Con il suo sensore 35mm e l’ottica fissa grandangolare, la famiglia Leica Q è pressoché unica nel panorama fotografico attuale. Con pochissime (e a volte estemporanee) eccezioni, come Zeiss ZX1 o Sony RX1R II (2016 e ancora senza erede), non ha rivali.
Si rivolge, in teoria, a una ristretta nicchia di appassionati, ma il successo commerciale ottenuto dai primi due modelli, andati oltre le aspettative della stessa Leica, hanno dimostrato che questa nicchia non è poi così ristretta…
Il suo scopo è accompagnare il possessore quotidianamente, permettendogli di costruire reportage della vita quotidiana con una qualità inarrivabile per l’altro ormai immancabile compagno di vita – lo smartphone – ma con molta più praticità rispetto a una reflex/mirrorless professionale a ottica intercambiabile.
La storia si ripete: le motivazioni non sono poi molto diverse da quelle che decretarono, a suo tempo, il successo di Leica M tra i reporter ma, rispetto alla sorella a telemetro, la Q è decisamente più facile e immediata (pur senza rinunciare ad alcuni vezzi tipicamente Leica), e il pubblico di aspiranti reporter (di sé stessi), in epoca social, si è estesa a dismisura.
Le migliorie rispetto alla Q2, ancora acquistabile a 5750 Euro, sono importanti: nuovo sensore e, con esso, messa a fuoco ibrida, schermi migliorati e display posteriore basculante, nuove doti video (anche grazie ad accessori esterni ora utilizzabili attraverso le interfacce HDMI e USB-C). Non è cambiato, viceversa, il piacere nell’utilizzarla, figlia di un’essenzialità e un’efficacia tipicamente Leica che, citando La Settimana Enigmistica, vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Nessuno dei quali, finora, ha avuto pieno successo.