Il sensore da 24 Mpixel della Nikon Z f non può ovviamente regalare grandi acuti. È però un sensore equilibrato, perfetto per un utilizzo generico. In termini di potere risolvente, unito al 40mm f/2 SE che fa parte del kit, abbiamo registrato quasi 3000 LW/PH a f/2,8, 3707 LW/PH a f/4 (miglior risultato), 3665 LW/PH a f/5,6 3362 LW/PH a f/11 e ancora 2900 LW/PH a f/16.
Nikon Z f + 40mm SE, f/4. Ingrandimento: 200%
Questo significa poter contare, con un insieme corpo-ottica particolarmente compatto, su almeno 3000 LW/PH (corrispondenti, su questo sensore, alla bellezza di 125 linee/mm), a quasi tutti i diaframmi disponibili.
Non saranno le 6000 e oltre della Z8, ma il dettaglio certo non manca, il sensore viene sfruttato molto bene anche da ottiche non iper-professionali (per questo 40mm da 359 Euro su Nikon Store, 0,46 C/P contro un massimo teorico di 0,5), e produce file NEF compressi da 17-18 MB (contro i 35 della Z8) su cui c’è pochissimo da fare in post-produzione. Noi, ad esempio, abbiamo semplicemente portato il parametro Nitidezza – fattore da 40 (default) a 45.
Questo significa che, chi non ama la post-produzione, può farne tranquillamente a meno, sfruttando i Picture Control e le opzioni in-camera.
Nulla da eccepire neppure sulla resa cromatica, che evidenzia una saturazione molto vicina a quella ideale (98,5 % circa), con errori cromatici medi inferiori a 2 punti dC94 e massimi poco superiori a 6 punti, praticamente costanti almeno tra 100 e 6400 ISO.
Siamo dunque di fronte a un kit macchina affidabile e “facile”, che regala splendide immagini in un ampio range di condizioni di utilizzo (diaframma, sensibilità, formato).
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
51200 ISO
64000 ISO
Il comportamento ad alti ISO, buono in assoluto, è analogo a quello di Z6 – II. Le immagini si mantengono molto pulite fino a 1600 ISO compresi, poi emerge un po’ di rumore sul canale luminanza che, però, non compromette apprezzabilmente il livello di dettaglio fino a 6400 ISO compresi. A partire dai 12.800 ISO, il degrado è più consistente e rapido, e si osserva anche una visibile diminuzione di saturazione, ragion per cui consigliamo, quando possibile, di lavorare nell’intervallo ottimale 100-6400 ISO.
100 ISO
6400 ISO
100 ISO (+6EV)
100 ISO (+6EV)
La malleabilità del RAW consente di “tirare” almeno 3 stop senza particolari ripercussioni qualitative, dopo di che emergono dalle ombre sia un pizzico di rumore – anche cromatico – di troppo e una indesiderabile dominante cromatica verde.