Fujifilm annuncia oggi la nuova X100VI, sesta generazione della APS-C a ottica fissa per gli amanti del reportage quotidiano. La novità principale è l’adozione del sensore X-Trans CMOS 5 HR da 40 Mpixel (coadiuvato dal processore d’immagine X-Processor 5) che ha debuttato sulla H2, ma per la prima volta sulla famiglia X100 è presente anche uno stabilizzatore accreditato di 6 stop – un risultato notevole, considerando che il corpo macchina non è cresciuto di un millimetro rispetto al modello precedente.
Immutato, come le dimensioni, il feeling della fotocamera, fortemente caratterizzato dal peculiare mirino ibrido. Anche la scelta della focale è rimasta la stessa: 23mm reali, equivalenti a 35mm nel formato full frame, per il più classico degli strumenti da reporter.
Migliorate leggermente le prestazioni in scatto continuo, con la cadenza di scatto che, che nonostante l’incremento di risoluzione, passa da 11 a 13 fps e può essere mantenuta un poco più a lungo, e il reparto video ora può arrivare a 6.2K, oppure a 4K 60p, laddove il precedente modello si fermata al 4K 30p. Disponibili i formati 16:9 e 17:9 (DCI) sia per la risoluzione 4K sia per la Full-HD, con possibilità di registrazione in formato MOV (HEVEC/H.265) o MP4 (MPEG 4 AVC/H.264), in tutti i casi con bitrate massimo di 200 Mpbs.
Sensibilmente cresciuto, purtroppo, anche il prezzo di listino, che passa dai 1529,99 Euro della versione Mark 5 ai 1849,99 Euro attuali – oltre 300 Euro di incremento, giustificato da una dotazione hardware più ricca, ma che porta la X100VI pericolosamente vicina al prezzo della X-Pro 3 (1939,99 al momento del lancio per la versione black), o al prezzo d’ingresso di una 35mm a ottica intercambiabile.
SPECIFICHE | X100 VI |
X100V |
SENSORE | X-Trans CMOS 5 HR | X-Trans CMOS IV |
RISOLUZIONE | 40 Mpixel - 6864x5152 |
26 Mpixel - 6240x4160 |
FORMATO FILE | RAW 14 bit, JPEG, HEIF | RAW 14 bit, JPEG |
SENSIBILITA' (ESTENSIONE) | 125-12.800 ISO (64-51.200) | 160-12.800 ISO (80-51.200) |
MIRINO | Galileiano: 0,52x - 95% EVF: TFT 0,5", 3,69M punti, 0,66x - 100%. Eye-point 16,8mm |
|
DISPLAY | TFT 3,0" 1.62M punti | |
TEMPI DI POSA | MS: 15min - 1/4000s ES: 15min - 1/180.000s |
MS: 15m - 1/4000s ES: 30s - 1/32000s |
SYNCRO FLASH | ND | |
SCATTO CONTINUO | 13 fps / 24 RAW (Lossless) |
11 fps / 17 RAW (Lossless) |
ESPOSIMETRO | TTL 256 Zone | |
AUTOFOCUS | Ibrido | |
N° PUNTI AF | 425 Single: griglia 13x9 / 25x17 Zone AF: 3x3 / 5x5 / 7x7 su griglia 13x9 Wide / Tracking |
|
SENSIBILITA' AF | -5 EV | |
VIDEO | 6.2K (6240x3150) - 30p |
C4K (4098x2160) - 30p |
ALTRE FUNZIONI | Stabilizzatore 6 Stop | |
OBIETTIVI | Ottica fissa 23mm F2 (eq. 35mm) | |
I/O | ||
MEMORY CARD | SD UHS-I | |
INTERFACCE | USB-C, HDMI Type D, Mic-in, Wi-Fi, Bluetooth |
|
BODY | ||
FLASH | NG 4,4 | |
BATTERIA | NP-W126S / 310-450 scatti | NP-W126S / 350-420 scatti |
DIMENSIONI (LxAxP) | 128x74,8x53,3 mm |
|
PESO | 521g con batteria e SD | 478g con batteria e SD |
Per quanti non badano al prezzo e desiderano possedere un prodotto esclusivo, Fujifilm produrrà anche una versione celebrativa per festeggiare il 90° anniversario della fondazione, avvenuta nel 1934. Ecco allora 1934 esemplari numerati in confezione dedicata (identico hardware), al prezzo di 2249,99 Euro.
Il sensore X-Trans CMOS 5 HR da 40,2 Mpixel (6864x5152 pixel) è retroilluminato, e vanta la maggiore efficienza di conversione della gamma Fuji. Tant’è che, nonostante la maggior risoluzione, la X100VI parte da 125 ISO di sensibilità nativa, contro i 160 ISO della precedente Mark 5 da 26 Mpixel.
Grazie alla potenza del processore d’immagine, anch’esso aggiornato alla 5° generazione, anche le prestazioni sono leggermente cresciute. La cadenza di scatto continuo è passata da 11 a 13 fps con otturatore elettronico, e la raffica è sostenibile più a lungo: 80 JPEG, 38 RAW compressi con perdita di informazione, 24 RAW compressi senza perdita di informazione, 17 RAW non compressi.
Come già detto a proposito della generazione precedente, si tratta di prestazioni sovrabbondanti per questo genere di fotocamera ma, per gli incontentabili, Fujifilm ha aggiunto anche ulteriori opzioni di scatto continuo con crop 1,29x e cadenze di scatto cha vanno dai 10 ai 20 fps, mantenendo in questo caso la raffica per – ad esempio – 117 JPEG o 35 RAW compressi lossless. Chi vuole scattare con otturatore meccanico, viceversa, dovrà “accontentarsi” degli stessi 11 fps del modello precedente.
Il nuovo processore d’immagine porta in dote la tecnologia deep learning AF per il riconoscimento avanzato dei soggetti, che ora includono, anche per la famiglia X100, animali, uccelli (riconosciuti da questa modalità anche gli insetti), auto, moto/biciclette, aeroplani (riconosciuti anche i droni) e treni, oltre ovviamente agli esseri umani. Escludendo le nuove doti di riconoscimento, però, il sistema AF è rimasto fondamentalmente invariato nell’operatività, con le sue 425 zone suddivise in griglia 25x17 a cui gli utenti Fujifilm sono ormai abituati.
Altra grossa novità di questo modello è invece lo stabilizzatore a 5 assi, accreditato di 6 stop. La sua efficacia, in base ai nostri test, si è rivelata assai inferiore rispetto a quanto presumibile dalle specifiche; del resto, è fisiologico che l'effetto dello stabilizzatore sia più visibile in presenza di lunghe focali. Nella nostra prova, complici i 23mm, siamo riusciti a ottenere scatti nitidi fino a 1/30s anche senza stabilizzatore, mentre con stabilizzatore siamo arrivati nell'intorno di 1/8s con ragionevole nitidezza. Pur senza dimenticare l'empiricità del test, siamo pertanto portati ad assegnare a questo stabilizzatore 2 soli stop di vantaggio.
Invariata (purtroppo) anche la dotazione di connettori e supporti. Ci riferiamo, in particolare, allo slot SD UHS-I, superato già sulla X100V, e a maggior ragione criticabile nel 2024. Non che questo tipo di fotocamera necessiti di grandi prestazioni, pertanto la cosa non ha grande impatto sull’usabilità, ma un aggiornamento non avrebbe guastato.
Mediamente invariata l’autonomia, garantita sempre da una batteria NP-W126S, la cui ricarica continua a essere affidata unicamente alla porta USB-C. non ci stanchiamo di ripeterlo: è molto pratico poter sfruttare caricabatteria unificati per più dispositivi, ma dovrebbe essere data anche la possibilità di ricaricare una seconda batteria senza impegnare il corpo macchina. Specie in un modello di questa fascia di prezzo.
Il look’n’feel del prodotto non è assolutamente cambiato rispetto alla generazione precedente. Basta fare un confronto visivo per rendersi conto che, in effetti, il corpo macchina è assolutamente identico a quello della X100V, fatto salvo per un piccolo riposizionamento del pulsante Drive/Delete sul dorso, ora leggermente più a destra e per questo più pratico per l’utilizzo della fotocamera con la sola mano destra.
Ritroviamo dunque il pratico display basculante introdotto con la quinta generazione, il piccolo pulsante Q (Quick menu) defilato sul margine destro dell’impugnatura per lasciare più spazio al palmo della mano, la bellissima ghiera dei tempi con incorporata la scala ISO…
Non staremo qui ad effettuare un mero copia-incolla della recensione della X100V, a cui rimandiamo per qualunque dettaglio ergonomico. La sintesi è che il corpo macchina della linea X100, nelle sue ultime due incarnazioni, riesce ad essere tanto pulito e accattivate quanto efficace.
Non solo: Fujifilm ha trovato, con questa famiglia di prodotti, la giusta ricetta per piacere, o perlomeno per essere usata con piacere, tanto da chi ama le ghiere meccaniche quanto da chi predilige un'operatività più moderna. La X100VI mette a disposizione entrambe le soluzioni: basta portare la ghiera meccanica dei tempi in posizione T per passare il controllo dei tempi alla ghiera multifunzione posteriore, la ghiera meccanica ISO in posizione C per passare il controllo ISO alla ghiera multifunzione anteriore, ed è anche possibile – ma sarebbe un peccato – agire sul menu (IMP. GHIERA APERTURA (A) > COMANDO) per fare a meno anche della ghiera diaframmi sul corpo obiettivo.
Caratteristica saliente della famiglia X100, e parte integrante dell'esperienza d'uso, il sofisticato mirino ibrido, che semplicemente spostando una levetta anteriore si trasforma da EVF a mirino galileiano con sovrimpressione di cornice di inquadratura (con correzione automatica del parallasse), posizione zona AF e principali parametri di scatto.
È più di un vezzo: il mirino galileiano, in effetti, pur risultando con tutta probabilità obsoleto ai più, ha il vantaggio di essere sempre attivo (solo la sovrimpressione si accende avvicinando l'occhio) e quindi sempre disponibile, senza consumare energia. Inoltre, la cornice, che lascia intravedere un'area maggiore di quella effettivamente registrata, aiuta il reporter ad anticipare l'azione. E, come per i comandi di scatto descritti poco sopra, è sempre possibile passare all'approccio "elettronico"…
Entrambi risultano però un poco angusti rispetto alle mirrorless 35mm di ultima generazione: 0,66x per l'EVF, 0,52x per il mirino ottico (con copertura del 95% del campo inquadrato). Numeri d'altri tempi, con, in particolare, una distanza di accomodamento dell'occhio piuttosto ridotta – meno di 17mm. Il divario con il mondo 35mm si è fatto ormai molto evidente, per non parlare di un ipotetico affezionato utente Fuji che disponga anche di una GFX 100 II con suo enorme mirino 1x… Certo, in un corpo macchina come questo i millimetri sono contati, ma a nostro avviso Fuji dovrebbe considerare un upgrade per la futura Mark VII.
3000 LW/PH ai bordi e alla massima apertura f/2 è un risultato di tutto rispetto.
La reattività generale della fotocamera è complessivamente buona, ma le migliorate performance in scatto continuo non aggiungono nulla, dato che quelle del precedente modello erano già sovrabbondanti per una fotocamera chiaramente votata al reportage; nulla è stato fatto, viceversa, per ridurre il tempo di messa a fuoco quando l'obiettivo si trova a dover effettuare l'intera corsa, che era e rimane il maggior punto debole (anche) di questo modello.
Maggior problema non significa, beninteso, che si tratti di un problema grave. L'ottica è in effetti un po' pigra – circa 1s per l'intera corsa – ma in un contesto realistico di reportage, con messa a fuoco costantemente tra (almeno) 2m e infinito, questa pigrizia è ininfluente. Certo, nei panni di Fujifilm ci saremmo concentrati su questo anziché sui 2 fps in più…
Distorsioni assenti nonostante la focale grandagolare.
Abbiamo avuto modo di provare la X100VI in anteprima. I risultati presentati di seguito sono riferiti ai JPEG prodotti in-camera e non sono direttamente confrontabili con quelli reperibili all'interno delle recensioni ordinarie.
Ciò premesso, e nonostante la penalizzazione dei formato JPEG, è evidente come il nuovo sensore abbia fatto fare alla X100VI un notevole balzo in avanti in termini di dettaglio rispetto al modello precedente. Con la X100V avevano registrato punteggi costantemente sopra quota 3000 LW/PH tra f/2 e f/8, con punte massime di 3500 LW/PH (circa). La X100VI parte da circa 4000 LW/PH e si mantiene costantemente sopra quel valore fino a f/11 compreso. Il punteggio massimo si registra a f/8 (circa 4650 LW/PH), ma in effetti tra f/4 e f/8 c'è pochissima differenza – la risposta è pressoché piatta nell'intorno delle 4600 LW/PH.
Un bel divario considerato che, prima dell'introduzione di questo nuovo sensore, il precedente 26 Mpixel già rappresentava già il meglio del formato APS-C.
125 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
Impossibile giudicare propriamente il rumore da un JPEG, ma certamente si nota un comportamento omogeneo tra 125 e 800 ISO compresi, e un primo degrado percettibile a 1600, che era poi ciò che si osservava anche con la X100V. Forti anche dell'esperienza precedente con questo sensore (vedi X-H2), possiamo ragionevolmente affermare che i progressi tecnologici consentiranno alla X100VI di offrire molto più dettaglio con penalizzazioni in termini di rumore contenute al massimo entro il singolo stop.
Come da tradizione, colori piacevoli e realistici, facilmente personalizzabili con le Simulazioni film. L'ultima novità, nella famiglia X100, e la Reala ACE, che mostriamo all'opera qui sotto.
Standard
REALA ACE
Che dire, in conclusione, della X100VI? Beh, il fulcro dell'aggiornamento è chiaro, così come i suoi effetti: Fujifilm ha preso un corpo macchina ottimamente riuscito, e ne ha sostituito la pipeline grafica portando il sensore da 26 a 40 Mpixel. Il divario, in termini di dettaglio, è molto evidente, e i progressi tecnologici hanno fatto sì che questo maggior dettaglio non sia andato a sostanziale discapito della pulizia dei file.
Il mirino ibrido continua a essere una peculiarità, e può rappresentare di per sé motivo di preferenza, anche se questo comparto è rimasto immutato dal debutto della X-Pro 3 (fine 2019), e il paragone con i mirini di ultima generazione inizia a farsi scomodo, soprattutto a causa di un rapporto di ingrandimento ridotto per gli standard attuali.
Altri upgrade (non molti, a tutti gli effetti) hanno scarso impatto pratico, compreso lo stabilizzatore che, a causa della ridotta focale, offre vantaggi limitati.
Impossibile non chiedersi, visto il sensibile incremento di prezzo, se la X-Pro 3 (90 Euro di differenza al momento del lancio) non costituisca una soluzione complessivamente più allettante.