Fujifilm GFX 100 II, qualità top, con una facilità sorprendente. La recensione.

Fujifilm GFX 100 II, qualità top, con una facilità sorprendente. La recensione.

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Fujifilm aggiorna la top di gamma Large Format introducendo la GFX 100 II. Qualità fotografica al vertice con ancora maggiori prestazioni e facilità d’uso, grazie a un sistema AF avanzato e a uno stabilizzatore più efficace. E le capacità video sono ora da cinepresa professionale. ”

Ergonomia ed efficacia

Ripensando all’esperienza d’uso, due sono i concetti chiave che ci vengono in mente per descrivere la Fujifilm GFX 100: personalizzazione e facilità d’uso.  

A proposito della prima, ogni fotocamera offre oggi ampie possibilità di personalizzazione, ma la GFX va un poco oltre. Non si tratta solo dei 6 programmi custom, degli altrettanti pulsanti programmabili Fn o del display con contenuto sensibile al contesto (che, in ogni caso, costituiscono una dotazione superiore alla media). La Fujifilm GFX 100 II si trasforma fisicamente per andare incontro alle esigenze del fotografo.

Abbiamo già detto del battery grip opzionale, e fin qui nulla di insolito. Ma che dire del mirino staccabile?!? Certo, con fotocamera a mano non ne faremmo mai a meno, anzi auspichiamo una legislazione ad hoc che lo dichiari illegale, ma per chi fa still-life, con fotocamera su cavalletto, è la soluzione giusta. Al contrario, chi è spesso sul campo può acquistare l’EVF tilt adapter per estendere l’uso del mirino anche alle posizioni di scatto meno comode.

Vale la pena citare anche la ventola di raffreddamento opzionale, che prolunga la durata di ripresa per chi ha la necessità di uno strumento ibrido foto-video. Tutto considerato, crediamo non esista oggi un’altra fotocamera altrettanto flessibile nell’adeguarsi alle preferenze del fotografo.

A proposito di personalizzazione, apriamo una piccola parentesi per segnalare un’ottima idea: tenendo premuto il pulsante DISP/BACK sul dorso, si accede direttamente all’assegnazione funzione dei pulsanti (in tutto, 10 pulsanti fisici e 4 “swipe”), il che rende particolarmente agevole gestire l’abbondanza di comandi personalizzati.  

Quanto a facilità d’uso, partiamo dai comandi fotografici. Come sempre peculiari, in “stile Fuji”, ma complessivamente razionali. Il corpo macchina offre due ghiere, a cui si aggiunge quella dei diaframmi sul corpo obiettivo (attualmente presente su tutti gli obiettivi a focale fissa e su 4 dei 5 zoom), che può essere impostata sul valore desiderato, in posizione Auto o in posizione C, passando in quest’ultimo caso il controllo al corpo macchina.

La ghiera anteriore svolge la doppia funzione di controllo ISO e controllo diaframma (per passare da una funzione all’altra, basta premere la ghiera stessa), ma può controllare il diaframma solo se la ghiera dei diaframmi sull’obiettivo è in posizione C – in altri termini, l’obiettivo prevale sul corpo macchina. La ghiera posteriore controlla i tempi, e ha anch’essa la funzione premere-per-selezionare che, per impostazione predefinita, attiva lo zoom. Quali di queste tre ghiere è attiva dipende dal programma di scatto.

Ad esempio, in Manuale sono attive tutte e tre, e volendo disattivare la ghiera dei diaframmi sull’obiettivo sarà necessario commutare tra diaframmi e ISO con la ghiera anteriore per gestire entrambi i parametri.

In priorità di diaframma, la ghiera posteriore non ha effetto.

In priorità di tempi, la ghiera anteriore diaframmi/ISO può sì essere commutata su diaframma ma, in questo caso, non avrà alcun effetto, così come non ha alcun effetto la ghiera dei diaframmi sull’obiettivo, qualunque sia la sua posizione. È probabilmente questa l’incoerenza più vistosa della macchina, dato che, leggendo un certo valore sulla scala dei diaframmi, ci si aspetta istintivamente di lavorare a quel valore. Questo fa però ormai parte, in qualche modo, del modus operandi del produttore, e possiamo assicurare che ci si abitua in fretta.


Fujifilm GFX 100 II + GF55mmF1.7 R WR, F5.6 - 1/125s - 100ISO.
Modella: Elisandra. Stylist: Ladydiabolika

Soprattutto usando obiettivi a focale fissa con ghiera, in modo da avere sempre la terna tempi-ISO-diaframma sotto controllo, con la GFX 100 II si lavora oggettivamente molto bene. Con obiettivi senza ghiera, è consigliabile assegnare la funzione ISO a uno dei pulsanti Fn per ottenere una funzionalità quasi equivalente.

Alla facilità d’uso di cui abbiamo parlato in apertura contribuisce in modo determinante il sistema AF, che offre funzionalità del tutto sconosciute al mondo medio formato, anche di produzione recente (vedi Hasselblad X2D 100C). Funzionalità ormai confrontabili con quelle delle migliori 35mm.

Per essere chiari, non stiamo affermando che la GFX 100 II potrebbe svolgere gli stessi compiti di una Nikon Z9, né che la facilità d’uso di questa fotocamera superi quella della tipica 35mm. Ciò che intendiamo è che, con questa fotocamera, si può avere la qualità del medio formato unita alla facilità di lavoro di una buona mirrorless 35mm.


Fujifilm GFX 100 II + GF55mmF1.7 R WR, F2 - 1/125s - 800ISO.
Modella: Hana. Stylist: Ladydiabolika

Già la GFX 100 originale ci aveva colpito per lo stesso motivo, ma questa Mark II, grazie al riconoscimento soggetti avanzato, è un passo oltre. Con lei, ci siamo permessi il lusso di lavorare per due giorni nelle bassi luci di uno studio, anche utilizzando diaframmi molto aperti, sempre e solo con punto AF allargato e riconoscimento occhi. Il risultato?!? Non siamo arrivati a contare 5 scatti imperfetti su oltre 500 totali, e in un caso si è trattato solo dell’occhio sbagliato (immagine utilizzabile).

In un contesto analogo, con la GFX 100 di prima generazione, abbiamo notato invece qualche incertezza, parlando a suo tempo di riduzione dell’efficacia di aggancio soggetto e dell'Eye-AF in condizioni di luce ridotta. Il passo avanti compiuto della Mark II è, in questo contesto, molto evidente.


Fujifilm GFX 100 II + GF55mmF1.7 R WR, F5.6 - 1/60s - 800ISO.
Modella: Hana. Stylist: Ladydiabolika

Concludiamo la valutazione del sistema AF lodando la buona varietà di zone AF disponibili. Tra la minuscola pin-point, che assicura grande precisione nello still-life, alla scena intera, troviamo 6 diversi punti singoli quadrati di dimensioni crescenti, tre zone quadrate di dimensioni crescenti e tre zone di forma e dimensione personalizzabile, scegliendo dimensione orizzontale e verticale da una griglia massima 13x9 – ad esempio, è possibile creare una sottile striscia orizzontale larga quanto il fotogramma e alta quanto un punto singolo (13x1).

Come ci si aspetta da un prodotto professionale, è possibile scegliere, singolarmente e separatamente per le modalità AF-S e AF-C (e questo non è da tutti), quali zone potranno essere selezionate in fase di scatto, onde evitare di passare inutilmente in rassegna modalità indesiderate.


Fujifilm GFX 100 II + GF55mmF1.7 R WR, F4 - 1/125s - 125ISO.
Modella: Hana. Stylist: Ladydiabolika

I comandi sono complessivamente ben disposti, e la piccola lacuna del pulsante AF-On un po’ lontano dall’arco ideale di movimento del pollice, è poco importante in un modello certamente non pensato per lo sport.

Per il resto, con il cambio di rotta sul corpo macchina Fujifilm ha risolto automaticamente alcune piccole ingenuità commesse con la prima generazione, come l’eccessiva sensibilità del pulsante di scatto e di alcuni pulsanti prominenti del corpo macchina.


Fujifilm GFX 100 II + GF55mmF1.7 R WR, F5.6 - 1/125s - 800ISO.
Modella: Hana. Stylist: Ladydiabolika

A titolo personale, abbiamo trovato un’operatività ottimale mantenendo assegnate a due dei tre pulsanti Fn1-Fn3 le funzioni di default, vale a dire attivazione/disattivazione del riconoscimento facciale/occhi e del riconoscimento soggetto, e assegnando al terzo pulsante la selezione della zona AF. Persino sovrabbondanti i pulsanti anteriori, che siamo lieti di aver trovato (con obiettivi privi di ghiera, uno potrà servire per la selezione ISO, e in ogni caso non guastano) ma che, nella nostra esperienza, ci siamo trovati a “sprecare” in funzioni secondarie.


Impeccabile la ripetibilità della messa a fuoco.

Un ultimo inciso riguardo all’impugnatura verticale del primo modello, che aveva il vantaggio di essere integrata ma non offriva affatto un’ergonomia ottimale, a causa della mancanza di copertura antiscivolo, del ridotto spessore e della disposizione dei pulsanti diversa rispetto all’impugnatura principale. L’impugnatura verticale opzionale di questa Mark II, invece, che giudichiamo solo dalle immagini, non avendola utilizzata, mostra chiaramente una costruzione identica, per forma e distribuzione pulsanti, all’impugnatura orizzontale. In definitiva, crediamo che con la Mark II l’ergonomia sia migliorata sotto tutti i punti di vista.  

Tornando ancora sul tema della facilità d’uso, un’altra cosa che ci siamo permessi il lusso di fare nell’esperienza in studio, è stata scattare in luce continua con tempi di 1/60s, senza mai notare micromosso. Anche solo pochissimi anni fa, sarebbero stato impensabile per una medio formato da 100 Mpixel…    

La nostra solita prova empirica ci aveva però già confermato che, con il 55mm a nostra disposizione, 1/60s sarebbe stato effettivamente un tempo di sicurezza. Perfino con stabilizzatore disattivato, in effetti, lo scatto a 1/60s è ragionevolmente nitido – qualcuno ricorda quando, con tempi lunghi, l’otturatore di una medio formato provocava micromosso anche su cavalletto?!? Altri tempi…

Con stabilizzatore attivato, siamo arrivati ad avere uno scatto, se non perfettamente nitido, certamente utilizzabile, a nientemeno che 1/4s. Siamo per questo portati ad assegnare a questo stabilizzatore, in base alle nostre condizioni di prova, 4 stop di vantaggio, che non è un record assoluto ma che, per una medio formato, è un risultato davvero eccellente.  


Qualche scatto di esempio con il GF30mmF5.6 T/S. Sopra: come si modifica la profondità di campo con l'inclinazione (Tilt). Sotto: due esempi di correzione delle linee spioventi con lo spostamento verticale (Shift).

L’unico aspetto per cui abbiamo avvertito ancora un certo divario con una 35mm performante è nella reattività complessiva della macchina. Piccolezze, percepibili ad esempio dall’istante in cui, appena dopo lo scatto, le ghiere di comando rimangono bloccate per un secondo. Diciamo allora che, nonostante la migliorata cadenza di scatto, la GFX 100 II non sarebbe la nostra prima scelta in un contesto sportivo.

Del resto, posto che le scelte personali non si discutono, perché scegliere in ambito sportivo un sistema che, al momento, ha come focale massima un equivalente (circa) 200mm?
(Siamo davvero curiosi di vedere, nel 2024, il GF500mm F5.6 equivalente a circa 400mm).  

L’autonomia, infine, è tale da richiedere l’acquisto di una seconda batteria per arrivare a fine giornata senza preoccupazioni. Non che con una sola batteria sia impossibile, noi lo abbiamo fatto adottando qualche ovvio accorgimento, come disattivare la vista LiveView dal display posteriore, ma per essere liberi dall’assillo autonomia, serve un backup.