Quando si parla di zoom standard, viene subito alla mente il classico 24-70mm, solitamente disponibile in due versioni: ad apertura F2.8, che privilegia luce e qualità, e ad apertura F4, che privilegia portabilità e risparmio.
Con il nuovo FE 24-50mm F2.8 G, Sony propone una terza via: ampia apertura e compattezza, ottenuta riducendo l’escursione focale. Il prezzo? 1300 Euro.
Il nuovo 24-50mm misura poco meno di 75mm di diametro per una lunghezza di circa 92mm, pesa 440g e adotta filtri da 67mm di diametro. Grossomodo l’impegno fisico dell’FE 24-70mm F4 ZA OSS, che misura circa 73x95mm e pesa 426g, confermando il principio ispiratore di questo prodotto: uno zoom ad apertura costante F2.8 che misura e pesa come un F4, a spese di una minor escursione focale.
Lo zoom non è purtroppo interno, vale a dire che lunghezza aumenta passando da 50 a 24mm. Il vantaggio logistico dello zoom collassabile è evidente, e la scelta è di fatto obbligata dalla volontà di creare un’ottica compatta. Il contro, già evidenziato in prodotti analoghi, è che il barilotto interno in materiale sintetico, pur fluido e sostanzialmente privo di gioco meccanico, non restituisce la stessa sensazione di robustezza delle ottiche a zoom interno, e questo stride un po’ con il prezzo da prodotto di fascia medio-alta.
Il Sony FE 24-50mm F2.8 G montato sul corpo macchina A7C R.
La costruzione prevede tre ghiere (diaframmi, zoom e messa a fuoco) e un pulsante personalizzabile, ma non lo stabilizzatore, per la cui funzione ci si deve affidare al corpo macchina.
La piccola ghiera dei diaframmi arriva fino a f/22, ed è affiancata dall’ormai consueto (per Sony) selettore che consente di passare dal movimento discreto (click ogni 1/3 EV) a continuo. Manca invece, in questo caso, la seconda leva che su alcuni recenti obiettivi Sony impedisce all’obiettivo di passare dalla posizione Auto a una posizione manuale e viceversa (IRIS LOCK).
La ghiera di zoom, compatta quanto l’obiettivo, misura circa 14mm, così come quella di messa a fuoco, che come di consueto è by-wire. Completa la dotazione un singolo pulsante programmabile posizionato sul lato sinistro, che si utilizza comodamente con fotocamera in orizzontale ma che, con orientamento verticale e impugnatura in alto, finisce col puntare verso il pavimento, risultando poco pratico.
Lo schema ottico include quattro lenti asferiche e due a bassissima dispersione (ED), e l'elemento frontale è rivestito con fluorite, per favorirne la pulizia. Il diaframma conta 11 lamelle arrotondate, e l'intero obiettivo è protetto contro l'ingresso di polvere e umidità.
La minima distanza di messa a fuoco va dai 19cm del 24mm ai 30cm del 50mm (è possibile “guadagnare” ulteriore centimetro a entrambi gli estremi passando alla messa a fuoco manuale). Questo corrisponde a un ottimo rapporto di ingrandimento 0,30x (0,33x con messa a fuoco manuale).
L’autofocus, attuato da due motori lineari, è sufficiente performante da essere compatibile con la mostruosa raffica da 120 fps della nuova A9 Mark III, o con la ripresa 4K 120p. L’aggancio del soggetto con ottica già in posizione è pressoché istantanea, senza incertezze né focus hunting, mentre l’intera corsa richiede pochissimi decimi di secondo, sostanzialmente indipendenti dalla focale impostata. Supportata la funzione Focus Breathing Compensation disponibile su alcuni corpi macchina.
La prova è stata eseguita sul corpo macchina A7C R da 61 Mpixel. In termini di risoluzione, i valori massimi sono eccellenti: oltre 5800 LW/PH a 24mm e F4, con punteggi che toccano quota 5500 LW/PH già alla massima apertura e si mantengono sopra quota 5000 fino a F8 compreso.
Ripetibilità della messa a fuoco impeccabile.
Il confronto diretto con l'FE 4/20-70 G svela però le debolezze di questo nuovo arrivato, che si comporta molto bene alla minima focale e al centro del fotogramma, ma perde più del 20-70mm sia al crescere della lunghezza focale (qui peraltro ridotta) sia passando dal centro ai bordi del fotogramma.
Laddove, ad esempio, a F5.6 il 20-70 superava ancora le 5500 LW/PH anche alla sua massima focale, questo nuovo 24-50mm fa segnare circa 1000 LW/PH in meno. Il punteggio assoluto rimane elevatissimo, sia chiaro, ma un 20% di perdita a fronte di uno zoom meno estremo lo collocano indiscutibilmente un gradino sotto il fratello maggiore (che, a onor del vero, costa anche circa 300 Euro in più).
Valutazioni analoghe valgono per l’aberrazione cromatica, che nelle condizioni peggiori (nello specifico, estremo grandangolare e ai bordi dell’immagine) fa registrare un picco massimo di 1,7 pixel e un valore medio su tutti i diaframmi poco superiore al singolo pixel. Si può ben comprendere come un pixel e mezzo circa, su un totale di oltre 9500 orizzontali prodotti da questo sensore, sia del tutto irrilevante nell’utilizzo pratico; ciò non di meno, il 20-70 ha fatto registrare meno di un pixel, confermandosi otticamente superiore.
Vignettatura decisamente marcata a 24mm agli angoli estremi (valori medi pari a circa -5,7 EV @ f/2.8 e -3,7 EV @ F4), molto meno ai bordi (valori medi pari a -1,52 EV @ f/2.8 e -1,36 EV @ F4).
Il problema praticamente scompare all’estremo superiore dello zoom, dove anche a F2.8 e agli angoli estremi non si raggiunge il singolo EV di perdita, mentre ai lati si registra in media solo un -0,61 EV.
Buono invece il comportamento in termini di distorsioni, visibili ma contenute già a 24mm (ovviamente a barilotto), e quasi assenti a 50mm, dove l’obiettivo diventa sostanzialmente “neutro”.
Niente da segnalare, infine, dall'analisi visiva: coma irrilevante, effetto cipolla appena accennato, astigmatismo trascurabile.
Tirando le somme, possiamo dire che Sony ha centrato il suo scopo, cioè produrre un obiettivo F2.8 estremamente compatto, e ci fa sinceramente piacere vedere un produttore sperimentare, cercare nuove vie per soddisfare necessità anche molto specifiche.
Allo stesso tempo, però, non siamo del tutto convinti che questa strada sia la migliore possibile. A parità di ingombri, e lo diciamo da sostenitori delle ottiche luminose, troviamo più interessante il recente 20-70mm F4 che, a fronte di un costo maggiore, potrà essere più facilmente adottato come unica ottica.