Lumix G9 Mark II, perfetta per lo sport amatoriale

Lumix G9 Mark II, perfetta per lo sport amatoriale

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Panasonic ha aggiornato la sua Micro Quattroterzi più prettamente fotografica. Con un nuovo sensore, ibrido e veloce, un nuovo corpo macchina e una cadenza di scatto stellare, è un'eccellente soluzione per la fotografia sportiva amatoriale. ”

Qualità d'immagine

La G9 Mark II assicura complessivamente un’ottima qualità d’immagine. Il livello di dettaglio riproducibile con una buona ottica come il 25mm Leica (e in questo sistema ci sono tanti ottimi obiettivi) si traduce in un punteggio MTF massimo di circa 3750 LW/PH. Non un record assoluto, certo, ma un dato di assoluto rilievo al di sotto del formato 35mm, e sensibilmente superiore a quello della generazione precedente, che si fermava a circa 3250 LW/PH con il Leica Nocticron 1:1.2 / 42.5mm ASPH.


Sopra: risoluzione standard, ingrandimento 200%. Sotto: modalità Hi-Res, ingrandimento 200%.

Anche la soglia di aliasing, potenzialmente critica per un sensore privo di filtro AA e di elevata densità come questo, è piuttosto buona: i primi fenomeni significativi appaiono nell’intorno di 2600 LW/PH.

Ricordiamo che, qualora si abbia esigenza di altissima risoluzione, è disponibile la funzione pixel-shift che raddoppia la risoluzione orizzontale e verticale, incrementando sostanzialmente il livello di dettaglio (vedi particolare sopra) e portando la soglia di aliasing oltre le 4000 LW/PH. La novità di questo modello è la possibilità di utilizzare la funzione pixel-shift anche a mano libera, ma per sua natura questo tipo di operazione è perfettamente efficace solo con macchina posta su un buon treppiede.   

100ISO
100 ISO

800ISO
800 ISO

1600ISO
1600 ISO

3200ISO
3200 ISO

6400ISO
6400 ISO

12800ISO
12800 ISO

25600ISO
25600 ISO

Il “solito” punto debole dei piccoli formati è, come noto, il rapporto segnale/rumore, e di conseguenza la pulizia delle immagini ad alta sensibilità. Da questo punto di vista, la G9 Mark II si comporta quasi esattamente come la precedente generazione da 20 Mpixel: 24,3 dB di rapporto segnale/rumore misurato a 6400 ISO, contro i 24,7 dB del precedente modello a parità di condizioni, e una leggibilità delle immagini del tutto sovrapponibile. Anche in questo caso, possiamo dire che le immagini rimangono pulite, con piena leggibilità anche dei dettagli più fini, fino a 1600 ISO compresi.


100 ISO.


1600 ISO.


6400 ISO.

A 3200 e 6400 ISO i dettagli fini si perdono, ma la qualità complessiva non ne risente drasticamente – le immagini si mantengono, a nostro avviso, perfettamente utilizzabili. Alle due sensibilità ancora superiori, viceversa, il degrado qualitativo è evidente, non solo per la “grana”, ma anche per i falsi colori e le dominanti cromatiche che emergono.
Riteniamo dunque che l’intervallo di lavoro ottimale per questo modello sia 100-6400 ISO.

A proposito di colore, la G9 Mark II si è comportata davvero egregiamente: saturazione perfetta (molto vicina al 100%) e praticamente costante tra 100 e 6400 ISO, errori cromatici medi dC94 sotto la soglia di visibilità ed errori massimi ragionevolmente contenuti. Buona la resa dell’incarnato.

100 ISO
100 ISO

100 ISO (+3EV)
800 ISO (+3EV)

100 ISO (+6EV)
100 ISO (+6EV)

Sorprendentemente buona, infine, la malleabilità del RAW, che può essere “tirato” di 3 stop con minime ripercussioni qualitative (emerge solo un pizzico di grana), e perfino di 5 stop con una qualità complessivamente accettabile, se non si necessita di stampe fine-art. Solo alla soglia dei 6 stop emerge con forza il rumore cromatico e la qualità degrada vistosamente. È, forse, proprio in questo settore che Panasonic è migliorata maggiormente con la sua ultima generazione di sensori.