Essendo il sensore della A7R Mark V identico a quello del modello precedente, non ci si devono ovviamente attendere scostamenti significativi in termini di qualità d'immagine.
Quanto a dettaglio, avevamo rilevato per la Mark IV 5190 LW/PH (record per il formato 35mm), utilizzando lo zoom standard 24-70mm F2.8 GMaster e il piccolo tele FE 85mm F1.8. In questo caso, abbiamo avuto a disposizione per qualche giorno anche il pregiato FE 135mm F1.8 GMaster, e abbiamo dunque colto l'occasione per valutare meglio il medio tele da ritratto più interessante del catalogo Sony, anticipato in questa news senza avere però occasione di effettuare test quantitativi.
I risultati sono ben sintetizzati dal grafico dei punteggi MTF che, volendo concentrarci inizialmente sul sensore, mostra innanzitutto un valore massimo di oltre 5400 LW/PH, fissando un nuovo record. A tale punteggio in LW/PH corrisponde un valore di poco meno di 0,43 cicli/pixel, molto vicino al massimo teorico di 0,5 (era circa 0,41 per la Mark IV).
Questo ci dice anche che, che in presenza di ottica ideale, questo sensore sfonderebbe agevolmente il tetto delle 6000 LW/PH, arrivando molto vicino a utilizzare ciascuna delle sue 6336 linee; il che, considerata la densità di pixel, è un risultato davvero impressionante.
Quello che più ci ha colpito in questa prova, però, è stato proprio il 135mm GMaster. Sapevamo già trattarsi di uno splendido obiettivo, ma vedere nero su bianco punteggi al centro del fotogramma costantemente superiori a 5000 LW/PH tra f/1.8 e f/8 ci ha comunque positivamente colpito. Di fatto la risposta è pressoché piatta a qualunque reale diaframma di lavoro. Non solo: eccezionale la tenuta ai bordi, che mostra una perdita di incisività davvero molto contenuta se paragonata a quella di altri obiettivi sulla carta altrettanto pregiati.
Lasciamo alle immagini di questa gallery il giudizio sulla resa estetica.
Per quanto riguarda il rumore e la "pulizia" dei file, abbiamo rilevato un rapporto segnale/rumore base a 100 ISO di 36,6 dB e un rapporto segnale/rumore di 21,7 dB a 6400 ISO, che si traducono in immagini indistinguibili tra loro nell'intervallo 100-800 ISO, un primo accenno di rumore – da cercare con lente d'ingrandimento – a 1600 ISO, e un primo, visibile (seppur piccolo) degrado qualitativo a 3200 ISO.
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
A 6400 ISO, il rumore è visibile ma i dettagli fini ancora non sono compromessi, e in questo scorgiamo un miglioramento rispetto alla A7R Mark IV, che pur utilizzando lo stesso sensore poteva probabilmente contare su algoritmi di de-noise meno avanzati. Ancora a 12.800 ISO le stampigliature sui nostri consueti integrati dello still-life risultano leggibili, il che ci riporta ai risultati della A7R Mark III da 42 Mpixel, rispetto alla quale la Mark IV aveva subito una flessione.
Analoga valutazione per i dettagli tono su tono e le texture, ben preservate fino a 6400 ISO compresi e ancora piuttosto buone a 12.800 ISO.
Contenuti gli errori cromatici medi, con un comportamento molto stabile e costante a tutte le sensibilità di lavoro sopracitate. Saturazione inferiore all'ideale con preset standard, ma come ormai normale, esistono diversi preset più d'impatto per chi preferisce colori accesi.
100ISO (0 EV)
+4EV
+5EV
+6EV
+6EV, NON CORRETTA
Infine, come ormai ci ha abituato Sony, eccellente la malleabilità del RAW. È possibile recuperare 4 stop senza notare di fatto alcun apprezzabile degrado qualitativo, e ulteriori 2 stop con degrado davvero minimo. Parliamo della possibilità di scattare per errore a 100 ISO una foto che si sarebbe dovuta scattare a 6400 ISO, potendo rimediare in post-produzione…