Fujifilm GFX 100 II, qualità top, con una facilità sorprendente. La recensione.

Fujifilm GFX 100 II, qualità top, con una facilità sorprendente. La recensione.

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Fujifilm aggiorna la top di gamma Large Format introducendo la GFX 100 II. Qualità fotografica al vertice con ancora maggiori prestazioni e facilità d’uso, grazie a un sistema AF avanzato e a uno stabilizzatore più efficace. E le capacità video sono ora da cinepresa professionale. ”

Qualità d'immagine

Parlare di dettaglio ottenibile dalla GFX 100 II, in questa recensione, equivale ad esplorare le sfumature del nuovo GF 55mm F1.7 R WR con cui la abbiamo testata, dato che lo straordinario livello garantito da un sensore 44x33 da 100 Mpixel è già noto dai precedenti modelli.

GFX 100 e 100S, provate, rispettivamente, con GF 110mm F2 e con 80mm F1.7, avevano fatto segnare entrambe sostanzialmente gli stessi punteggi, fermandosi a ridosso delle 7000 LW/PW. La GFX 100 II equipaggiata con il 55mm F1.7 arriva un poco oltre, sfondando quota 7000 LW/PH con ben tre diaframmi di lavoro (f/4, f/5,6 e f/8).


Particolari a risoluzione standard (1x), in modalità Hi-Res 4x (100 MPixel senza interpolazione colore) e 16x (400 Mpixel). Ingrandimento 200%.

La risposta di questo obiettivo è, in generale, molto “piatta” – già a f/2.8 supera le 6000 LW/PH, e rimane sopra quota 6000 fino a f/11 compreso, dimostrando un’eccellente versatilità di lavoro. Il diaframma f/11 è, per inciso, quello teorico “di soglia” per notare diffrazione, ma in realtà ancora a f/16 le immagini sono molto incise: più di 5000 LW/PH tra f/1.7 e f/16 compresi. Solo a f/22 la perdita è effettivamente visibile, ma va considerato che, per questa macchina, perdere metà del suo potere risolvente significa comunque rimanere abbondantemente sopra quota 3000…

A titolo di confronto, le migliori 35mm con sensore classe 60 Mpixel, come Leica M11 e Q3, Sony A7R Mark IV e V, testate con diversi obiettivi, hanno fatto registrare punteggi compresi tra 5000 e 5500 LW/PH, che possiamo considerare l’attuale stato dell’arte del formato 35mm (il record assoluto spetta alla Z9, che ha però beneficiato di un obiettivo macro). 

I RAW prodotti appaiono allo sguardo estremamente incisi già prima di qualsiasi intervento in post-produzione, ma un’analisi più fine mostra che c’è ancora ampio margine di crescita, e che i file prodotti con questa accoppiata fotocamera-obiettivo richiedono in effetti un’elaborazione decisamente aggressiva per sviluppare tutto il potenziale. Noi, dall’analisi numerica, abbiamo ottenuto i punteggi ottimali con Nitidezza = 75 (valore decisamente elevato) e Raggio = 1,2, ma nello sviluppo di immagini reali abbiamo scelto di rimanere tra 40 e 50, per ottenere un risultato più morbido e non estrarre troppo rumore di fondo.

100ISO
100 ISO

800ISO
800 ISO

1600ISO
1600 ISO

3200ISO
3200 ISO

6400ISO
6400 ISO

12800ISO
12800 ISO

25600ISO
25600 ISO

51200ISO
51200 ISO

102400ISO
102400 ISO

Come ricordato nella recensione della GFX 100, la densità di pixel di questo sensore (pixel pitch = 3,76 μm) è analoga a quella dei sensori APS-C da 26 Mpixel o dei sensori 35mm da 60 Mpixel, pertanto è quasi scontato ottenere un comportamento ad alti ISO equivalente.

Nessuna novità, da questo punto di vista, rispetto alla prima generazione. Il rapporto segnale/rumore non è da primato (circa 35,5 dB il rapporto S/N base, 23 dB @ 6400 ISO, meno di 21 dB @ 12.800 ISO – un sensore 35mm da 20-24Mpixel fa decisamente meglio), ma l’altissima risoluzione si traduce in una grana finissima che non compromette il livello di dettaglio fino a sensibilità molto elevate. In pratica, fino a 800 ISO compresi si lavora come a 100 ISO – la differenza è impercettibile a occhio nudo.

100ISO
100 ISO

800ISO
800 ISO

1600ISO
1600 ISO

3200ISO
3200 ISO

6400ISO
6400 ISO

12800ISO
12800 ISO

25600ISO
25600 ISO

51200ISO
51200 ISO

102400ISO
102400 ISO

A 1600 e 3200 ISO la situazione cambia pochissimo. La grana diventa ovviamente più visibile, ma non degrada i dettagli e, contando sempre sull’enorme livello di dettaglio, può essere facilmente eliminata in post produzione alzando opportunamente il livello di de-noise, senza timore di “impastare” la foto. A 6400 ISO e 12.800 i dettagli ci sono ancora tutti, ma la grana emerge con maggiore forza.

A questo livello, è consigliabile interrogarsi su possibili soluzioni di scatto alternative, fermo restando che il vero degrado arriva dai 25.600 ISO in su. Anche per queto modello, dunque, il range di sensibilità nativa indicata da Fuji, 80-12.800 ISO, coincide con l’effettivo intervallo utile di lavoro.  

Eccellente il comportamento cromatico, con saturazione (profilo Provia/Standard) nell’intorno del 105% ed errori cromatici medi dC94 nell’intorno dei 2,5 punti, entrambi dati assolutamente costanti lungo tutta la gamma di sensibilità nativa (104,9 – 105,6%, 2,52 – 2,67), e una bella resa dell’incarnato


Rispetto alla Simulazione Pellicola PROVIA (standard Fujifilm), la nuova REALA ACE crea immagini leggermente più contrastate, mantenendo comunque una resa naturale del colore. La CLASSIC CHROME, viceversa, oltre a incrementare il contrasto, desatura leggermente il colore.
Modella: Elisandra. Stylist: Ladydiabolika

Come da tradizione, il comportamento cromatico delle fotocamere Fuji beneficia degli ottimi profili colore ispirati alle storiche pellicole del marchio. Con la GFX 100 II si è aggiunto alla famiglia la nuova simulazione pellicola REALA ACE (ora sono 20 in tutto), che mostriamo all’opera in un paio di esempi e che ci è subito piaciuta per la resa colore naturale unita al contrasto piacevolmente alto.

100 ISO
100ISO

6400 ISO
6400ISO

100 ISO (+6EV)
(+6EV)

100 ISO (+6EV)
(+5EV)

La malleabilità del RAW, già notevolissima per la GFX 100, è ulteriormente migliorata. Con la GFX 100 II si possono tirare 5, perfino 6 stop con minime ripercussioni qualitative. Nulla se non un pizzico di grana e, arrivando a 6 stop, un pizzico di rumore cromatico (falsi colori) che si iniziano a notare, ma nulla di drammatico. Si tratta, per essere chiari, di un’immagine che non consegneremmo a un cliente ma che, per una pubblicazione online, sarebbe usabilissima.

100 ISO
100ISO (+6EV)

80 ISO
80ISO (+6EV)

80+ ISO
80ISO (+6,67EV)

Gli 80 ISO base, per chi se lo sta chiedendo, fanno una differenza tangibile. Mostriamo, a questo proposito, alcuni particolari di un’immagine veramente “torturata”: oltre a 6 stop di sovraesposizione, a tutte è stato applicato anche un marcato sollevamento delle ombre (+50). La 80 ISO, a parità di trattamento, appare più pulita ma anche apparentemente sottoesposta, ragion per cui abbiamo aggiunto la variante del particolare a 80 ISO ulteriormente sovraesposto di 2/3 EV (per un totale di 6,67 EV). Come si può vedere, anche in queste condizioni estreme, il file a 80 ISO gode di un visibile margine di vantaggio sul 100 ISO. Il risultato è, in termini assoluti, davvero sorprendente.