Micro Quattro terzi: da 10 a 50mm con apertura f/1.7 costante e tanta qualità

Micro Quattro terzi: da 10 a 50mm con apertura f/1.7 costante e tanta qualità

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Panasonic e Leica introducono il DG VARIO-SUMMILUX 25-50mm / F1.7 ASPH, che si unisce al già disponibile 10-25mm per offrire a fotografi e (soprattutto) videomaker una coppia di zoom che vale un corredo. Eccoli alla prova sulla nuova Lumix GH5 Mark 2”

Quando Panasonic ha annunciato il nuovo Leica DG Vario-Summilux 25-50mm f/1.7 ASPH per il suo sistema Micro QuattroTerzi, lo abbiamo subito collegato, per ovvi motivi, al precedente Leica DG Vario-Summilux 10-25mm f/1.7 ASPH.

Oggi li proviamo insieme sul recente corpo macchina Lumix GH5 Mark II, considerandoli per ciò che in effetti sono: un piccolo corredo foto-video per il sistema MQT, che in due ottiche di alta qualità offre l'escursione focale equivalente a 20-100mm con apertura costante f/1.7.


10-25mm. Sopra: resa a 10mm, F2.8. Sotto: resa a 25mm, F2.8 (diaframma di lavoro ideale).

Vale la pena sottolineare, a proposito, come al momento della sua introduzione (2019), il 10-25mm era l'unico obiettivo zoom per fotocamere mirrorless a garantire un'apertura tanto elevata e costante.

Ovviamente, per chi necessita di focali superiori, nel catalogo Panasonic sono presenti anche altri interessanti zoom come il 50-200mm f/2.8-4, sempre di provenienza Leica, che complessivamente consentono di creare corredi con copertura focale molto estesa in pochissimi pezzi (e in pochissimo spazio).

Tornando ai due protagonisti di questa recensione, possiamo facilmente identificare diversi tratti comuni. Innanzitutto, la costruzione è molto simile, con identica disposizione e diametro delle ghiere, il che per inciso consente una facile intercambiabilità soprattutto in ambito video (si pensi ai sistemi follow focus).

I due obiettivi hanno anche una resa ottica molto simile, e in questo senso possono essere considerati un unico zoom 20-100mm equivalente. Presentano entrambi uno schema ottico decisamente sofisticato, il che ovviamente incide sugli ingombri, ma va sempre considerato che si tratta di ottiche MQT: pur essendo entrambi massicci rispetto ad altri obiettivi di pari formato (un dato su tutti: diametro filtri da 77mm), parliamo di 690g e 654g, rispettivamente, per il 10-25mm e il 25-50mm.



25-50mm. Sopra: resa a 25mm, F2.8. Sotto: resa a 50mm, F2.8 (diaframma di lavoro ideale).

Sono, entrambi, particolarmente adatti alla ripresa video, tanto per dettagli tecnici (focus breathing ridotto) quanto per particolari costruttivi (ghiera dei diaframmi a scorrimento continuo, senza "click"). 

Anche il prezzo di listino è identico, e non è particolarmente contenuto: 1999,99 Euro per entrambi. Il 10-25 è ovviamente già disponibile da tempo, mentre il 25-50mm lo sarà quando leggerete queste righe (disponibilità da Ottobre 2021).  

Dal punto di vista costruttivo/ergonomico, i due obiettivi sono quasi indistinguibili. Il corpo in metallo appare robusto e ottimamente rifinito, come da standard Leica. La parte iniziale del barilotto, di diametro ridotto per non ostacolare l'impugnatura della fotocamera, si "apre" poco dopo per accogliere l'elevata quantità di luce corrispondente all'apertura massima.


Differenti angoli di campo dei due obiettivi a parità di lunghezza focale (25mm). Scorri col mouse per vedere il 25-50mm, leggermente più "tele" dei due. Leica ha lavorato per contenere questo effetto e garantire un passaggio più "trasparente" possibile tra i due obiettivi, ma una piccola differenza si nota.

La prima ghiera che si trova è quella di zoom, di dimensioni generose, seguita da una ghiera di messa a fuoco, anch'essa piuttosto ampia (circa 20mm) che ha doppia funzione di regolazione della distanza di messa a fuoco e di selettore AF/MF: tirando la ghiera verso il corpo macchina compare la scala delle distanze e la messa a fuoco diventa manuale. Una soluzione molto efficace, che personalmente apprezziamo e vorremmo vedere più spesso.

La ghiera di messa a fuoco è "by wire", non ha un vero finecorsa ma può ruotare all'infinito; ciò non di meno, offre un feedback di fine corsa che aiuta il fotografo a "prendere le misure". Il fatto che dopo il feedback di fine corsa la ghiera possa continuare a ruotare può però essere controproducente nell'utilizzo dei sistemi follow focus.

Segue la ghiera dei diaframmi, anch'essa con una già citata particolarità: offre le consuete tacche in corrispondenza di 1/3 EV, ma non il classico "click" che restituisce un feedback tattile al fotografo. Una soluzione che certamente piacerà ai videomaker (la chiusura del diaframma è continua, senza gradini che provocano visibili salti di luminosità durante la ripresa video), ma che probabilmente scontenterà i fotografi. L'ideale sarebbe stato poter scegliere tra le due opzioni.


La poco diffusa (ma comodissima) soluzione "a pompa" per il passaggio AF/MF. Scorri col mouse per confrontare le due posizioni.

Entrambi misurano 87,6mm di diametro massimo e circa 128mm di lunghezza, ed entrambi montano filtri da 77mm, inusualmente ampi per il sistema MQT. Una piccola differenza si osserva in termini di peso: 654g per il 25-50mm, 690mm per il 10-25mm.  

La lunghezza fisica non è costante, ma varia molto poco, così il centro di massa rimane pressoché costante e non serve ricalibrare le teste gimbal, nemmeno in caso di passaggio dal 10-25mm al 25-50mm.

Il Leica DG Vario-Summilux 10-25mm f/1.7 ASPH è costituito da 17 elementi in 12 gruppi, con 3 lenti asferiche, 4 a bassa dispersione ED e una ad alto indice di rifrazione UHR.
Il diaframma è a 9 lamelle e la distanza minima di messa a fuoco è pari a 28cm, il che si traduce in un rapporto di ingrandimento massimo di 0,28x.

Il Leica DG Vario-Summilux 25-50mm f/1.7 ASPH, dal canto suo, è costituito da 16 elementi in 11 gruppi, con 1 lente asferica, 3 a bassa dispersione ED e una ad alto indice di rifrazione UHR.

Anche in questo caso, il diaframma è a 9 lamelle e la distanza minima di messa a fuoco parte dai 28cm all'estremo grandangolare per arrivare a 31cm all'estremo tele. Nel caso del 25-50mm, però, una distanza minima di messa a fuoco tanto ridotta è da considerarsi davvero notevole, come testimonia il rapporto massimo di ingrandimento che, in questo caso, arriva a ben 0,42x @ 50mm.

Questo consente di avvicinarsi tantissimo al soggetto, per super close-up che rasentano la macrofotografia. Una delle caratteristiche che abbiamo più apprezzato di quest'ottica.

Prima di entrare nello specifico delle prestazioni di ciascun obiettivo, spendiamo poche parole per una considerazione di carattere generale sul sistema MQT, che ormai tutti conosciamo e apprezziamo per gli ingombri contenuti (ricordiamo il fattore di moltiplicazione 2x rispetto al formato 35mm) ma che, in effetti, presenta un'interessante peculiarità anche dal punto di vista ottico.


Il livello di sharpening rilevato, posto che le impostazioni di sviluppo sono state mantenute volutamente identiche, mostra la maggiore incisività del 25-50mm, ovviamente favorito dalle focali non estreme.

Come molti sanno, infatti, i difetti degli obiettivi tendono a diventare più visibili passando dal centro ai bordi del sensore, e un sensore di dimensioni maggiori rappresenta in generale una sfida più ardua per l'ottica. Anche l'elevata risoluzione rappresenta una sfida per l'ottica, dato che proprio l'ottica può rappresentare il collo di bottiglia per il reale potere risolvente.

Sotto entrambi questi aspetti, il sistema MQT, con sensori compatti e risoluzione tipica nell'intorno dei 20 Mpixel, risulta avvantaggiato. Sia chiaro, lungi da noi affermare in generale che un sensore ridotto rappresenti un vantaggio. Posto però che il sistema MQT ha queste caratteristiche, rileviamo che la cosa ha anche un risvolto positivo.   

In sintesi, possiamo dire che le ottiche del sistema MQT non infrangono mai record assoluti nei punteggi MTF, ma consentono in generale di ottenere un'invidiabile uniformità qualitativa tra centro e bordi, il che può rivelarsi interessanti per alcuni fotografi. A maggior ragione, ciò è vero quando, come in questo caso, gli obiettivi sono di fascia alta.

F1.7
10-25mm F1.7

F2
10-25mm F2

F2.8
10-25mm F2.8

F4
10-25mm F4

F5.6
10-25mm F5.6

F8
10-25mm F8

F11
10-25mm F11

F16
10-25mm F16

Iniziando dal Leica DG Vario-Summilux 10-25mm f/1.7 ASPH, e a riprova di quanto affermato poco sopra, siamo innanzitutto rimasti piacevolmente sorpresi dall'elevato potere risolutivo mostrato al fine corsa grandangolare, nonostante si tratti di un'ottica davvero estrema: 10mm reali, equivalenti a 20mm nel formato 35mm, per di più con una tale apertura massima, creerebbero qualche problema a chiunque…

Il Vario-Summilux 10-25mm invece non si scompone più di tanto, partendo oltre le 2500 LW/PH già a tutta apertura e raggiungendo il suo massimo a f/2.8 – f/4 (praticamente identici). Come accade a tutti gli zoom, l'estremo tele perde qualcosa rispetto all'estremo grandangolare, rimanendo comunque su livelli più che buoni in assoluto (circa 2500 LW/PH @ f/5.6).
Ai bordi del fotogramma i risultati sono più omogeni, con punteggi MTF il più delle volte compresi tra 1500 e 2000 LW/PH a qualunque focale e diaframma.    

Facilmente percettibile, ma altrettanto buono considerata la tipologia di ottica, la vignettatura, che nel caso peggiore (estremo grandangolare, massima apertura) supera di poco i 2 EV, per ridursi a -1,5 EV all'estremo tele e sotto il singolo EV, a qualunque focale, a partire da f/2.8. 

Davvero insignificante l'aberrazione cromatica: non pervenuta quella assiale, al di sotto del singolo pixel – quindi di fatto insignificante – quella laterale, a qualsiasi focale e apertura di diaframma. Per la cronaca, l'LCA è leggermente superiore all'estremo tele, ma quando si parla di valori nell'intorno del singolo pixel, davvero non ha alcun senso discriminare.

Lo sfocato è piacevole, forse un po' "duro", ma questa è una caratteristica associabile alla presenza della lente asferica, pertanto da accettare di buon grado (pena il peggioramento di altre figure di merito e/o delle dimensioni). Buona, infine, la resistenza al flare, nonostante schema complesso, ampio angolo di campo e grossa lente frontale possano far presagire il contrario.

F1.7
25-50mm F1.7

F2
25-50mm F2

F2.8
25-50mm F2.8

F4
25-50mm F4

F5.6
25-50mm F5.6

F8
25-50mm F8

F11
25-50mm F11

F16
25-50mm F16

Se il Leica DG Vario-Summilux 10-25mm f/1.7 ASPH è un obiettivo eccellente, il Leica DG Vario-Summilux 25-50mm f/1.7 ASPH si può considerare eccezionale. Alla qualità generale del primo, aggiunge infatti il vantaggio delle focali meno esasperate, il che ovviamente lo facilita nell'ottenere risultati ancora migliori.

In termini di massimo potere risolvente, a 25mm (come sempre l'estremo grandangolare è migliore) supera di poco, ma costantemente, i già eccellenti risultati del fratello minore. Cosa forse ancora più significativa, le differenze tra diverse focali sono più contenute, così come molto contenute sono le differenze tra i vari diaframmi di lavoro: tra f/2 e f/11 compresi, 2500 LW/PH sono garantite a qualunque focale. A f/11 manca pochissimo, e a f/1.7 si ottengono circa 2700 LW/PH @ 25mm e circa 2250 @ 50mm.

In sintesi possiamo dire che, montando il 25-50mm, il fotografo non si deve preoccupare né della focale né del diaframma, perché il risultato è costantemente a livelli di eccellenza.   

Ovviamente inferiore, ma anche in questo caso piuttosto stabile, il quadro ai bordi, dove si "veleggia" nell'intorno delle 2000 LW/PH.

Come nel caso del 10-25mm, l'aberrazione cromatica è praticamente inesistente. La vignettatura raggiunge una punta massima di -1,7 EV @ f1.7, che per un normale non è pochissimo, ma si riduce rapidamente e già a f/2.8 è nell'intorno del mezzo stop, quindi difficilmente rilevabile.

Eccezionale la pressoché totale assenza di distorsione, tanto all'estremo grandangolare quanto all'estremo tele. Certo, la focale standard-piccolo tele aiuta in questo senso, ma avere distorsioni difficilmente misurabili a qualunque focale, per qualsiasi zoom, è comunque qualcosa che non si vede tutti i giorni.

In conclusione, Panasonic e Leica hanno giocato bene le proprie carte: Leica DG Vario-Summilux 10-25mm f/1.7 ASPH e Leica DG Vario-Summilux 25-50mm f/1.7 ASPH sono non solo due obiettivi che ogni utente MQT vorrà avere, ma due obiettivi che giustificano la scelta stessa del sistema MQT.

Questo vale soprattutto per i videomaker, su cui questi prodotti puntano comprensibilmente molto, essendo il sistema MQT particolarmente diffuso e apprezzato in questo ambito. Il focus breathing ridotto e l'attenzione all'ecosistema di accessori esterni sono in effetti due accortezze che risolvono due problemi pratici non trascurabili…

Volendo trovare loro un difetto, possiamo dire che entrambi questi obiettivi sono forse un po' "troppo" orientati al video: la ghiera gei diaframmi senza click è scomoda per il fotografo classico, e sarebbe stato certamente preferibile lasciare all'utente entrambe le possibilità.

Al fotografo classico rimane una qualità ottica al vertice della categoria e un'escursione focale che copre dal grandangolo estremo al piccolo tele "da ritratto" con apertura costante f/1.7. Non è poco.

Certo, tutto questo ha un costo, per l'esattezza circa 4000 Euro (salvo sconti e offerte speciali) per entrambe le ottiche. Chi sceglie il sistema MQT perché vuole tanta qualità in poco spazio, magari per piccole produzioni semi-professionali, troverà però in questi due obiettivi degli alleati preziosi.    


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