Nikon Z6 III, arriva il sensore "quasi" stacked

Nikon Z6 III, arriva il sensore "quasi" stacked

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Con la terza generazione, la Nikon Z6 III acquista grandi performance e migliora efficacia e usabilità del sistema AF. Significativo passo avanti rispetto alla generazione precedente, purtroppo anche nel prezzo. ”

Ergonomia ed efficacia

Il corpo macchina della Z6 III non è cambiato apprezzabilmente rispetto alle generazioni precedenti (e alla Z7), per cui continuano a valere le valutazioni fondamentali: buon layout e buoni materiali che, come sempre, restituiscono da subito la piacevole sensazione di avere tra le mani un prodotto di alto profilo.

Tradizionale struttura a doppia ghiera, con la classica (e molto efficace) soluzione del pulsante ISO che, in combinazione con le due ghiere, consente di modificare la sensibilità e attivare/disattivare la funzione Auto – non serve, qui, la terza ghiera utilizzata da altri costruttori.

Come già anticipato, l'impugnatura è ampia e confortevole e i pulsanti generalmente ben disposti e ben spaziati, ma la Z6, pur non essendo minuscola, è comunque una fotocamera compatta, e qualche compromesso ergonomico è inevitabile. In particolare, come abbiamo già notato sul modello precedente, il joystick per la selezione del punto AF è quasi esattamente sulla verticale del pulsante AF-On; quest'ultimo "cade" perfettamente sotto il pollice, mentre il joystick stesso costringe a muovere la mano. Come detto, lo spazio a disposizione non è molto, ma qualche millimetro a sinistra è comunque disponibile (vedi layout della Z9).

Inoltre, meno importante, il quadrante inferiore destro, con PAD e 4 pulsanti, è un poco "affollato", e i pulsanti sono, di conseguenza, tutti un po' piccoli. In questa zona, si patisce soprattutto la dimensione del pulsante OK al centro del PAD, che durante l'attività fotografica svolge per default la non trascurabile funzione di riportare il punto AF al centro.
Nulla di grave, evidentemente. Non è la Z9, ma l'efficacia sul campo è comunque buona.

A proposito di pulsante centrale, segnaliamo un'importante differenza rispetto alla seconda generazione: in precedenza, l'inseguimento del soggetto doveva essere attivato manualmente premendo proprio il pulsante OK, e disattivato con il sottostante pulsante "zoom out". Questo rendeva il tutto piuttosto macchinoso, ed esasperava il difetto ergonomico della dimensioni del pulsante OK.

Ora, fortunatamente, l'inseguimento è automatico se si seleziona la modalità 3D Matrix, e si interrompe – sempre automaticamente – al rilascio del pulsante di scatto (o AF-On), riportando al fotocamera al punto AF precedentemente selezionato per l'avvio. Questa piccola modifica fa una grande differenza pratica, soprattutto in contesti sportivi.  

Oltre a questo, il sistema AF è migliorato nel suo complesso rispetto alla Z6 II: leggermente più reattivo e più sofisticato nel riconoscimento soggetti, riesce a identificare e inseguire meglio soggetti complessi (es: su sfondi confusi) con cui la precedente generazione faticava un poco.

Alla già lunga lista di funzioni accessorie della seconda generazione (bracketing su esposizione/flash, bilanciamento del bianco e D-Lighting, esposizione multipla, HDR, riduzione sfarfallio, ripresa intervallata /  time lapse, focus shift) si aggiungono qui la modalità Hi-RES multi-scatto (96 Mpixel) e la funzione Sequenza pre-scatto (pre-burst shooting, voce di menu d3), impostabile per salvare gli scatti corrispondenti a 0,3s, 0,5s o 1s precedenti alla effettiva pressione del pulsante di scatto.  

Il mirino EVF è reattivo e fluido, e in modalità avanzamento H*, che è quella corrispondente ai 14/20 fps, a seconda che l'otturatore sia meccanico o elettronico, è anche virtualmente privo di oscuramento. Piccolo trucco: scattando con otturatore elettronico e con tempi di posa superiori a 1/1250s, il mirino EVF diventa più fluido. Non conosciamo la specifica, ma potrebbe essere che i 60 fps "standard" passino automaticamente a 120 fps.

Chiudiamo con Nikon Imaging Cloud, nuovo servizio che debutta proprio con la Z6 III e consente, avendo ovviamente una connessione internet disponibile, innanzitutto il trasferimento (quindi il backup) automatico dei file al cloud. Lo spazio è illimitato per 30 giorni, che decorrono dal primo trasferimento del file in oggetto. La connessione al cloud consente anche aggiornamenti firmware semplificati e il download di profili colore, che una volta in-camera si comporteranno come i classici Nikon Picture Control.