La pulizia del design va di pari passo con la semplicità. Poche funzioni, perlopiù ben note, gestite attraverso un'interfaccia razionale e piacevole da utilizzare. In fase di scatto, il display posteriore mostra inizialmente la scena ripresa che, complici le generose dimensioni del display, appare piacevolmente "sgombra". Anche richiamando più informazioni sullo schermo, infatti, queste (sempre ben disposte) non vanno mai a interferire con i soggetti ripresi.
Uno swipe verso il basso, o la pressione del pulsante Menu, e si accede alla schermata riassuntiva dei parametri di scatto, da cui è già possibile intervenire sulle impostazioni più prettamente fotografiche. Uno swipe verso sinistra, o un secondo click sul pulsante menu, porta poi al menu completo, che si compone di 10 categorie principali (Esposizione, Messa a fuoco, Qualità, Flash, Display, Alimentazione, Memoria, Stabilizzazione, Wi-Fi e Informazioni generali). Molte di queste contengono pochissime voci; ad esempio, Qualità contiene le voci Formato immagine e Profondità colore. In sintesi, non si corre certo il rischio di perdersi nel menu…
I programmi di scatto, poi, sono i classici PASM, più un programma completamente automatico. Non mancano 5 posizioni custom, che stranamente – e questo è l'unico appunto che muoviamo all'interfaccia – non sono direttamente raggiungibili dai programmi di scatto, ma dal menu dedicato Profili personalizzati nel gruppo Informazioni generali. Una scelta bizzarra, tanto che sulle prime abbiamo temuto non ci fossero programmi custom, tipicamente importanti per i professionisti dediti allo still-life.
La semplicità, però, non sempre si traduce in efficacia, e purtroppo per Hasselblad, è questo il caso. Abbiamo già menzionato la messa fuoco esclusivamente One-Shot, che rende davvero problematico fotografare soggetti in movimento. La futura disponibilità di messa a fuoco continua sarà la benvenuta, come è stata benvenuta la modalità video aggiunta al modello precedente con il firmware 1.2, ma troviamo deprecabile dover attendere un aggiornamento firmware per avere una funzione di primaria importanza.
Nel frattempo, mancano all'appello anche un riconoscimento occhi che avrebbe fatto comodo nel ritratto, anche per sopperire alla problematica selezione manuale del punto AF e, per l'appunto, un comando fisico per muovere efficacemente il punto AF, perché toccare lo schermo nel punto desiderato funziona quando la macchina è su cavalletto, ma non certo quando si usa il mirino. D'altro canto, né il display usato come track PAD né lo spostamento tramite pulsante di attivazione e ghiere sono soluzioni ideali – lente le ghiere, impreciso il PAD.
Insomma, catturare soggetti meno che immobili con la X2D 100C non è impossibile, ma certo è più difficile che con altre fotocamere. Difficile – ed è questo a deluderci maggiormente – esattamente quanto lo era con le X1D. Un vero peccato.
Anche le immagini più banali acquistano un sapore speciale, complice la vistosissima vignettatura degli obiettivi da noi provati. Eccezionale la texture dei materiali.
A questo si aggiungono alcune peculiarità già viste sui precedenti modelli, come l'impossibilità di usare la funzione auto-ISO in M, o l'assenza di una modalità di lettura esposimetrica che copra l'intero fotogramma (si va dal 2,5% della lettura spot collegata al punto di messa a fuoco al 25% delle letture centro ponderato e centro spot) – altre piccole mancanze che potranno infastidire più di un fotografo.
Di contro, la modalità di messa a fuoco manuale con le nuove ottiche XCD-V è, probabilmente, la migliore disponibile sul mercato. Innanzitutto, con queste ottiche si ha a disposizione il meccanismo push-pull sulla ghiera di messa a fuoco, che consente di passare in un lampo dall'automatismo al controllo manuale. Poi, in modalità manuale è possibile richiamare a schermo un efficace indicatore di conferma fuoco che mostra, attraverso la posizione di una freccia periferica, direzione e distanza dalla corretta focheggiatura. Quando l'indicatore è al centro, l'intero mirino si colora di verde e il gioco è fatto, la nitidezza è garantita con grande precisione e ripetibilità. Dato infine che l'indicatore è posizionabile liberamente sul display, ecco che nello still-life si lavora davvero molto bene.
Peccato, per uno strumento così fortemente votato a questo genere fotografico, non poter inclinare lo schermo vero il basso. Non è infatti raro, per chi fotografa oggettistica, dover puntare l'obiettivo verticalmente verso il basso.