Iniziando come di consueto dal potere risolvente, la Q3 mostra risultati in linea con le elevate aspettative che un sensore da 60 Mpixel genera. Il punteggio massimo, 5245 LW/PH, è confrontabile con quello della Leica M11 testata con Summicron 35mm (poco più di 5000 LW/PH) e con quello delle Sony A7R Mark IV (circa 5200 LW/PH con 24-70mm f/2.8 GMaster ed FE 85mm f/1.8) e Mark V (circa 5400 LW/PH con FE 135mm F1.8 GMaster).
L’ottica è in generale molto nitida al centro a tutte le aperture di diaframma (vedi grafico), mentre ai bordi, come comandano le leggi della fisica, è necessario diaframmare un po’ per ottenere il massimo della nitidezza – almeno f/2.8, meglio f/4 che, per inciso, è anche il diaframma che restituisce il massimo punteggio MTF al centro, e si può quindi considerare l’apertura di lavoro ideale della Q3.
Molto contenute le distorsioni geometriche, praticamente irrilevabili nonostante la focale piuttosto estrema (un leggero barilotto di meno dell’1% alla minima distanza di messa a fuoco). Il risultato è che con la Q3 è possibile avvicinarsi davvero molto al soggetto, ottenendo prospettive esasperate ma libere dalle deformazioni che solitamente accompagnano questo tipo di scatti.
Il Summilux della Q3, alla sua massima apertura f/1.7, perde poco più di uno stop e mezzo negli angoli e circa uno stop ai lati.
Anche l’aberrazione cromatica è insignificante (meno di mezzo pixel alla massima apertura), e l’astigmatismo è mediamente inferiore al 4%.
Per quanto riguarda la tripla risoluzione, ribadiamo quanto già affermato nella prova della M11.
Particolare 60 Mpixel - 25.600 ISO
I 60 Mpixel (qui sopra) assicurano un livello di dettaglio strepitoso e/o enormi possibilità di ricomposizione, a seconda di come si desidera declinare una conta di pixel tanto elevata. Ovviamente la grana emerge in modo piuttosto evidente oltre i 3200 ISO ma, data la densità di pixel, è una grana finissima che, come già osservato in altre circostanze, non pregiudica drasticamente il dettaglio; a nostro parere, non infastidisce più di tanto.
Particolare 36 Mpixel - 25.600 ISO
I 36 Mpixel sono più puliti, ma mantengono un livello di dettaglio ancora piuttosto elevato, e rappresenteranno probabilmente la scelta più equilibrata per la maggioranza delle situazioni di scatto.
I 18 Mpixel massimizzano il rapporto segnale/rumore e il punteggio MTF non si riduce sostanzialmente rispetto ai 36 Mpixel, il che sembrerebbe farne una buona scelta, ma, osservando le immagini a parità di dimensioni con le risoluzioni superiori (es: pieno schermo PC), si nota che la minore risoluzione, e la grana più grossolana che ne deriva, sono in ultima analisi controproducenti: il rumore è più visibile, e anche la leggibilità dei dettagli fini ovviamente peggiora.
Particolare 18 Mpixel - 25.600 ISO
Se per una visione a schermo PC o superiore i 18 Mpixel non sono allora la scelta migliore, possono esserlo per gli schermi da smartphone. Rispetto infatti ai 60 Mpixel, che restituiscono file piuttosto morbidi (noi abbiamo trovato ottimale sviluppare con Nitidezza = 55 e Raggio = 1,2), per effetto della ricampionatura i 18 Mpixel acquistano grande incisività, e ovviamente su uno schermo da 6 pollici non si vedranno mai i difetti di un’immagine ingrandita al 100%. Possono allora essere un’opzione utile per chi non fa post-produzione e desidera file compatti da condividere immediatamente.
Saturazione e riproduzione cromatica ottimale fino a 12.500 ISO (qui sopra). Buon comportamento a qualsiasi sensibilità.
Ottima la risposta cromatica, con una saturazione nell’intorno del 100% praticamente costante tra 100 e 12.500 ISO compresi e un errore cromatico medio dC94 nell'intorno dei 2 punti, irrilevante nella pratica quotidiana. Leggera de-saturazione dei rossi e dei verdi, secondo una scelta stilistica già osservata con altre fotocamere Leica, che fa parte dello “stile” del marchio.
A proposito di stile e colore, se dal punto di vista tecnico la fotocamera è inattaccabile, ci è spiaciuto non trovare all’interno di Lightroom i preset specifici Leica da applicare al DNG, come normalmente accade con tutti gli altri produttori (“Colori come da fotocamera”). I Leica Looks (interessante il Classic) purtroppo rimangono esclusivo appannaggio del JPEG creato in-camera.
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12500 ISO
25000 ISO
50000 ISO
100000 ISO
Il comportamento ad alti ISO è ovviamente molto simile a quello di M11, e possiamo sintetizzarlo in questo modo. Esistono due “passaggi critici” di sensibilità, equivalenti a 6400 ISO e 25.000 ISO. Fino a 3200 ISO, la crescita di rumore è infatti limitata e progressiva. Nell’intervallo 100 - 1600 ISO, in particolare, è difficile notare differenze, ma ancora a 3200 ISO il livello di dettaglio è pressoché inalterato.
A 6400 ISO si nota il primo netto peggioramento, con la grana che emerge in modo più deciso. A 12.500 ISO i dettagli più fini sono al limite o parzialmente compromessi, ma ancora a queste due sensibilità la fotocamera assicura immagini, se non perfette, certamente utilizzabili. A 25.000 ISO, viceversa, il degrado si fa molto più marcato, e ovviamente le cose non migliorano a sensibilità superiori. Consideriamo 100-12.500 ISO la gamma utile di questa fotocamera.
100 ISO
6400 ISO
400 ISO (+4EV)
200 ISO (+5EV)
100 ISO (+6EV)
Per quanto detto poco sopra a proposito di Triple Resolution Technology, ridurre la risoluzione di scatto non aiuta più di tanto, se non nel caso specifico della visione rimpicciolita su piccolo schermo.
Confermata a livello Leica M11 / Sony A7R (e non è poco) anche la malleabilità del RAW, che ben sopporta sovraesposizioni fino a 4 EV inclusi. In condizioni di emergenza, non è impossibile pensare di recuperare 5, persino 6 EV, che rispetto ai +4 EV mostrano, soprattutto, una più marcata presenza di rumore cromatico (falsi colori), più facilmente gestibili in post-produzione rispetto al rumore sul canale luminanza (grana).