Di tanto in tanto, la tecnica progredisce al punto da rendere possibile un balzo in avanti nelle performance o nelle caratteristiche funzionali di un prodotto. Nel caso degli zoom standard, nati per la fotografia con il Voigtlander-Zoomar 36-82mm f/2.8 nel 1959, il progresso coincide con una progressiva riduzione della focale minima, che ha dato a queste ottiche capacità grandangolari sempre maggiori.
Negli anni '70 erano molto diffusi i 35-70mm. Negli anni '90 si è passati al 28-70mm, e negli anni 2000, complici le nuove richieste del digitale, si è arrivati agli attuali 24-70mm o 24-105mm. Sony per prima introduce oggi lo zoom standard 20-70mm, in particolare il Sony FE 4/20-70 G.
Si tratta di un'ottica di stampo moderno, ricca di elementi pregiati e costruita per assicurare grande nitidezza da angolo ad angolo e una messa a fuoco veloce e silenziosa, anche a beneficio della ripresa video (inevitabilmente tenuta in buona considerazione).
OBIETTIVO | FE 20-70mm F4 G | FE 28-70mm F3,5-5,6 OSS | 24-70 mm F4 ZA OSS | FE 24-70 mm F2,8 GM | FE 24-105 mm F4 G OSS |
Prezzo | € 1.600,00 | € 550,00 | € 1.000,00 | € 2.100,00 | € 1.350,00 |
Zoom | 3,5x | 2,5x | 2,9x | 3x | 4,4x |
Focale eq. APS-C | 30-105mm | 42-105mm | 36-105mm | 36-105mm | 36-157,5mm |
Angolo di campo | 94° | 75° | 84° | 84° | 84° |
Gruppi/Lenti | 13/16 | 8/9 | 10/12 | 13/18 | 14/17 |
Diaframma | 9 lamelle | 7 lamelle | 7 lamelle | 9 lamelle | 9 lamelle |
Rapp. Ingrandimento | 0,39x | 0,19x | 0,20x | 0,24x | 0,31x |
DxL | 78,7x99mm | 72,5x83mm | 73x94,5mm | 87,6x136mm | 83,4x113,3mm |
Peso | 488g | 295g | 426g | 886g | 663g |
Filtro | 72mm | 55mm | 67mm | 82mm | 77mm |
Note | Stabilizzato | Stabilizzato | Stabilizzato |
Si tratta, allo stesso tempo, di un'ottica compatta e leggera, che vuole proporsi anche come buona compagna di viaggio. Lo si intuisce immediatamente dall'apertura massima f/4, ma anche dall'assenza di stabilizzatore, di cui è invece dotato il cugino Zeiss 24-70mm F4 ZA OSS. Cugino a cui, per inciso, il nuovo 20-70mm somiglia fisicamente molto. Con i suoi quasi 500g e le dimensioni riassunte in tabella, in termini di portabilità il nuovo arrivato si posiziona in effetti molto vicino a quest'ultimo, offrendo però una visione panoramica decisamente più ampia.
A livello economico, con i suoi 1600 Euro di listino, l'FE 20-70mm F4 G si pone nella fascia alta del mercato, secondo solo al pregiato 24-70mm F2.8 GMaster. Sarà disponibile per la vendita tra poco più di un mese, indicativamente tra fine febbraio e inizio marzo 2023.
Fisicamente, si tratta di uno zoom a lunghezza variabile, cioè con il barilotto interno che scorre e si estende passando da 20 a 70mm. Si tratta di una scelta comune per gli zoom amatoriali, coerente con la necessità di contenere le dimensioni in fase di trasporto. Il contro è che il leggero barilotto interno in materiale plastico, pur fluido e privo di gioco, non restituisce la stessa sensazione di robustezza delle ottiche a zoom interno.
Il diametro del corpo esterno è quasi costante, a partire dalla piccola ghiera dei diaframmi che spazia tra f/4 ed f/22. Due selettori a lei dedicati consentono di scegliere tra un movimento continuo oppure a passi di 1/3 EV (click / de-click), e di bloccare eventualmente la ghiera in posizione Auto oppure nella zona di selezione manuale (IRIS LOCK).
Sopra la ghiera dei diaframmi si trova la ghiera di zoom, piuttosto ampia (circa 20mm) e decisamente confortevole. Segue una "zona neutra" in cui sono stati alloggiati il selettore AF/MF e il doppio pulsante programmabile, posizionato in modo da essere comodamente raggiungibile con la fotocamera sia in orizzontale sia in verticale.
L'ultima ghiera è ovviamente quella di messa a fuoco, come di consueto by-wire, di dimensioni analoghe a quella di zoom. Come da tradizione Sony, la ghiera di messa a fuoco è molto morbida e fluida, tanto da poter essere facilmente utilizzata con il solo dito indice.
Particolare al 200% - Risoluzione (centro immagine) a 35mm (sinistra) e 70mm (destra), focale alla quale l'ottica perde qualche punto. Le differenze però, come si può vedere, sono minime.
All'interno dell'obiettivo si trovano 16 lenti suddivise in 13 gruppi, delle quali quasi la metà è speciale. Presenti infatti 3 lenti a bassissima dispersione ED e ben 4 lenti asferiche, delle quali 2 Advanced Aspherical, una ED Aspherical, quindi asferica e a bassa dispersione, e un'ultima lente "semplicemente" asferica.
L'elemento frontale è rivestito con fluorite, per favorirne la pulizia (la fluorite tende a repellere acqua, olii e altri contaminanti), e l'intero obiettivo è protetto contro l'ingresso di polvere e umidità.
Particolare al 200% - Nitidezza impeccabile anche ai bordi. Qui sopra, alla focale di 35mm...
... qui, a 70mm. Oltre alla nitidezza, si può apprezzare l'assenza di aberrazione cromatica.
Per quanto riguarda la messa a fuoco, Sony ha scelto 2 motori lineari XD (eXtreme Dinamyc), più che sufficienti per garantire prestazioni di prim'ordine. A 20mm, la focheggiatura è infatti pressoché istantanea, e anche a 70mm tutto si risolve in pochi decimi di secondo. Per chi ama i confronti, la velocità di messa a fuoco di questo nuovo Sony FE 4/20-70 G è mediamente superiore del 60% rispetto all'attuale 24-70mm Zeiss. Anche in questo caso, inoltre, l'obiettivo è studiato per minimizzare il focus breathing (variazione della lunghezza focale effettiva al variare della distanza di messa a fuoco), caratteristica importante nella ripresa video e in particolari scenari fotografici (focus stacking).
Ancora a proposito di messa a fuoco: regolarmente, in ogni recensione di obiettivo Sony, lodiamo la minima distanza di focheggiatura, sempre ridotta, che si traduce in rapporti massimi di ingrandimento interessanti. In questo caso, però, i progettisti Sony sono stati particolarmente bravi, perché la distanza minima in Manual Focus è di soli 25cm (tra 25 e 30 cm con autofocus), per un rapporto massimo di ingrandimento di 0,39x. Ricordiamo ottiche economiche di qualche decennio fa che, con rapporto di ingrandimento analogo, stampigliavano la scritta "macro" sul barilotto…
Lo abbiamo provato sulla Sony A7R Mark IV, un banco di prova davvero impegnativo dati i suoi 61 Mpixel, e l'FE 4/20-70 G ha mantenuto buona parte delle promesse, soprattutto in termini di risoluzione.
I punteggi migliori si osservano a f/5.6. A diaframmi f/4 e f/8 i risultati sono assolutamente confrontabili anche se, rispetto ad altre ottiche di ultima generazione, questo FE 20-70mm F4 G sembra soffrire leggermente di più alla massima apertura, nonostante non si tratti di un obiettivo super-luminoso.
Sopra: immagine intera. Sotto: Particolare a grandezza reale, in cui si può distinguere il fotografo riflesso negli occhi del gatto.
Quanto ai punteggi assoluti, parliamo di picchi massimi superiori a 5800 LW/PH, il che, anche tenendo conto di un'ottimizzazione effettuata per la focale 70mm (leggermente più "morbida"), che porta a una certa sovrastima alle focali inferiori, è un risultato oggettivamente eccezionale.
Possiamo sinteticamente dire che questo 20-70mm F4 G è il degno fratello minore del 24-70 F2.8 GM, che rimane il punto di riferimento qualitativo tra gli zoom standard ma non è lontanissimo.
Ottima anche la nitidezza ai bordi, eccellente a tutte le focali tra f/5.6 e f/11 mentre, anche in questo caso, alla massima apertura la perdita è stata superiore alle attese, considerato che f/4 non è un'apertura elevatissima.
Buone notizie arrivano anche dall'analisi dell'aberrazione cromatica, che in nessun caso ha mai superato il valore di 1 pixel, risultando per questo praticamente invisibile all'interno delle immagini reali.
Molto deludente, invece, la vignettatura. Capiamo bene la difficoltà intrinseca di arrivare a 20mm, ma in questo caso parlare di caduta di luce ai bordi è un eufemismo: con una perdita media dell'ordine dei 10 stop agli angoli, l'effetto è quello del "tunnel" che si osserverebbe montando per errore il paraluce di un tele…
Oltretutto, a 20mm l'effetto non scompare mai, nemmeno ai diaframmi più chiusi (ancora a f/11, parliamo di una perdita media agli angoli di circa 7 EV), e ancora a 70mm la vignetta alla massima apertura è tutt'altro che trascurabile (agli angoli, circa 2- EV @ f/4, circa -1 EV @ f/5,6). A onor del vero, nemmeno il 24-70mm GMaster era fenomenale sotto questo specifico aspetto, ma qui siamo su tutt'altro piano.
Esempio reale di vignettatura a 20mm: l'effetto "tunnel" agli angoli è davvero molto evidente, nonostante il pieno controluce e lo sfondo molto luminoso. A prosito di controluce, i raggi del sole al margine sinistro mostrano l'eccellente resistenza al flare.
Le distorsioni, infine, sono ovviamente evidenti a 20mm ma non drammatiche (soprattutto considerata la ridotta focale). A 24mm il risultato è già ottimo, e nell'intorno dei 35mm le distorsioni si annullano, per poi cambiare di segno e diventare "a cuscinetto" verso l'estremo tele. Come sempre, la futura disponibilità di un profilo specifico renderà il difetto irrilevante.
Niente di particolare da segnalare dall'analisi visive: coma non pervenuto, effetto cipolla contenuto, astigmatismo trascurabile.
Tutto ciò considerato, come giudicare il nuovo FE 4/20-70 G (SEL2070G)? Sicuramente siamo di fronte a un obiettivo funzionalmente interessantissimo. I 4 millimetri extra all'estremo grandangolare fanno una grande differenza in termini di angolo di campo, donandogli un evidente vantaggio non solo nel paesaggio, ma anche nel reportage e in molti altri generi "insospettabili", come ad esempio la cerimonia, in cui si fa sempre più ampio uso di focali ultra-grandangolari.
Avere fino a 20mm in uno zoom standard compatto non solo è pratico, ma può anche eliminare la necessità di un'ulteriore ottica più corta. In questo senso, si può parzialmente giustificare un prezzo non esattamente modico, grossomodo il 50% in più del tipico 24-70mm f/4.