Riguardo la qualità delle immagini prodotte, non è cambiato molto rispetto ai modelli precedenti. Se il precedente sensore da 24 Mpixel ha fatto registrare 3500-3600 LW/PH, la X-H2 (con un sensore da 26 Mpixel) ha ampliato un po' la forchetta tra il risultato di default (meno di 3400 LW/PH) e il risultato ottimizzato (quasi 3800 LW/PH).
In altri termini, a differenza di altri sensori X-Trans, che abbiamo sempre visto produrre immagini estremamente incise già con le impostazioni di default, la X-H2 produce immagini leggermente più morbide, che richiedono un trattamento un poco più energico in post produzione. Chi lo desidera, non deve far altro che aumentare un po' il valore di Nitidezza per ottenere (anche grazie all'ottimo XF33mm utilizzato per i test di risoluzione) risultati record per il Sistema X.
Sopra: impostazioni di default. Sotto: Nitidezza incrementata da 40 a 55.
L'analisi visiva mostra una completa estinzione del pattern oltre le 3400 LW/PH, vale a dire 300 LW/PH oltre il limite dell'X-Trans CMOS 4.
Anche la risposta ad alti ISO è rimasta sostanzialmente invariata rispetto ai modelli precedenti, ma abbiamo notato un miglior comportamento ad alta sensibilità. Fino a 400 ISO, nelle nostre condizioni di prova, le differenze sono impercettibili. A 800 ISO inizia a emergere un pizzico di grana, che però si nota a fatica, e ancora a 1600 ISO, sebbene ovviamente si noti di più, non compromette minimamente il livello di dettaglio. Per questo possiamo dire che fino a 1600 ISO si lavora senza perdita di qualità.
160 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
51200 ISO
Un minimo degrado si inizia a percepire a 3200 ISO, e a 12.800 la perdita dei dettagli più fini è sì evidente, ma l'immagine rimane in gran parte "leggibile". Possiamo sintetizzare il tutto dicendo che Fujifilm è stata "onesta" nell'attribuire alla sua macchina il range di sensibilità nativa: fino a 12.800 ISO, la X-H2 è infatti certamente utilizzabile.
Per quanto riguarda la malleabilità del file, la X-H2 non è ovviamente una GFX, ma si difende piuttosto bene: fino a 3 stop di correzione i difetti rimangono perfettamente sotto controllo, poi emergono un po' di falsi colori, ma il degrado qualitativo non è drammatico fino a 5 stop compresi, che è davvero un ottimo risultato per una APS-C.
0 EV
+3 EV
+5 EV (MS)
+5 EV (ES)
Vale però la pena distinguere il comportamento con otturatore elettronico (ES) e meccanico (MS). Già sul campo, il nostro giornalista aveva notato un comportamento leggermente diverso tra i due, e la scheda tecnica supporta la tesi: il diverso tempo di lettura per la registrazione a 12 e 14 bit, con il tempo syncro flash per otturatore elettronico più vicino al valore dei 12 bit, lascia presupporre una diversa profondità colore tra MS ed ES.
La differenza pratica è visibile dal confronto tra le ultime due immagini qui sopra, con il file ES che, nonostante l'identico trattamento, mostra una maggiore presenza di falsi colori. A prima vista, sembra che anche l'esposizione sia leggermente diversa, ma questo, dati alla mano, non è vero. Si tratta probabilmente di un effetto ottico dovuto proprio ai falsi colori.
NOTA: La differenza tra il file ottenuto con otturatore elettronico e meccanico emerge a seguito di trattamenti estremi (qui, una sovraesposizione di 5 EV), ma è poco o per nulla visibile nella maggioranza dei casi comuni.
Un esempio di rumore in condizioni tipiche della caccia fotografica diurna: a sinistra, particolare del soggetto in piena luce, ripreso a 500 ISO. A destra: particoalre del soggetto in ombra, ripreso a breve distanza temporale dal precedente, ma a 1000 ISO - un pizzico di grana si nota, ma il risultato è, a nostro avviso molto buono tenendo conto che alle immagini qui sopra non è stato applicato alcun de-noise in post-produzione.
Chiudiamo infine con la risposta cromatica, complessivamente di buon livello. La saturazione dei colori (100-110%) è ottimale e pressoché costante in diversi contesti, con diverse impostazioni, e nel range di sensibilità 160-6400 ISO.
Più nel dettaglio, Fujifilm ha scelto una sovra-saturazione piuttosto accentuata per il verde e i rossi-arancio, che rende le immagini (soprattutto paesaggio) piacevolmente sature; da questo comportamento scende l'errore cromatico massimo piuttosto elevato visibile nei risultati. Al contrario, i toni pastello e i toni della pelle vengono leggermente desaturati, per dare all'incarnato un aspetto più neutro che, a titolo personale, troviamo piacevole. Non si segnalano veri e propri errori cromatici, cioè errori nella tinta anziché nella sua saturazione. A differenza di altre Fujifilm viste in passato, la X-H2 ha mostrato una leggera tendenza alla sovraesposizione, mediamente quantificabile in 1/3 EV (ma che nella nostre condizioni di prova è arrivata a sfiorare il mezzo stop).