per giocare su un campo completamente diverso. Se volessimo farla semplice potremmo dire che è una 'Nikon Z50 in salsa vintage', con un'estetica disegnata per richiamare la gloriosa fotocamera a pellicola 35mm Nikon FM2. Rispetto all'esperimento fatto con Df, Nikon ha scelto di giocare sul campo delle fotocamere dal prezzo accessibile, optando quindi per un sensore in formato ridotto DX (sigla che in casa Nikon significa APS-C). A ben guardare non è però solo una Z50 rivestita in livrea argento, l'aggiornamento è sostanzioso sotto diversi punti di vista. Partiamo dunque dalla scheda tecnica delle due fotocamere.
Nikon Z fc vs. Nikon Z50: schede tecniche a confronto
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Gran parte delle caratteristiche è comune, a partire dal sensore CMOS APS-C da 20,9 megapixel, non stabilizzato e in grado di muoversi nell'intervallo di sensibilità 100-51.200 ISO (100-204.800 ISO in modalità espansione), con 209 punti di messa a fuoco a rilevazione di fase sulla superficie e una capacità di raffica di 11 fps (5 fps LiveView). Su entrambe le fotocamere troviamo la possibilità di registrare video 4K UHD 3840x2160 - 30/25/24p. Naturalmente entrambe sfruttano l'innesto Z-Mount, lo stesso delle sorelle mirrorless full frame Z5, Z6 e Z7 e quindi con compatibilità con tutte le ottiche del sistema e con quelle reflex F-Mount tramite adattatore.
A partire dalla stessa base, Nikon Z fc ha però un carattere diverso dalla sorella nera e non solo nell'estetica. I richiami vintage, infatti, portano in dote anche un'interfaccia rinnovata, molto più 'analogica' e manuale. Se su Z50 troviamo una sola ghiera nella calotta superiore, destinata alla selezione della modalità di scatto, questa è assente in Z fc, la cui calotta è invece popolata dalle ghiere dei tempi, della sensibilità ISO e della compensazione dell'esposizione (quest'ultima molto più comoda da utilizzare rispetto alla modalità tasto+ghiera di Z50). La ghiera delle sensibilità ha un meccanismo di blocco a pulsante, che in quella dei tempi si attiva solo quando la ghiera viene posizionata su 1/3 Step, che dà il controllo dei tempi alla ghiera posteriore. Inoltre concentrico alla ghiera degli ISO (a sinistra del finto pentaprisma che nasconde il mirino elettronico) troviamo un selettore dei modi di scatto, che permette di selezionate le modalità P/S/A/M e Auto. Concentrico alla ghiera dei tempi troviamo invece il commutatore tra modalità Foto e Video. Rispetto a Z50, quindi, Nikon Z fc offre un'interfaccia di utilizzo molto più manuale, che certamente farà piacere ai fotografi che hanno cominciato a scattare ai tempi della pellicola. Nello spazio tra la ghiera dei tempi e quella della compensazione dell'esposizione troviamo un piccolo display LCD, che riporta al colpo d'occhio il diaframma in uso.
Il mirino non cambia in termini di risoluzione e dimensioni, ma l'oculare diventa circolare, mentre il display da semplicemente basculante diviene articolato di tipo vari-angle, con la possibilità di essere ruotato in avanti in modalità selfie e richiuso per proteggere il pannello; perde però 0,2" di diagonale, sfruttando un pannello da 3 pollici. Da chiuso, anche grazie alla finitura 'effetto pelle' del retro in plastica, il display dona alla fotocamera un'aura ancora più vintage, manca solo l'inserto per riporre il tagliandino della pellicola... La nuova Z fc corregge poi uno dei difetti di Nikon Z50, ossia quello di integrare una porta USB 2 del tipo MicroUSB: la porta USB-C è sicuramente più moderna e in linean con gli accessori degli attuali smartphone, caricabatterie compresi.
In termini di qualità dell'immagine i risultati sono perfettamente sovrapponibili a quelli di Z50, che produce immagini allineate alle attuali preferenze del pubblico: estremamente incise. Il RAW richiede pochissima post-produzione (non si va molto oltre i parametri di sviluppo predefiniti di LR) per restituire punteggi MTF tra le 3300 e le 3400 LW/PH, davvero elevatissimi considerato che si tratta di un sensore APS-C. Visivamente, i dettagli appaiono perfettamente "puliti" e impeccabili fino a 2200 LW/PH. Il software di analisi assegna alla Z50 un punteggio di 2800 LW/PH, che troviamo complessivamente rappresentativo delle reali potenzialità di questa fotocamera.
ISO 100
ISO 6.400
ISO 51.200
Il rapporto segnale/rumore non è ovviamente all'altezza delle 35mm e, con buona pace della gamma di sensibilità considerata nativa fino a 51.200 ISO, il rumore nelle immagini cresce a partire da sensibilità anche modeste fino ad arrivare a una "soglia critica" in corrispondenza dei 6400 ISO, allorché la riproduzione dei dettagli più fini sostanzialmente si perde. Il degrado prosegue rapido a 12.800 ISO, e a 25.600 ISO fa la sua comparsa anche un evidente rumore cromatico. Le sensibilità in estensione sono da considerarsi una mera opzione di menu.
Nella media la malleabilità del RAW: sempre con un certo degrado qualitativo, è possibile spingersi fino a 4 stop di "recupero" mantenendo una qualità a nostro avviso più che accettabile.
La discrepanza occhio/mano
Tutto argento oro quel che luccica? Purtroppo no, appena ho preso in mano Nikon Z fc mi ha colpito una forte discrepanza. La sensazione tattile e completamente diversa da quella che ci aspetterebbe al primo sguardo. Se la fotocamera richiama all'occhio le vecchie reflex in metallo, la sensazione è molto plasticosa. In sé la sensazione è in parte fuorviante, in quanto la struttura di Z fc è costituita da un corpo in lega di magnesio, la cui presenza è evidente nelle calotte superiore e inferiore, ma la leggerezza del magnesio, unita alla plastica 'plasticosa' che ricopre il corpo creano, appunto, quella discrepanza mano/occhio che toglie parte del piacere tattile. La responsabile è proprio la plastica che avvolge il corpo, la cui finitura 'effetto vecchia pelle' è poco reale. Un vero peccato, perché - al contrario -, una volta sul collo, il peso piuma della fotocamera (445 grammi in ordine di marcia) è apprezzabile e permette di portare la fotocamera con sé ovunque senza fatica.
Il problema della plasticosità è molto evidente sull'esemplare che avevamo in prova; mi è capitato di avere per le mani un altro apparecchio durante un evento Nital (il distributore ufficiale dei prodotti Nikon per il territorio italiano) e la finitura era leggermente migliore, con essa anche la sensazione. Le versioni colorate di Nikon Z fc, oltre a essere effettivamente accattivanti dal punto di vista estetico, sembrano avere una finitura ancora 'meno finta', mitigando quasi del tutto la discrepanza mano/occhio.
Il mirino sfrutta lo stesso pannello da 2,36 milioni di pixel, ampiamente utilizzato da molte fotocamere di questa fascia, ma la scelta dell'oculare circolare non è del tutto azzeccata: l'eyepoint ridotto di 19,5mm è lo stesso di Z50, ma il mirino risulta più scomodo e visibile solo se si è perfettamente in asse. Un'esperienza d'uso ben lontana da quella a cui sono abituati i nikonisti che arrivano dalla pellicola o dalle reflex full frame. Rispetto a Z50, Z fc perde il flash integrato.
C'è poi un boccone che proprio non riesco a digerire. La ghiera delle sensibilità non riporta la posizione Auto ISO, che deve essere selezionata dal menu principale, visto che non è nemmeno possibile inserirla nel menu rapido raggiungibile a schermo con il tasto 'i'. Una volta attivata la funzione Auto ISO fa perdere totalmente il controllo delle sensibilità, rendendo di fatto la ghiera inutile. Il passaggio rapido da Auto ISO a controllo manuale (e viceversa) è quindi totalmente precluso: l'unica scappatoia è quella di ruotare il selettore dei modi su Auto, perdendo però a quel punto il controllo sugli altri parametri di scatto. Un peccato, visto che sarebbe bastata una tacca in più sulla ghiera degli ISO.
Nikkor Z 28mm f/2.8 (SE) Special Edition: bello ma plasticoso
Contribuisce alla sensazione di plasticosità della fotocamera anche l'ottica, il nuovo obiettivo Nikkor Z 28mm f/2.8 (SE) Special Edition. Anch'esso richiama nella zigrinatura delle ghiere le ottiche delle reflex analogiche, ma la sua costruzione in plastica toglie tutta la poesia. Il richiamo alle ottiche ai AI/AI-S, infatti è praticamente solo estetico e quella che è la ghiera dei diaframmi dei vecchi obiettivi risulta essere solo una zona zigrinata e fissa, visto che il controllo del diaframma è elettromagnetico e demandato al corpo macchina. La ghiera della messa a fuoco, invece, pur sovraintendendo anch'essa a un controllo ormai del tutto elettronico, offre un'ottima interfaccia, con una rotazione che richiama le sensazioni delle ottiche manuali.
Anche in questo caso però, non è 'Tutto fumo e niente arrosto', perché sotto la superficie plasticosa Nikon ha messo del buon vetro, con uno schema ottico da 9 elementi in 8 gruppi, con due elementi asferici. Le prestazioni di questo 28mm sono infatti decisamente buone, soprattutto per il costo e peso ridotti. L'ottica, infatti, nel kit di lancio costa solo 110 Euro in più rispetto allo zoom standard. Si tratta poi di un'ottica FX, quindi utilizzabile anche sulle full frame senza limitazioni o crop. Pesa solo 160 grammi e ha una messa a fuoco minima di soli 19 centimetri dal piano focale. la lunghezza focale di 28mm si traduce sulla Z fc in una focale equivalente di 42mm, il che, vista anche la compattezza, ne fa una buona soluzione per il reportage, ma anche per la ritrattistica.
Stupeficium!
La nitidezza al centro è molto elevata a tutti i diaframmi, come normalmente accade con altri "pancake" assimilabili, e tiene molto bene fino ai margini del sensore APS-C. Per inciso, la "taratura" con la Z fc è perfetta: il risultato di 1% oversharpening a f/5.6 è stato ottenuto senza fare alcuna modifica al RAW in post-produzione (solitamente ritocchiamo nitidezza e raggio per ottenere il risultato più vicino possibile a 0).
Vignettatura (-1,2 EV) e aberrazione cromatica sono insignificanti, almeno fino ai margini del fotogramma DX della Z fc su cui è stato provato. Anche la distorsione è del tutto irrilevabile.
Lo sfocato è buono, ma non eccezionale, con un effetto cipolla evidente alla massima apertura.
Bella, possibile, ma non perfetta
Difficile dare un giudizio di sintesi su Nikon Z fc. Da un lato si tratta di un modello decisamente azzeccato dal punto del marketing, soprattutto per l'estetica, in grado di far innamorare tutti quelli che hanno avuto una FM2 o comunque una Nikon a pellicola. Dall'altro la sensazione in mano non si accorda del tutto con quella visiva, facendo perdere parte della poesia nello scatto. Discorso simile per l'ottica, buona dal punto di vista qualitativo, ma deludente in termini di piacere d'utilizzo in termini di sensazione tattile.
La fotocamera è abbastanza efficace sul campo, grazie alle ghiere manuali, anche se la tacca Auto ISO avrebbe aiutato a esserlo ancora di più. La qualità d'immagine è molto buona e paradossalmente, grazie al display vari-angle, in video Z fc è più efficace di Z50.
Nikon Z fc: prezzi e disponibilità
- Nikon Z fc Body + SD 64GB 667 Pro: prezzo indicativo al pubblico di 1.049 euro
- Nikon Z fc + NIKKOR Z DX 16-50 VR Silver + SD 64GB 667 Pro: prezzo indicativo al pubblico di 1.189 euro
- Nikon Z fc + NIKKOR Z 28mm f/2.8 SE + SD 64GB 667 Pro: prezzo indicativo al pubblico di 1.299 euro
Il prezzo mette la fotocamera sullo stesso piano di un prodotto come Fujifilm X-T30, che tocca le stesse corde vintage per attirare l'occhio dei fotografi e mette a disposizione un sensore retroilluminato da 26 megapixel con prestazioni di raffica superiori.
Nikon Z fc è un esperimento molto interessante, comunque: molti nikonisti sperano possa rappresentare un gradino di avvicinamento a qualcosa di fascia superiore, una Df in salsa mirrorless. In quel caso, magari con qualche ritocco e maggiore attenzione ai particolari, una Zf full frame potrebbe rappresentare la vera erede di Nikon FM2.