Finora, a tutte le mirrorrless con ambizioni professionali, specie se ad alte prestazioni (EOS R5 ed R6, Sony A1), abbiamo imputato difetti ergonomici essenzialmente riconducibili al poco spazio disponibile. Era da tempo che avremmo voluto vedere una mirrorless con il fattore di forma di una reflex Pro, e Nikon ci ha accontentati. Impugnare la Z9 è stato, anche per questo, estremamente gratificante.
Già al primo contatto ci siamo trovati perfettamente a nostro agio, grazie a un'ergonomia che non solo riprende, in gran parte, quella delle reflex professionali, ma che in effetti la migliora: maggiore coerenza tra impugnatura orizzontale e verticale e display orientabile sono i due fattori-chiave in questo senso.
Ottima capacità di riconoscimento e tracciamento dei soggetti, anche quando occupano una piccola parte del fotogramma.
L'impugnatura verticale integrata consente anche di usare una batteria maggiorata rispetto alle mirrorless più compatte (EN-EL18d, 3300 mAh – 36 Wh), che garantisce 700 scatti di autonomia secondo lo standard CIPA. In realtà, già al nostro primo ciclo, quando abbiamo passato molto tempo tra i menu di configurazione e nella revisione degli scatti in studio, le foto sono state per noi circa 1200 (Nota: le raffiche JPEG 30 fps e 120 fps vengono conteggiate come scatto singolo).
Come sempre per questo tipo di fotocamere, poi, utilizzando regolarmente lo scatto continuo, il numero di foto cresce molto rispetto all'indicazione CIPA, il cui standard prevede frequente accesso al display posteriore. Dal crossodromo siamo ad esempio tornati con circa 3850 scatti e ancora il 26% di batteria rimanente. Da una battuta di caccia fotografica, siamo invece tornati con circa 2600 scatti e oltre metà batteria ancora da sfruttare. Mai, in queste due uscite, ci siamo preoccupati dello stato della batteria, concedendoci persino il "lusso" di una revisione preliminare degli scatti durante i tempi morti. Anche questa è stata per noi una prima volta, impugnando una mirrorless…
Il livello di dettaglio è tale da distinguere non solo il pulviscolo, ma persino la texture dei tessuti.
Non spendiamo troppe parole sull'operatività, che è quella classica delle reflex Nikon professionali: programmi PASM, doppia ghiera di comando e pulsante ISO in prossimità del pulsante di scatto che, usato con le ghiere di comando, consente di impostare la sensibilità e di attivare/disattivare la funzione Auto-ISO (una soluzione che abbiamo sempre trovato estremamente efficace).
Abbiamo già citato il pulsante posto sullo spigolo anteriore destro per la selezione della modalità AF che, allo stesso modo, con l'uso contemporaneo delle due ghiere consente di passare tra AF-S (singolo), AF-C (continuo), AF-F (full time, solo per i video) e MF (manuale), e di scegliere il numero di punti AF.
Ecco, in poche battute, la sintesi di un'operatività pressoché perfetta…
Sequenza @ 20 fps.
Di nuovo: c'è tutto quello che i fotografi sono abituati ad avere sulle reflex, ma anche qualcosa in più: il sistema Z offre infatti una ghiera ausiliaria sull'ottica, che può essere ad esempio usata per il controllo dei diaframmi, della sensibilità o per la compensazione esposimetrica; che dire poi del fatto che la ghiera di messa a fuoco degli obiettivi Z-Mount è by-wire, e che la Z9 consente di impostarne la corsa, da 90° a ben 720° (più opzione non lineare) per il passaggio dalla distanza minima all'infinito. Ci limitiamo a questo piccolo esempio per dar conto anche delle innumerevoli possibilità di personalizzazione, che consentiranno a chiunque di cucirsi addosso la fotocamera.
Per quanto riguarda il mirino EVF, sgombriamo subito il campo da una possibile polemica tra fan dei diversi marchi. È vero, è più piccolo e offre un ingrandimento minore rispetto a quello della diretta concorrente Sony, ma non bisogna perdere di vista il dato assoluto: con 1280x960 pixel su uno schermo da mezzo pollice, non c'è assolutamente alcun problema di definizione, e 0,8x è un ingrandimento superiore a quello delle ammiraglie reflex. In sintesi: il mirino della Z9 è grande, fluido, leggibilissimo in tutte le condizioni di luce e, sì, davvero privo di lag e oscuramento di qualunque tipo. In una parola, fantastico.
La ridotta profondità di campo consente di apprezzare chiaramente la corretta messa a fuoco sulla testa del rapace.
Curiosità: tra le innumerevoli possibilità di personalizzazione c'è anche, per i nostalgici dell'effetto reflex, la possibilità di avere oscuramento nel mirino al momento dello scatto (menu d13 > Type A), almeno fino a 20 fps. La soluzione migliore, però, è la comparsa del solo frame, che dà il giusto feedback senza controindicazioni (menu d13 > Type B).
Della Nikon Z9, abbiamo poi amato molto anche il sistema AF, davvero eccellente. L'ampia scelta del numero di modalità, che spazia dal punto singolo (o pinpoint, nel caso di AF-S) alla selezione automatica su tutto il fotogramma offre il meglio del mondo reflex (leggi: perfetto controllo del punto AF) e mirrorless (leggi: automatismi avanzati). Tutte le modalità funzionano in effetti molto bene, ma la vera magia è il 3D Tracking con riconoscimento dei soggetti che, come già anticipato nella pagina di analisi tecnica, offre quell'aiuto in più senza mai risultare invasivo, e senza togliere al fotografo il controllo necessario.
Un paio di esempi di tracking non banale, con ostacoli e soggetto a basso contrasto.
Siamo rimasti positivamente colpiti dalla capacità della fotocamera di identificare correttamente il soggetto principale anche a fronte di sfondi confusi o poco contrastati rispetto al soggetto stesso, e il riconoscimento degli occhi funziona egregiamente, tanto per gli esseri umani quanto per gli animali domestici e i volatili. Quando il totale automatismo non porta al risultato desiderato (nessuno è perfetto…) basta aiutare la macchina restringendo il campo d'azione. Ad esempio, per le riprese di motocross abbiamo trovato molto efficace la modalità Wide-area AF Large, che è abbastanza ampia da rendere facile la sovrapposizione al soggetto ma, allo stesso tempo, restringe il campo quanto basta da garantire regolarmente la corretta selezione da parte della macchina.
Rumore @ 6400 ISO, crop 100%.
Chiudiamo il capito AF sottolineando come molti scatti dinamici siano stati fatti con un obiettivo Nikkor F-Mount tramite adattatore FTZ-II, a conferma dell'assoluta usabilità dei super-tele eventualmente già in proprio possesso anche in contesti impegnativi.
Impeccabile l'esposimetro, che per inciso offre anche la modalità di lettura spot con protezione delle alte luci che ha debuttato con la D5, mentre abbiamo qualche riserva sul bilanciamento del bianco, che soprattutto in studio (ma non solo) ha mostrato un'eccessiva tendenza verso i toni freddi. Su questo argomento torneremo più in dettaglio parlando di qualità d'immagine e fedeltà cromatica.