Questo sensore ha già dimostrato sulla Z9 di poter garantire un livello di risoluzione e dettaglio al vertice della categoria, non servono ulteriori indagini in questo senso.
Abbiamo allora approfittato della disponibilità del fantastico Nikkor Z 85mm f/1.2 S per valutare la resa del sensore con una seconda ottica e, ovviamente, ricavare qualche informazione sull'obiettivo stesso. I risultati salienti sono riassunti nel grafico.
Il punteggio massimo, non lontano delle 6000 LW/PH, è come atteso un poco inferiore a quello fatto registrare con il 105 Micro (6500 LW/PH), ma elevatissimo in valore assoluto. Su un corpo macchina "general purpose" come la Z8, un simile livello di dettaglio può essere capitalizzato in mille modi diversi: paesaggio, architettura, still-life, moda… Può essere usato per estrarre dettagli minuscoli, o è possibile sfruttare la libertà di effettuare ampi ritagli rimanendo con immagini di risoluzione elevata – il crop DX (APS-C), ad esempio, corrisponde a 5392x3592 pixel, cioè circa 19 Mpixel.
Dall'alto: apertura massima f/1.2, apertura ottimale f/2.8, apertura minima f/16.
Il Nikkor Z 85mm f/1.2 S, dal canto suo, è pesante (1160 g) e costoso (3399 Euro su Nikon Store), ma vale lo sforzo fisico ed economico. La nitidezza è ben riassunta dal grafico, in cui si notano gli elevati punteggi MTF anche ad aperture molto elevate (peculiare ad esempio che lo sweet spot sia a f/2.8) e l'eccellente tenuta ai bordi alla massima apertura; la nitidezza ai bordi potrà non essere decisiva in un'ottica da ritratto, ma certo non guasta. Nell'utilizzo, abbiamo apprezzato il fisiologico, piccolo ammorbidimento a f/1,2 – f/1.4 che, lungi dall'essere un difetto, consente al fotografo di cercare, di tanto in tanto, un'atmosfera soft oggi un po' passata di moda, ma tanto ben assecondata dalle sfocato "clamoroso" che un'85mm f/1.2 può dare.
100 ISO
6400 ISO
800 ISO (+3EV)
100 ISO (+6EV)
Più operativamente, abbiamo apprezzato la minima distanza di messa a fuoco contenuta per la tipologia di obiettivo (85cm), che concede di avvicinarsi anche molto al soggetto per super close-up, e la velocità e precisione del sistema AF, critica per un obiettivo di questa apertura ma, nella fattispecie, impeccabile (con ottima ripetibilità). Non riportiamo test specifici essendo questa la recensione di un corpo macchina, ma citiamo un effetto vignetta e un'aberrazione cromatica (anche assiale) molto, molto contenuta.
In sintesi: un'ottica di stampo moderno, lama di rasoio a qualunque apertura e caratterizzata da aberrazioni tra il ridotto e l'impercettibile. Una delle più interessanti ottiche da ritratto oggi disponibili su piazza.
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
HI (51200) ISO
H2 (102.400) ISO
Il comportamento ad alti ISO, ovviamente identico a quello della Z9 (di cui ricalchiamo il giudizio), mostra nelle nostre immagini campione un rumore impercettibile fino a 800 ISO, che non compromette apprezzabilmente il livello di dettaglio fino a 3200 ISO compresi. A 6400 ISO si nota un certo "stacco" rispetto ai 3200, con la grana (rumore sul canale luminanza) che emerge con maggiore chiarezza, ma ancora a 6400 ISO, le immagini sono assolutamente utilizzabili laddove non siano richieste stampe fine-art di grande formato. Oltre i 6400 ISO il degrado è inevitabilmente rapido, e le ultime due sensibilità considerate native (12.800 ISO e 25.600 ISO) sono da utilizzare con cautela.
Gli effetti sull'incaranto dei preset (da sinistra a destra): Neutro, Ritratto e Saturo. I primi due, molto simili, hanno una saturazione leggermente inferiore al 100% ed errori puramente cromatici tra 2 e 3 punti dC94 - una "tela bianca" per il proprio sviluppo. Il terzo, ovviamente più adatto al paesaggio, mostra comunque una saturazione non eccessiva (circa 110%) ed errori nell'intorno dei 3,5 punti dC94, inferiori alla soglia percepibile.
Il comportamento cromatico, sempre in "stile Nikon" e sempre (a nostro parere) affascinante, si conferma ottimo e stabile a qualunque ragionevole valore di sensibilità. Nel caso della Z9 avevamo lamentato una deriva troppo fredda del bilanciamento automatico del bianco, che non abbiamo per nulla riscontrato nel caso della Z8.
La lavorabilità del RAW è molto buona fino a 3 stop, dopo di che emerge del rumore cromatico, non drammatico ma evidente, a peggiorare la qualità del file. Anche in questo caso, dobbiamo comunque segnalare un miglior comportamento complessivo della Z8 rispetto alla nostra prova della Z9 che, con la prima versione del firmware, soffriva probabilmente di piccoli peccati di gioventù. Qui non abbiamo trovato, nello specifico, quelle dominanti cromatiche non ripetibili/prevedibili che nella prova della Z9 sono emerse "tirando" i file 4 stop e oltre.