Struttura, costruzione (con otturatore garantito 500.000 cicli) e tropicalizzazione sono da EOS 1D-X III, ma peso e ingombri sono più ridotti: 1015g vs 1440g (con scheda e batteria), e dimensioni pari a circa 150x143x87mm. A conti fatti, rispetto alla reflex si risparmiano circa 400g di peso e una quindicina di millimetri in larghezza e altezza, anche se la mirrorless è 5mm più profonda, per via del mirino più sporgente. La differenza si sente.
La batteria è la stessa LP-E19, il che è un'ottima notizia per chi vuole far convivere reflex e mirrorless, ma alla EOS R3 garantisce "solo" 620 scatti con mirino o 860 con LCD. Per inciso, la reflex, utilizzando il display posteriore in modalità Live View, ne fa ancora meno (610), ma ovviamente utilizzando il mirino ottico l'autonomia sale vertiginosamente (2850, standard CIPA).
La disposizione dei comandi è in qualche modo una via di mezzo tra EOS R ed EOS 1D, con la R3 che, mantenendo la moderna impostazione basata su pulsante Mode e tripla ghiera di R5 ed R6, necessita di qualche pulsante in meno nella parte superiore. Pressoché identica alla 1D-X III, invece, la parte destra del dorso, dove si trovano i comandi "operativi". Sacrificato (giustamente) il terzo display mentre, sempre rispetto alla reflex, è stato aggiunto un display completamente articolato. Più "democratico" il comparto memoria, che offre sia uno slot CFExpress sia un SD UHS-II.
1 – L'impugnatura della R3 è molto simile a quella delle reflex EOS 1D, fatto salvo il materiale gomma anziché similpelle. Aspetto più moderno e (a nostro parere) piacevole, ma anche miglior grip.
2 – Non mancano i due pulsanti funzione frontali, duplicati per lo scatto verticale. Quello inferiore è tradizionalmente dedicato al controllo della profondità di campo, ma il mirino EVF della EOS R3 consente di avere sempre (se lo si desidera) un'anteprima realistica della profondità di campo in base al diaframma impostato.
3 – I 24 Mpixel della R3 valgono quanto i 30 Mpixel della 5D Mark IV quanto a incisività delle immagini.
4 – Disponibile frontalmente il connettore per il controllo remoto. Non manca (sul lato) la porta Syncro flash, accanto al connettore LAN.
1 – Lo stile è chiaramente "EOS 1". L'unica differenza è che il pulsante Mode, nell'ecosistema EOS R, è concentrico alla ghiera Quick Control 2 (ghiera superiore). Come da tradizione, premendo contemporaneamente i pulsanti Drive-AF e Compensazione FE-Modalità esposimetrica, si attiva la funzione bracketing.
2 – Il display secondario superiore è molto più compatto rispetto alle reflex, e adotta lo stratagemma della doppia pagina. La prima mostra l'essenziale: programma, tempo, diaframma, ISO e compensazione esposimetrica; la seconda, raggiungibile premendo il pulsante di retroilluminazione, informa su modalità AD, Drive, bilanciamento del bianco, lettura esposimetrica e Picture Style. Per attivare effettivamente la retroilluminazione, che poi consiste nell'invertire colore di testo e di sfondo, il pulsante di retroilluminazione va mantenuto premuto. Stranamente, tra le informazioni fornite dal display superiore manca il numero di scatti residui, che si può comunque leggere dal display posteriore.
3 – Scompare il pulsante ISO, la cui funzione, nel sistema EOS R, è svolta dalla ghiera Quick Control 2. In generale, non si sente assolutamente carenza di controlli diretti, che in effetti (considerata anche la ghiera programmabile sull'obiettivo) sono superiori a quelli delle EOS 1.
1 – L'ampio alloggiamento fa sembrare gigantesco il mirino EVF che, in effetti, ha specifiche di tutto rispetto: mezzo pollice, identico fattore di ingrandimento 0,76x della 1D X III, maggiore distanza di accomodamento dell'occhio (23mm contro 20) e una risoluzione di 5,76 milioni di punti.
2 – Anche il display posteriore vanta specifiche allo stato dell'arte: 3,2" e ben 4,15 milioni di punti, il doppio della 1D X III. Ovviamente con funzionalità touch, mentre inedito per questo fattore di forma del corpo macchina la cerniera laterale che rende il display completamente articolato e richiudibile su sé stesso.
3 – Anche la EOS R3 utilizza il cosiddetto Smart controller, novità introdotta sempre dalla 1D X III. Si tratta di un lettore ottico, capace di leggere i movimenti del pollice, integrato nel pulsante AF-On. Scorrendo col pollice è possibile spostare il punto AF, premendo si attiva l'autofocus. Anche in questo caso, lo Smart controller si aggiunge, senza sostituire, il Multi controller (cioè il joystick fisico), che svolge analoga funzione di selezione del punto AF.
4 – La EOS R3 si rivolge anche un pubblico non squisitamente professionale, e probabilmente per questo adotta un formato misto CFExpress + SD. Grazie a un buffer evidentemente molto generoso, anche il formato SD è utilizzabile in scatto continuo ad alta velocità senza particolari limitazioni.
5 – Completa duplicazione dei comandi per l'impugnatura verticale che, come nella migliore tradizione delle EOS 1, mantiene identica tipologia, dimensione e (per quanto possibile) posizione di ciascun pulsante.