Il livello di dettaglio di una 24 Mpixel, lo ripetiamo ormai da tempo, è più che sufficiente per la grande maggioranza dei compiti, e la R10 ne è l'ennesima conferma. Con il 35mm macro, ottica sicuramente incisa, sfiora le 3500 LW/PH, il che significa dire che è in grado di risolvere quasi 3500 linee nello spazio di 15mm scarsi di altezza del sensore. Non poco, evidentemente.
Un ostacolo alla risoluzione, anche se solo in caso di impostazioni "spinte", potrebbe essere costituito dalla diffrazione, e dato che non ci capita più molto spesso di analizzare sensori inferiori al 35mm, spendiamo un paio di righe a questo proposito. Di seguito, mostriamo ciò che ha catturato la R10 equipaggiata con il 18-150mm impostato a 100mm, a f/8 (che è il primo stop intero disponibile a questa focale) e a f/22. Già a f/8 non si ha più il massimo della nitidezza, ma non si è nemmeno molto lontani. A f/22, tutte le patch a partire da 2200 LW/PH sono di fatto grigio uniforme, e solo la 1800 LW/PH è ben leggibile, seppur con contrasto visibilmente ridotto. E questo obiettivo arriverebbe a f/40…
Sia chiaro, non si tratta di una presa di posizione contro il formato APS-C, che troviamo utilissimo per ridurre costi e dimensioni, soprattutto in ambiti quali caccia fotografica e simili. Troviamo però criticabile la tendenza a rendere gli obiettivi progressivamente meno luminosi, contando sulle sempre migliori performance ad alti ISO e su stabilizzatori sempre più efficaci. Non tutto si risolve alzando gli ISO…
Il caso dei due obiettivi RF-S è, a nostro parere, emblematico. Per entrambi, il diametro del corpo è inferiore perfino a quello della flangia RF (non vediamo il vantaggio, per inciso) e, a fronte di questo, in prossimità dell'estremo tele sono entrambi f/6.3 (nel caso del 18-150mm, già da 100mm). Il 18-45mm, poi, parte da f/4.5...
Uno degli aspetti che abbiamo subito apprezzato del sistema RF è stata l'immediata disponibilità di ottiche pregiate. Speriamo che Canon prosegua su questa via, producendo anche qualche ottiche ottica RF-S di maggior apertura.
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
La risposta agli alti ISO è nella norma per una APS-C: la grana inizia a emergere, senza compromettere i dettagli, a 1600 ISO. Tra 3200 e 6400 ISO di ha una perdita di dettaglio (ovviamente) crescente, ma in assoluto piuttosto contenuta – anche i dettagli più minuti rimangono intellegibili. Oltre questo limite, che riteniamo essere quello di buona usabilità della macchina, il degrado qualitativo è rapido e inesorabile. In termini numerici, abbiamo rilevato un rapporto segnale/rumore di 20,3 dB @ 6400 ISO, da confrontare con i 27,1 dB dell'attuale top di gamma EOS R3.
100 ISO
6400 ISO
+3 EV
+4 EV
+5 EV
Nella media anche la malleabilità del RAW, che risente inevitabilmente del maggior rumore base rispetto alle 35mm, e non raggiunge il buon livello di altre EOS R. Emergono piuttosto in fretta dei falsi colori (rumore cromatico). Si tratta, come sempre, di valutazioni soggettive, ma a nostro parere la situazione rimane sotto controllo fino a 3 EV compresi, dopo di che i falsi colori tendono a prendere il sopravvento.
Infine, ormai non è più una sorpresa la risposta cromatica davvero molto buona delle EOS R già con profilo Standard e senza alcuna necessità di calibrazione. Come già osservato nel recente passato, la saturazione dei colori è praticamente perfetta e gli errori cromatici molto contenuti. In questo caso abbiamo registrato un dC94 medio (puro errore cromatico) di 2,71 punti, e un dE94 medio (comprensivo della componente luminanza) poco superiore a 5, con 5 punti che rappresentano la soglia di visibilità a occhio nudo.
La differenza tra i due indici è influenzata da un errore di esposizione rilevato poco inferiore al mezzo stop, non esattamente trascurabile ma certamente voluto da Canon per rendere le immagini più brillanti e piacevoli. Interessante, a proposito di errori voluti, la chiara de-saturazione dei verdi e dei magenta nei colori pastello e nei toni della pelle.