Sony A1 II, tempo di aggiornamenti per l’ammiraglia

Sony A1 II, tempo di aggiornamenti per l’ammiraglia

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Sono 3 anni da che Sony ha mostrato una mirrorless capace di soppiantare le ammiraglie reflex. Oggi è tempo di aggiornamento, che evolve il prodotto rafforzandone la posizione contro le rivali che, nel frattempo, hanno debuttato. Ecco quindi la nuova Sony α1 Mark II”

Ergonomia ed efficacia

Anche per ciò che riguarda l'ergonomia, onde evitare inutili ripetizioni rimandiamo alla recensione della A1 capostipite, limitandoci qui a un riassunto delle considerazioni generali per poi concentrarci sugli elementi di novità.

In generale, la A1 II è una fotocamera con una quantità di comandi abbondante e sostanzialmente ben disposta. Con tre ghiere di comando principali, a cui si aggiungono l'ulteriore ghiera di compensazione esposimetrica (e, secondo l'ottica montata, eventualmente una ghiera dei diaframmi sul corpo obiettivo), joystick di gestione del punto AF e ben 5 pulsanti custom ampiamente personalizzabili, qualunque funzione fotografica è costantemente sotto controllo e qualunque fotografo può adattare la fotocamera alle sue esigenze/preferenze. Questo è il motivo per cui, in ultima analisi, abbiamo sempre apprezzato e valutato positivamente i corpi Sony Alfa di fascia alta.    

I comandi sono, per l'appunto, anche confortevoli e razionalmente disposti. Lo spazio però è tiranno e impone qualche compromesso, che emerge nei contesti in cui il tempismo e la possibilità di lavorare "alla cieca", senza staccare gli occhi dal mirino, sono essenziali.


Due particolari modificati nella A1 II. Qui sopra: ora, la ghiera delle modalità di scatto prevede una posizione custom. In alto: la scelta tra modalità foto, video o Slow&Quick è ora affidata a un'apposita ghiera.

Un esempio riguardante in modo specifico la A1 II (e arriviamo così alle novità di questo modello) è il pulsante C5 posto nella parte anteriore, dedicato alla funzione Speed Boost che incrementa temporaneamente la cadenza di scatto continuo. Soluzioni di questo tipo sono importanti in fotocamere con cadenze di scatto tanto elevate – scattare sempre a 30 fps sarebbe infatti deleterio, mentre poter passare velocemente e temporaneamente alla massima cadenza di scatto è un'ottima soluzione.

Un plauso dunque a Sony per averci pensato per prima, ma il pulsante in posizione anteriore, data l'impugnatura pronunciata (ottima per la stabilità), è difficilmente raggiungibile per chi ha mani piccole. Per chi scrive, ad esempio, è impossibile raggiungerlo senza muovere la mano. Forse un ulteriore pulsante sul dorso, accanto ad AF-On, sarebbe preferibile, ma… dove?!?

Beninteso: il problema specifico è secondario e facilmente risolvibile grazie alle ampie possibilità di personalizzazione. Noi, ad, esempio, lo abbiamo risolto riassegnando la funzione Speed Boost al pulsante sull'ottica (non sempre presente, ma diffuso sulle ottiche di fascia medio-alta). È però un indice della necessità, a nostro avviso, di rivedere un poco la struttura del corpo macchina, anche aumentandone le dimensioni, per approcciare in modo più mirato la fotografia sportiva e naturalistica.

1s
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1/2s
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1/4s
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1/8s
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1/15s
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1/30s
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1/60s
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1/125s
1/125s

Una delle specifiche variate maggiormente riguarda lo stabilizzatore, ora accreditato di 7 stop ai margini del fotogramma e di ben 8,5 stop al centro, contro i 5,5 stop della A1 originale. La nostra impressione è che questi dati siano decisamente ottimistici.

Abbiamo iniziato la prova con il 70mm a nostra disposizione e un tempo di posa di 1/125s, senza riscontrare differenze apprezzabili tra stabilizzatore attivo o meno. Ancora a 1/60s abbiamo ottenuto scatti nitidi anche in assenza di stabilizzatore, nonostante 1/60s sia certamente un tempo "al limite" considerando focale e risoluzione del sensore. A 1/30s abbiamo iniziato a notare le prime differenze: senza stabilizzatore non siamo riusciti a ottenere uno scatto nitido, mentre con stabilizzatore ovviamente si.

Sempre con stabilizzatore, abbiamo poi ottenuto scatti perfettamente nitidi fino a 1/15s, e ragionevolmente nitidi fino a 1/4s. Considerando 1/125s come tempo di sicurezza "a prova di bomba" e considerando ancora lo scatto a 1/4s come valido (il risultato con questo tempo di posa è comunque tutt'altro che garantito), dobbiamo concludere che lo stabilizzatore garantisce non più di 5 stop di vantaggio, al pari del modello precedente.


3200 ISO


6400 ISO


12800 ISO

Lo scatto multiplo NR svolge ottimamente il suo compito. È possibile utilizzare 4, 8, 16 o 32 scatti totali, con vantaggi ovviamente crescenti. Già con 4 scatti, a sensibilità medio-alte (3200-6400-12800 ISO) il rumore si riduce, anche se con 4 scatti l'impressione visiva è soprattutto di un guadagno di nitidezza: la "grana" resta visibile, ma i dettagli risultano più incisi. Viceversa, arrivando a 32 scatti, anche la grana si riduce visibilmente, in modo in effetti sorprendente. Vedere l'esempio a 12800 ISO per credere.

Un dato tangibile deriva dalle dimensioni dei file JPEG, la cui compressione perde di efficacia in presenza di grana, dando origine a file più grandi se il rumore di fondo è maggiore. Ebbene, a 3200 ISO si passa dai 21,3 MB dello scatto singolo ai 7,5 MB dello scatto multiplo 4 pose, per arrivare ai 4,7 MB dello scatto multiplo 32 pose. Con sensibilità a 12800 ISO, i tre dati diventano, rispettivamente, 24,2 MB, 11,4 MB e 6,75 MB. 

Il punto debole di questa funzione, come dello scatto multiplo pixel shift, resta la necessità di comporre gli scatti in post-produzione.         


Un esempio della capacità della A1 II di "cogliere l'attimo" grazie alla sua raffica da 30 fps.

Il mirino EVF era già una meraviglia sulla A1, e continua a esserlo sulla A1 II. Anche su questo fronte è stato fatto un piccolo passo avanti: ora è il refresh-rate rimane a 120 Hz anche impostando la qualità visiva High, mentre con la capostipite era 120 Hz a qualità Standard e 60 Hz a qualità High. Giusto segnalarlo, ma non si tratta di un upgrade che cambia la vita. Del resto, c'era ben poco da migliorare in quello che è probabilmente il miglior mirino EVF attualmente su piazza. 

Per quanto riguarda i passi avanti nel sistema AF, possiamo purtroppo dare solo un'impressione di massima (positiva), causa il poco tempo a disposizione e la disponibilità di una focale troppo corta per affrontare scenari di sport professionale o natura. Certamente il parametro relativo al cambiamento di velocità del soggetto ha effetti positivi, e aiuta a indirizzare la fotocamera nella giusta direzione. Ora manca solo una sezione dedicata nel menu che, nel caso di Sony, è davvero enorme e, di conseguenza, complesso da padroneggiare.

Il miglior riconoscimento dei soggetti non ha portato, per nostra esperienza, vantaggi significativi in termini di messa a fuoco. A sinistra, si può ad esempio vedere il caso in cui, testa dell'animale ben visibile, la fotocamera è andata sull'oggetto in primo piano. Non capita spesso che il sistema AF della A1 II sbagli, specie con soggetti umani, ma non abbiamo notato differenze rispetto alla A1 originale.

Insistiamo sempre sullo stesso punto: quando si ha il giusto tempo a disposizione, la A1 II (come la A1 prima di lei) funziona egregiamente. Lo stesso sistema di riconoscimento degli occhi nella ritrattistica è impeccabile. È nei contesti in cui serve maggior reattività che si nota qualche stonatura, e una di queste stonature è la difficoltà nel trovare due parametri relativi al sistema AF, che magari si desidera regolare in corso d'opera, all'interno di un menu da oltre 50 pagine che mescola parametri fotografici e video.

Meno percepibili, a nostro avviso, i vantaggi del processore IA nel riconoscimento della scena, che non ha portato a nostra sensazione significativi passi avanti rispetto al modello precedente (ricordiamo che già la capostipite utilizzava un avanzato sistema di riconoscimento dei soggetti basato su IA).