Quasi contemporaneamente alla nuova ammiraglia, Fujifilm ha presentato anche la versione ad alta risoluzione della sua nuova top di gamma Serie H. Si chiama, semplicemente, H2. Offre quasi il doppio dei megapixel rispetto alla gemella più votata alle performance (40 contro 26) e video 8K, in un corpo macchina che, per il resto, è assolutamente identico.
Fujifilm ripropone dunque il dualismo alta velocità / alta risoluzione che ha caratterizzato le EOS professionali per un decennio, ma con una importante differenza tra i due modelli, che va oltre i dati di risoluzione e cadenza di scatto. La nuova Fujifilm H2 utilizza infatti un sensore che, a differenza di quello della H2S, non è di tipo stacked. Anche per questo la H2 è decisamente meno votata all'azione rispetto alla H2S.
Non si tratta dunque di una fotocamera "tutto in uno" che punta a coniugare azione e risoluzione, come possono essere Nikon Z9 e Sony A1, ma di un modello specialistico che si trova a suo agio con soggetti statici e si propone un solo, semplice scopo: assicurare la maggior qualità d'immagine oggi possibile con una Fujifilm Serie X. Una qualità, secondo i tecnici Fujifilm, inedita per il formato APS-C.
Abbiamo avuto l'occasione di provare la macchina prima del debutto ufficiale, e possiamo quindi dare le nostre impressioni che, per ovvie ragioni, si concentreranno in modo particolare sulla resa del sensore.
Rimandiamo alla recensione della H2S per quanto attiene agli aspetti ergonomici.
Una buona notizia arriva dal prezzo di listino, sensibilmente più basso di quello della H2S – evidentemente il sensore stacked incide molto sul prezzo finale. Per la Fujifilm H2 parliamo infatti (a meno del solito centesimo) di 2300 Euro per il solo corpo, 500 i meno rispetto alla sorella velocista. Sarà disponibile anche un kit con XF XF16-80mm F4 R OIS WR a 2800 Euro. In pratica, rispetto alla versione S, con la H2 si acquista, allo stesso prezzo del corpo, anche il versatile zoom standard equivalente a 24-120mm ad apertura costante f/4.
SPECIFICHE | X-H2 |
X-H2S |
SENSORE | X-Trans CMOS 5 HR APS-C | X-Trans CMOS 5 HS APS-C |
RISOLUZIONE | 40,2 Mpixel - 7728x5152 |
26,16 Mpixel - 6240x4160 |
FORMATO FILE | RAW 14 bit, JPEG, HEIF | |
SENSIBILITA' (ESTENSIONE) | 125-12.800 ISO (64-51.200 ISO) | 160-12.800 ISO (80-51.200 ISO) |
MIRINO | OLED 0,5" 5.76M punti 0,80x. Eye-point 24mm |
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DISPLAY | TFT Touch-Screen 3" (7,5 cm) / 1.6M punti | |
TEMPI DI POSA | MS: 15m - 1/8000s ES: 15m - 1/180000s |
MS: 15m - 1/8000s ES: 15m - 1/32000s |
SYNCRO FLASH | (MS) 1/250s (ES) 1/125s |
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SCATTO CONTINUO | (MS) 15 fps / 1000+ RAW (ES) 20 fps / 1000+ RAW CROP 1,29x |
(MS) 15 fps / 1000+ RAW (ES) 40 fps / 140 RAW |
ESPOSIMETRO | Sensore principale / 256 zone | |
AUTOFOCUS | AF Ibrido | |
N° PUNTI (ZONE) AF | 425 totali Single: 13x9 / 25x17 zone Zone: 3x3 / 5x5 / 7x7 su griglia 13x8 |
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SENSIBILITA' AF | Fase: -7 EV Contrasto: -4EV |
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VIDEO | 8K (16:9) 7680x4320 25/30p |
6,2K (3:2) 6240x4160 - 25/30p |
ALTRE FUNZIONI | Stabilizzatore 5 assi / 7 Stop, Panorama | |
OBIETTIVI COMPATIBILI | Baionetta X-Mount | |
I/O | ||
MEMORY CARD | 1x SD (UHS-II) + 1x CFe Type B | |
INTERFACCE | USB-C, HDMI Type A, Mic-in, Cuffie, Scatto remoto, PC Sync, Wi-Fi, BT |
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BODY | ||
FLASH | FLASH EF-X8 (NG 8) | |
BATTERIA | NP-W235 / 540 scatti (CIPA, Modalità Normale) | NP-W235 / 580 scatti (CIPA, Modalità Normale) |
DIMENSIONI (LxAxP) | ≈ 136x93x85 mm |
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PESO | 660g |
Esaminiamo, con l'aiuto della tabella riassuntiva qui sopra, le differenze tra i due modelli H2 e H2S. Abbiamo già detto del sensore, differenza principale tra i due modelli, mentre la gamma ISO è rimasta invariata. Anzi, per essere precisi, la H2 ha una base ISO di 125 contro 160 e, come vedremo tra poco, non si tratta solo di un'opzione software: la H2 non è infatti molto lontana dalla H2S quanto a rumore.
La cadenza di scatto richiede qualche spiegazione extra. Identica tra i due modelli quando si utilizza l'otturatore meccanico, si riduce nel caso della H2 a 13 fps massimi con otturatore elettronico a pieno formato. Le cadenze di scatto superiori, fino a 20 fps, comportano un fattore di crop 1,29x.
Attenzione anche ai differenti formati video. La H2 arriva a 8K in formato 16:9 con possibilità di registrare 24, 25 o 30 fps, e offre una risoluzione intermedia che viene chiamata 6,2K, esattamente come sulla H2S, ma che registra in diverso formato – 16:9 per la H2, 3:2 per la H2S.
Il tempo minimo di posa con otturatore elettronico è stato ulteriormente ridotto e, infine, l'ultima differenza riguarda l'autonomia. Nonostante i due modelli utilizzino identica batteria, la H2 consuma un po' di più e la sua autonomia si ferma a 540 scatti.
La diversa struttura del sensore si riflette ovviamente sull'operatività. La sua velocità di lettura, sensibilmente inferiore a quella del sensore che equipaggia la H2S, da origine a un evidentissimo effetto Rolling Shutter, e la visione nel mirino EVF è meno fluida di quanto abbiamo osservato (e apprezzato) sulla H2S. Nessuna di queste due cose ha, però, grande importanza in questo prodotto. La avrebbe se la H2 fosse l'unico modello della serie H, e venisse proposta da Fujifilm come ammiraglia a tutto tondo, ma la differenziazione tra H2 e H2S è chiara e inequivocabile.
Il pubblico di riferimento della H2, verosimilmente, non avrà mai a che fare con l'effetto Rolling Shutter e, nel remoto caso, potrà scattare con otturatore meccanico a qualcosa come 15 fps, che oggi sembrano poca cosa di fronte ai 40 della H2s ma che, è bene ricordarlo, sono più che sufficienti per la grande maggioranza dei contesti dinamici…
Il mirino non sarà fuidissimo, e nello scatto continuo si sperimenterà l'effetto slide-show. Difetto con cui pressoché tutti i fotografi mirrorless hanno finora convissuto e che, per un utilizzo occasionale, si può a nostro avviso indubbiamente accettare.
A fronte di queste fisiologiche penalizzazioni prestazionali, la H2 assicura effettivamente una qualità d'immagine – perlomeno un livello di dettaglio – mai visto prima su una APS-C. Iniziamo dal dato assoluto: circa 5000 LW/PH dopo ottimizzazione…
Un dato davvero notevole se confrontato con quello della Sony A1 (Full frame da 50 Mpixel, 5100 LW/PH) o della EOS R5 (Full Frame da 45 Mpixel, 5040 LW/PH). Certo, bisogna dare atto a Sony che la A1 ci è stata fornita ed è stata testata con lo zoom 24-70mm, mentre la H2 con il nuovo e più inciso XF33mm, e che i sensori X-Trans beneficiano di punteggi leggermente "ottimistici" grazie alla particolare struttura del loro filtro RGB. Ciò non toglie che i sensori APS-C nella classe dei 24 Mpixel fanno registrare, nella migliore delle ipotesi, punteggi nell'ordine delle 3600 LW/PH (ancora la recente EOS R10, APS-C da 24 Mpixel, si è fermata a ridosso delle 3500 LW/PH). Le 5000 di questa H2 sono dunque oggettivamente eccellenti.
Ancora un confronto, che certamente qualcuno troverà fuori luogo: il sensore da 50 Mpixel della medio formato GFX 50S (poi utilizzato anche dalla Mark II), ha fatto registrare a suo tempo grossomodo lo stesso punteggio. Certo, si tratta di un sensore che ha debuttato del 2016, e che mantiene un sensibile vantaggio in termini di comportamento ad alti ISO, ma leggere lo stesso numero in fondo alla colonna ci ha fatto una certa impressione.
H2-3200ISO
H2S-3200ISO
H2-6400ISO
H2S-6400ISO
H2-12800ISO
H2S-12800ISO
A questo punto, molti staranno pensando: "Tutta questa risoluzione costerà cara in termini di comportamento ad alti ISO". Beh, non così cara a dire il vero. Ecco di seguito alcuni crop scattati dalle due fotocamere nelle stesse condizioni. Come si può notare, la differenza inizia a essere piuttosto evidente a 12.800 ISO, ma non arriva mai, a nostro giudizio, a un pieno stop di differenza. Semmai si potrebbe dire che, se la H2S si merita pienamente di considerare i 12.800 una sensibilità nativa, per la H2 questa attribuzione è un poco ottimistica.
Ci ha poi davvero stupito la malleabilità del RAW. La Fujifilm X-H2 si è infatti dimostrata sostanzialmente ISO invariante tra 100 e 6400 ISO, intendendo con questo che tra il file scattato a 6400 ISO e quello scattato a 100 ISO e sovresposto in post-produzione di 6 stop non abbiamo notato differenze, se non un pizzico (davvero un pizzico) di rumore cromatico in più nel file elaborato.
Dall'alto: scatto a 6400 ISO, scatto a 100 ISO non modificato, scatto a 100 ISO sovraesposto di 6 EV.
La messa a fuoco è funzionalmente identica a quella della H2S, ma la maggior densità di pixel significa anche maggior numero di rilevatori di fase (il numero esatto non è specificato dal costruttore), il che si traduce i maggiore accuratezza soprattutto nel caso di soggetti con dettagli finissimi.
Da sottolineare infine le funzioni nuove ed esclusive di questo modello: moltiplicatore digitale 1,4x e 2x, operato tramite ritaglio che porta a mantenere, rispettivamente, 5472x3648 pixel (20M) e 3888x2592 pixel (10M), e la funzione pixel shift, per la prima volta implementata in un modello Fujifilm (20 scatti danno origina e una fusione – da effettuare in post-produzione – da 160 Mpixel).
In conclusione, ci è piaciuta molto la H2S e ci piace molto anche questa H2, che a dispetto delle molte similitudini con la sorella ha un'anima profondamente diversa. Certo, questa diversità con la H2S la rende un po' meno speciale… La H2S è infatti, al momento in cui scriviamo, l'unica fotocamera APS-C a potersi fregiare davvero del titolo di mirrorless per fotografia sportiva.
"Sei sicuro di volermi fotografare con quel diaframma?!?" Un assaggio del nuovo XF56mm F1.2 R WR @f/1.2.
La H2 è però, dal canto suo, la APS-C che assicura oggi il maggior livello di dettaglio, e lo fa costando 500 Euro meno della sua gemella sportiva. Due caratteristiche che non mancheranno di procurarle diversi estimatori.
Rimpianti?!? Beh, abbiamo scritto nella recensione della H2S che la nuova struttura del corpo macchina ci ha convinto, in estrema sintesi perché più adatta a una fotocamera sportiva. La H2, però, è stata da noi usata soprattutto con il nuovo XF56mm F1.2 R WR contestualmente annunciato (in un prossimo articolo le nostre impressioni anche sul nuovo obiettivo), e in un simile contesto, ritrovare la ghiera dei tempi non ci sarebbe dispiaciuto.
Forse Fujifilm avrebbe potuto creare due linee fisicamente differenti, ma ci rendiamo conto che questo avrebbe comportato costi superiori – probabilmente eccessivi – e che, altrettanto probabilmente, si tratta solo di un eccesso di nostalgia di alcuni vecchi signori. Voi vorreste un'operatività "old style" su una fotocamera da studio top di gamma?