La Lumix G9 Mark II è oggi, probabilmente, la scelta migliore per la fotografia sportiva e naturalistica amatoriale, in particolar modo natura e sport outdoor.
Ai vantaggi tipici del formato MQT, cioè portabilità e prezzi contenuti dei super-tele equivalenti (e il Leica DG Vario-Elmar 1:4-6.3 / 100-400 ASPH, 200-800mm equivalenti a meno di 1600 Euro, ne è un perfetto esempio), la G9 Mark II aggiunge il miglior corpo macchina e il miglior sensore (con messa a fuoco ibrida a rilevazione di fase) della famiglia Lumix G.
Come detto in sede di recensione, non si tratta del modello più performante in assoluto in questo ambito. Le mirrorless 35mm con sensore stacked mantengono un evidente margine di vantaggio, e certamente l’esperienza di marchi come Canon e Nikon in ambito sportivo ha giocato un ruolo nel consentire loro di creare un sistema AF che, al momento, è più affidabile e performante. Però, per questi modelli è necessario spendere dai 6000 (Nikon) agli oltre 7000 Euro (Sony) solo per il corpo macchina, a cui ovviamente si somma il maggior costo medio degli obiettivi 35mm. Cifre non certo alla portata di tutti, specie per un uso prettamente hobbistico…
Il divario tra la G9 Mark II e i precedenti modelli è molto ampio, non solo per la nuova messa a fuoco. Le prestazioni sono cresciute notevolmente, tanto da consentire ora alla G9 Mark II di fare tutto ciò che si poteva fare in passato con la funzione 4K / 6k Photo, ma senza i limiti operativi e di formato che queste funzioni comportavano. In sintesi: fino a 60 fps con messa a fuoco su ogni fotogramma, in formato RAW.
Per queste ragioni, è un prodotto consigliabile sia per il primo acquisto sia per l’aggiornamento di modelli esistenti, ivi compresa la pur ancora validissima Lumix G9 di prima generazione.