Il comparto fotografico è certamente tenuto in seria considerazione da tutti gli utenti smartphone. Non stupisce dunque che alcuni modelli si concentrino particolarmente su questo elemento, fino a farne un vero e proprio tratto distintivo. È il caso dei nuovi Vivo X90 Pro e Xiaomi 13 Pro, che vantano entrambi, tra le altre cose, collaborazioni con due giganti della fotografia quali Leica e Zeiss.
Confronto Smartphone fotografici top: Vivo X90 Pro vs. Xiaomi 13 Pro
Confronto Smartphone fotografici top: Vivo X90 Pro vs. Xiaomi 13 Pro. Analisi tecnica
Per questo, abbiamo deciso di mettere i due modelli alla prova (anche) come semplici fotocamere, con gli stessi criteri di prova che utilizziamo per compatte e mirrorless.
Stessi criteri non significa, però, identici strumenti. In effetti, con gli smartphone è impossibile utilizzare software di analisi per la misura di risoluzione, a causa dell'elevata sovra-elaborazione del file che falsa completamente i risultati.
Un esempio?!? L'immagine qui sotto mostra un confronto tra le modalità Standard, Pro e Hi-Res del vivo X90 Pro (valutazioni analoghe valgono per qualunque SmartPhone). Una rapida analisi visiva mostra che, per entrambe le modalità a risoluzione standard (cioè le modalità Standard e Pro), l'immagine conserva un buon livello di dettaglio fino a 1200 LW/PH. A 1600 compaiono i primi artefatti (soglia di aliasing) e, a partire da 2000 LW/PH, il livello di dettaglio inizia a ridursi, fino ad annullarsi nell'intorno delle 2400 LW/PH. Ciò non di meno, l'analisi numerica restituisce, per la modalità Standard (già artificialmente molto contrastata) poco meno di 3300 LW/PH, e per la modalità Pro (ancora, leggermente più aggressiva) più di 3300 LW/PH.
Paradossalmente, la modalità ad alta risoluzione da 50 Mpixel, che produce un file molto più ricco di informazione (sempre dall'analisi visiva: buon livello di dettaglio fino almeno a 2400 LW/PH, con le prime tracce di aliasing appena accennato a 2800 LW/PH) restituisce un file più "morbido" (probabilmente a causa del limite dell'ottica, che non regge una simile densità di pixel), e per questo il risultato numerico è inferiore – circa 2800 LW/PH, sostanzialmente in accordo con l'analisi visiva.
Se non è possibile ricavare analiticamente un dato numerico, non resta che affidarsi alla vista. Mostreremo alcuni particolari dei target di risoluzione, perlopiù con ingrandimento 200% per facilitare la lettura, sfruttando le parti che offrono riferimenti numerici. Tali riferimenti, non fosse chiaro, sono espressi in centinaia di LW/PH (es: 20 = 2000 LW/PH). Nessun problema, invece, per l'analisi numerica dei target colore, che verranno pertanto trattati come di consueto.
Quello di Vivo rappresenta la terza generazione di smartphone "fotografico", sviluppato in collaborazione con Zeiss, mentre per Xiaomi si tratta del capostipite di una nuova serie che nasce in collaborazione con Leica. Per entrambi, la nota tecnica più importante è la scelta, per la fotocamera principale, del sensore Sony IMX989 da 1" – lo stesso formato di quelle che comunemente si definiscono compatte premium.
Non è poco. Un sensore simile ha una diagonale di 16mm, da confrontare ad esempio con quella di 7,7mm del formato 1/2,3" (le "comuni" compatte) o con i 21,6mm del formato Micro QuattroTerzi. È, questa, in effetti, la prima generazione di sensori per smartphone che arrivano a giocare nella stessa categoria di un prodotto per appassionati di fotografia. Anche per questo, abbiamo voluto provocatoriamente includere qualche risultato preso dalla prova di una di queste compatte premium, la Sony RX 100 IV.
A differenza della compatta Sony, da 20 Mpixel, i due smartphone hanno scelto la soluzione dell'altissima risoluzione, ma flessibile, grazie alla tecnica del pixel-binning. In sintesi, il sensore può registrare pixel indipendenti o raggrupparne 4 in un solo "pixel equivalente", ottenendo così un'immagine da circa 12 Mpixel con miglior rapporto segnale/rumore.
I sensori posti dietro le ottiche ultra grandangolare e tele sono, come sempre, meno pregiati. Vivo ha scelto di utilizzare tutti sensori Sony: l'ultra grandangolare è l'IMX663 da 12 Mpixel, il tele è l'IMX758, da 50 Mpixel ma di formato sensibilmente più piccolo (1/2,4"). Xiaomi ha invece optato per il Samsung ISOCELL JN1, utilizzato sia per la fotocamera grandangolare sia per la tele. Si tratta ancora di un 50 Mpixel con funzione pixel binning, ma di formato ancora inferiore (1/2,7") – al debutto ha in effetti colpito soprattutto per la sue elevatissima densità. A titolo di confronto, possiamo dire che il pixel pitch del Samsung è 0,64/1,28 micron, a seconda che si utilizzi o meno il pixel binning, mentre per il Sony da 1" è, rispettivamente, 1,6/3,2 micron. Ecco cosa è emerso dal confronto.
Nell'utilizzo della fotocamera ultra grandangolare, i due contendenti si equivalgono. A risoluzione standard, X90 e 13 Pro si comportano esattamente allo stesso modo, tanto in modalità standard che attivando le rispettive modalità Pro: buon dettaglio fino a 1200 coppie di linee per altezza del fotogramma, comparsa di aliasing a 1600 e degrado a partire da 2000 LW/PH, con perdita pressoché totale di leggibilità nell'intorno delle 2400 LW/PH.
La modalità ad alta risoluzione del 13 Pro non porta qui nessun sostanziale giovamento. Ovviamente il file è più grande per effetto dei 50 Megapixel, e questo di per sé favorisce la leggibilità dei dettagli, ma se si osservano i target di risoluzione si nota che, anche in questo caso, tracce di aliasing compaiono a 1600 LW/PH, e i dettagli svaniscono a 2400 LW/PH. Con il piccolo sensore ISOCELL JN1, dunque, sembra inutile leggere i pixel separatamente – meglio utilizzare sempre il pixel binning per immagini da 12 Mpixel più pulite.
L'X90 non consente di scattare a 50 Mpixel con ottica grandangolare, in quanto, come detto poco sopra, dietro di essa si trova un sensore da 12 megapixel nativi.
Passando dal centro ai bordi, il quadro non cambia. Anche ai bordi, si osserva comparsa di aliasing intorno alle 1600 LW/PH, nessuna differenza apprezzabile tra le modalità Standard e Pro, e un vantaggio pressoché nullo della modalità 50 Mpixel del 13 Pro.
Passando alla fotocamera principale da 1", che fa uso di una focale da 23mm per entrambi i prodotti, il confronto continua con un serratissimo testa-a-testa. Entrambi gli smartphone si comportano infatti in modo pressoché identico, ed entrambi non mostrano, a risoluzione standard, alcuna variazione di rilievo rispetto al comportamento evidenziato con ottica grandangolare.
La novità principale della focale 23mm è che, grazie al sensore da 1 pollice, l'alta risoluzione porta un vantaggio sostanziale: buon livello di dettaglio fino a 2400 coppie di linee per altezza del fotogramma, con le prime tracce di aliasing (appena accennato) a 2800 e una reale perdita di dettaglio oltre la soglia delle 3000. In sintesi, a risoluzione doppia corrisponde grossomodo informazione doppia.
Sulle immagini la fotocamera è erroneamente indicata come 'Mark IV'
A 23mm è possibile fare un confronto diretto tra il sensore utilizzato dai due smartphone, il Sony IMX989, e il sensore da 1" e 20 Mpixel integrato nella Sony RX100 Mark VII. A sostanziale parità di focale, 23 contro 24mm, gli SmartPhone mostrano in effetti un pizzico di dettaglio in più ma, di contro, l'immagine dello SmartPhone è visibilmente meno incisa. L'impressione generale è di un sostanziale pareggio. Possiamo dunque dire che, grossomodo, a una fotocamera specialistica, supportata da un'ottica adeguata, basta la metà della risoluzione per dare la stessa impressione visiva di uno SmartPhone top di gamma. Ovviamente la compatta supera facilmente la modalità standard da 12 MegaPixel degli SmartPhone.
NOTA: Immagini ridimensionate, con risoluzione equalizzata alla maggiore (IMX989 50 Mpixel).
Come nel caso precedente, passando dal centro ai bordi il quadro non cambia. Il livello di dettaglio non degrada in modo percettibile, e i rapporti di forza tra i due Smartphone non cambiano, rimanendo in perfetto equilibrio. Anche in questo caso, ci siamo divertiti a mettere i due SmartPhone a confronto con la compatta RX100 VII da 20 Mpixel, ottenendo anche in questo caso un responso analogo a quello ottenuto al centro del fotogramma: sfruttando i suoi 50 Mpixel, il sensore Sony IMX989 assicura maggior dettaglio, ma la maggior acutanza della compatta "inganna" l'occhio, aumentando la nitidezza percepita e dando impressione visiva di un sostanziale pareggio.
A differenza della focale principale, la focale tele è diversa per i due SmartPhone: equivalente a 50mm per il Vivo X90 Pro ed equivalente a 75mm per lo Xiaomi 13 Pro. È per questo conveniente analizzare separatamente i due prodotti, a cominciare dall'X90 che, in modalità standard, non si comporta molto diversamente rispetto alla focale 23mm. Da segnalare invece che la modalità Pro risulta decisamente controproducente, azzerando completamente il livello di dettaglio leggibile già a 2000 coppie di linee per altezza del fotogramma.
La risoluzione 50 Mpixel, per questa focale (come per la grandangolare), non aiuta granché. Il file non ha un livello di dettaglio apprezzabilmente maggiore rispetto a quello generato dal sensore da 12 Mpixel – in entrambi i casi, a 2800 LW/PH il livello di dettaglio si azzera completamente. La perdita di informazione, rispetto ai 50 Mpixel utilizzati con la focale 23mm, è piuttosto evidente.
Lo Xiaomi 13 Pro si comporta in modo leggermente diverso. In questo caso, non abbiamo riscontrato differenze significative tra la modalità Standard e Pro – le due producono risultati pressoché identici. Nella fattispecie, a risoluzione standard non si osserva alcun degrado nemmeno nel passaggio tra 23 e 75mm equivalenti, il che è tanto più apprezzabile se si considera la focale relativamente "estrema" per uno Smartphone.
Di contro, a focale tele, sfruttare la massima risoluzione ha ancora meno senso che nel caso dell'X90: già a 2400 LW/PH si osserva un grigio uniforme senza alcun dettaglio, che è esattamente lo stesso risultato – forse leggermente peggiore – che si ottiene anche con 12 Mpixel.
La compatta RX100 VII utilizzata a 50mm, nonostante la risoluzione di soli 20 Mpixel, supera facilmente entrambi gli smartphone, mantenendo leggibilità dei dettagli sulle patch da 2000 e 2400 coppie di linee che, per gli smartphone, sono fuori portata.
Tornando agli smartphone, e sempre in tema di risoluzione, un elemento appare in conclusione piuttosto chiaro: il formato da 1 pollice fa una grande differenza, ed è l'unico per cui abbia senso utilizzare un sensore da 50 Mpixel a piena risoluzione.
Sopra: Vivo X90 Pro. Sotto: Xiaomi 13 Pro X90 Pro.
Passando dai benchmark sintetici alla valutazione dello still-life, che offre maggiori indicazioni di come l'accoppiata sensore-processore interpreti le scene reali, possiamo dire che, a risoluzione standard, X90 e 13 Pro si equivalgono solo alla focale di 23mm, mentre il 13 Pro mostra di avere un certo vantaggio sia alla focale grandangolare sia (soprattutto) alla focale tele, che restituisce immagini più incise rispetto alla controparte.
Sopra: Vivo X90 Pro. Sotto: Xiaomi 13 Pro X90 Pro.
Alla massima risoluzione, di nuovo i due SmartPhone si equivalgono a 23mm, mentre alla focale tele l'X90 restituisce immagini più morbide e naturali, il 13 Pro più elaborate e incise.
In questa scena la focale grandangolare è la peggiore per il 13 Pro. L'X90, come già detto, non consente di scattare a 50 MP alla focale grandangolare. Da ultimo, per entrambi, l'utilizzo della modalità Pro è complessivamente svantaggioso.
Differenze importanti nelle serie di immagini scattate a sensibilità crescente (Serie ISO), con Leica che ci ha messo il suo zampino. Il 13 Pro dimostra infatti di gestire meglio il rumore ad alti ISO, il che giustifica la scelta del costruttore di arrivare a quota 12.800 ISO quando il concorrente si ferma a 3200. In effetti, la leggibilità dei dettagli fini dello Xiaomi 13 Pro a 12.800 ISO è analoga a quella del vivo X90 Pro a 3200.
Da segnalare comunque uno strano comportamento del 13 Pro a 50 ISO, che sottoespone visibilmente l'immagine (circa 1 stop), rifiutandosi di scendere sotto 1/20s nonostante in altre circostanze abbia scattato regolarmente a 1/10s.
Il modello Vivo non consente di impostare manualmente la sensibilità quando si scatta a 50 Mpixel, mentre il 13 Pro lo consente, e abbiamo quindi effettuato solo per questo modello una serie ISO dedicata. Il risultato è che il maggior rumore e il maggior dettaglio della risoluzione superiore si compensano quasi esattamente, il che produce due serie ISO quasi identiche. Chiaramente, il sensore di maggior risoluzione degrada più velocemente ad alti ISO, il che rende l'uso dell'alta risoluzione – senza troppe sorprese – più vantaggioso a bassa sensibilità. Risultati alla mano, però, le differenze sono davvero minime.
Ancora a proposito di rumore e alti ISO, abbiamo voluto indagare sull'opportunità di salvare in formato RAW e procedere a uno sviluppo manuale. Ebbene, quasi mai siamo riusciti a ottenere manualmente un risultato più soddisfacente, anche dopo molto lavoro. L'unica, vera scelta che il RAW consente, mostrata nell'esempio qui sopra, è la possibilità di utilizzare de-noise meno aggressivo, ottenendo così un'immagine più incisa a spese di un maggior rumore.
Il livello qualitativo dei file prodotti da SmartPhone ad alti ISO è comunque ancora complessivamente troppo basso perché abbia senso investire in lavoro di post-produzione.
Entrambi i produttori di smartphone hanno fortemente evidenziato come la collaborazione con Leica e Zeiss abbia avuto alcuni dei migliori frutti nella gestione del colore delle foto scattate, con risultati molto più realistici rispetto all'elaborazione a colori super pompati tipica del passato.
Troviamo in entrambi i casi due preset "Zeiss Natural Color" e "Leica Autentico" che mirano a una rappresentazione realistica dei colori.
Per quanto riguarda l'X90, la risoluzione di 12 Mpixel produce risultati migliori dal punto di vista colorimetrico, con dati piuttosto buoni in assoluto: saturazione al 113%, errori dE94 medi nell'intorno di 8 punti, errore massimo oltre i 28 punti.
Standard
50 Mpixel
Zeiss Natural Color
Alla risoluzione inferiore, esiste inoltre una visibile differenza tra utilizzare o meno il preset Zeiss. Senza di esso, la risposta è molto più "da cellulare": saturazione quasi al 128%, errori dE94 medi di oltre 9,5 punti, errore massimo oltre quota 32. A 50 Mpixel, viceversa, sembra che il preset Zeiss non abbia alcun effetto, e la risposta è pressoché identica alla modalità standard: saturazione oltre il 127%, errori dE94 medi di oltre 10 punti, errore massimo oltre 34 punti.
Lo Xiaomi 13 Pro, viceversa, ha un comportamento molto più omogeneo tra le fotocamere da 12 e 50 Mpixel. In entrambi i casi, la saturazione è a un valore ottimale, nell'intorno del 112%, gli errori dE94 medi nell'intorno dei 12 punti e l'errore massimo tra 24 e 30 punti.
I preset Autentico e Vibrant, in effetti molto simili tra loro, hanno entrambi un effetto positivo sull'immagine. Passando dall'uno all'altro la saturazione cresce solo di 2 punti, dal 113% circa al 115% circa, rimanendo comunque entro un limite di sostanziale fedeltà, e gli errori cromatici dE94 – sia medio dia massimo – si dimezzano. Indubbiamente, l'elaborazione Leica si è dimostrata più efficace della controparte Zeiss.
Standard
50 Mpixel
Leica Autentico
Concludiamo con alcune considerazioni meno tecniche e più "operative".
Innanzitutto, vale la pena segnalare che l'ottica 75mm Leica dello Xiaomi 13 Pro ha una distanza di messa a fuoco molto bassa e, considerato che alla risoluzione standard non perde praticamente nulla, può essere utilizzata come ottica di default, per evitare l'orrendo effetto grandangolo nella ritrattistica tipico dei cellulari. Bisogna però passare alla fotocamera principale e al sensore da 1" quando si desidera scattare a 50 Mpixel.
In seconda battuta, per il mondo smartphone, il formato RAW continua a essere un gadget: richiede tempo di sviluppo per risultati che quasi mai sono superiori ai JPEG in-camera, specie se si utilizzano i preset Leica Autentico o Vibrant del 13 di Xiaomi. Di fatto il RAW è ancora praticamente inutile sugli smartphone.
Infine, spesso gli smartphone multi-fotocamera offrono risultati molto diversi tra la fotocamera principale e le focali accessorie, mentre nel caso di Vivo X90 Pro e Xiaomi 13 Pro è possibile cambiare ottica mantenendo un comportamento omogeneo.
Quale sceglieremmo, ovviamente basandoci solo sulla valutazione del comparto fotografico?!? Il giudizio delle persone coinvolte in questo test è stato omogeneo e piuttosto chiaro: Xiaomi 13 Pro. Già in prima battuta, scattando e riguardando le foto sullo schermo dello smartphone e su PC, la proposta Xiaomi è parsa in netto vantaggio. I risultati delle prove hanno in parte ridimensionato il divario, con i due contendenti che si sono dimostrati per diversi aspetti equivalenti, ma la migliore fotocamera tele e il comportamento colore fanno pendere chiaramente l'ago della bilancia verso Xiaomi 13 Pro.