Abbiamo criticato, in passato, un'operatività a metà strada tra l'approccio "vintage", tipico del sistema Fujifilm X, e un approccio più moderno, basato su ghiera dei programmi e doppia ghiera di comando sul corpo macchina, che porta ad alcune incongruenze.
Un esempio: la ghiera dei diaframmi sull'obiettivo (presente su tutti gli obiettivi a focale fissa ma non su tutti gli zoom) può essere impostata su un valore specifico, in posizione Auto o in posizione C, passando in quest’ultimo caso il controllo al corpo macchina – soluzione necessaria per lavorare con doppia ghiera sul corpo macchina. In questo modo, però, ci si trova "a corto" del controllo ISO, che deve essere affidato alla ghiera anteriore insieme al diaframma (necessario premere la ghiera stessa per passare da una funzione all’altra).
Inoltre, in priorità di tempi, la ghiera dei diaframmi sull’obiettivo non avrà alcun effetto, quale che sia la sua posizione; logico, dato il programma di scatto, ma leggendo un certo valore sulla scala dei diaframmi ci si aspetta di lavorare a quel valore. La ghiera sull'obiettivo, in effetti, funziona a nostro avviso meglio con l'approccio "vintage" della ghiera dei tempi…
Tutto ciò era valido per la 100S, è valido per la 100 II, e continua a valere per la 100S II. La buona notizia è che ora questi tre corpi macchina sono coerenti tra loro, il che crea perlomeno un'uniformità "di sistema", finora assente, che facilita il passaggio tra (o l'uso contemporaneo di) modelli diversi. Auspichiamo che non ci siano nuovi cambi di rotta in futuro, anche perché, oggettivamente, le piccole incoerenze hanno una logica, e ci si abitua in fretta.
Siamo piuttosto delusi dalla scelta di mantenere l'identico corpo della prima generazione, senza effettuare un paio di "aggiustamenti" ergonomici che non avrebbero creato, probabilmente, molti problemi ai progettisti. Ci riferiamo al pulsante di compensazione esposimetrica, a nostro avviso non ottimale per dimensione e posizione, e al pulsante AF-On che, come accennato nella pagina precedente, è poco prominente e posizionato oltre l'arco di normale movimento del pollice, risultando per questo scomodo da raggiungere (soprattutto) per chi ha mani piccole. Sarebbero bastati pochi millimetri e/o un pulsante più grande (come quello della GFX 100 II).
Rapporto tra corpo macchina e 4 noti obiettivi del sistema GFX, dal "normale" 55mm al tele 250mm.
Il sistema AF è lo stesso della 100 II, e la sua efficacia – esattamente come per la sorella maggiore – è fortemente dipendente dallo scenario di utilizzo. Nel caso della 100 II abbiamo scelto, come di consueto, uno scenario verosimile, congeniale alla fotocamera, arrivando a conclusioni molto positive che valgono inalterate anche per la 100S II. La sintesi è: non è un autofocus equivalente a quello delle "sportive" 35mm top di gamma, in buona parte anche a causa delle prestazioni delle ottiche del sistema GFX, spesso tutt'altro che fulminee.
Nel contesto del lavoro in studio, del ritratto posato, queste lacune sono però irrilevanti, e con questa seconda generazione si beneficia della notevole affidabilità degli automatismi, che consentono di affidarsi con fiducia alla fotocamera, ottenendo una percentuale di successo prossima al 100% con una facilità mai vista prima. In altri termini, la GFX 100S II (come la 100 II), il "suo lavoro" lo sa fare, e molto bene.
Il confronto con il 250mm F4 mostra la notevole compattezza del nuovo 500mm F5.6.
L'arrivo del FUJINON GF500mmF5.6 R LM OIS WR ci ha però indotto a spingere questo sistema un po' fuori dalla sua zona di comfort, suggerendo un utilizzo in ambito naturalistico che abbiamo esplorato per questa recensione, e che ha mostrato diverse luci e qualche ombra.
Le luci: innanzitutto, l'ottica è estremamente compatta considerata focale e formato del sensore. Può essere utilizzata tranquillamente a mano libera (2258g la coppia obiettivo + corpo macchina) e, complice l'efficace stabilizzatore, anche con tempi molto lunghi per un 500mm; abbiamo lavorato infatti spesso con 1/125s senza il minimo accenno di mosso. Di nuovo, dunque, abbiamo sperimentato una facilità d'uso sconosciuta ad altri sistemi medio formato, anche recenti.
Abbiamo poi apprezzato il fatto che, come suggerito dalla stessa Fujifilm, i 100 Mpixel del sensore riescano a rivelare dettagli minuti dei soggetti, come le 35mm – anche di alta risoluzione – non possono fare.
Sopra: immagine intera. Sotto: un particolare al 100% del piumaggio restituisce una prima idea del livello di dettaglio ottenibile con 100 Mpixel. F5.6, 1/250s, 3200 ISO.
Sopra: immagine intera. Sotto: particolare al 100%. Dettaglio da "macro"... F5.6, 1/250s, 3200 ISO.
L'obiettivo in sé è ben progettato e realizzato, con tutto ciò che ci si aspetta da un super-tele di livello "pro", tra cui funzione focus preset (4 pulsanti a 90°, facilmente raggiungibili oltre la ghiera di messa a fuoco) e limitatore della corsa di messa a fuoco tra 5m e infinito, importante per evitare gli effetti più gravi del focus hunting.
La messa a fuoco, attuata da un motore lineare, è silenziosa, precisa e caratterizzata da buona ripetibilità (vedi grafici). È anche piuttosto rapida se confrontata con quella di altre ottiche GF, grazie soprattutto al fatto che il motore lineare deve muovere un gruppo AF interno costituito dal lenti di piccolo diametro.
Ottima ripetibilità di messa a fuoco e aberrazione cromatica particolarmente bassa considerata la lunga focale.
Non è, però, fulminea quanto quella degli analoghi tele degli "specialisti", ragion per cui ci troviamo a ripetere concetti già espressi in passato: vuoi per limiti prestazionali delle ottiche (qui oggettivamente ridotti), vuoi per limiti del sistema AF, che non rappresenta lo stato dell'arte in ambito fotografia sportiva, Fujifilm – e il sistema GFX in modo particolare – non è la scelta migliore per la ripresa di scene d'azione.
Ora, con il 500mm (ricordiamo, circa 400mm equivalenti e possibilità di utilizzare un moltiplicatore 1.4x), può però approcciare con successo un certo tipo di fotografia naturalistica amatoriale, che non è poco. Volendo essere, in effetti, tutto onesti, non ci siamo mai aspettati che il sistema GFX potesse competere ad armi pari con EOS R3 e Nikon Z9, e troviamo che il solo rientrare nella stessa categoria (con, è bene ricordarlo, un sensore 44x33mm da 100 Mpixel…) sia un grosso successo.