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Pagina 1 - Introduzione Questa guida è la prima di cinque puntate, pensate come supporto agli utenti che si addentrano per le prime volte nel mondo della fotografia digitale. A questa guida, che vuole essere un aiuto per chi deve scegliere la prima fotocamera, seguiranno quindi altri articoli con diversi temi:
Non è certo facile parlare di tecnica fotografica se non si conosce la preparazione e il livello del proprio interlocutore, prima di tutto perché la fotografia è un'arte, in secondo luogo perché abbraccia uno svariato numero di applicazioni, ognuna delle quali si caratterizza per parametri propri e linee guida particolari. La scelta migliore è quindi quella di partire dall'inizio e cominciare assieme il viaggio che ci porterà dall'acquisto dell'agognato “scatolotto raccogliluce” alla stampa di stupendi paesaggi, ritratti, animali o tutto quello che scolpito dalla luce attirerà la nostra attenzione. L'acquisto: tra le centinaia di apparecchi che troviamo nelle vetrine o sugli scaffali vi chiederete quale è quello che fa per voi? Vi lascerete sedurre dal prezzo? Dai megapixel? Dalle dimensioni dello schermo LCD? Prima di tutto dovete sapere che esistono due grandi famiglie di fotocamere digitali, entrambe derivate dalle sorelle analogiche a pellicola: le compatte e le reflex.
Le fotocamere compatte sono piccole, possono essere trasportate agevolmente nella borsa o nel taschino della camicia, solitamente hanno la forma di un parallelepipedo e sono caratterizzate posteriormente da un discreto schermo LCD che permette di inquadrare, cioè di vedere, cosa si sta per fotografare. Ne esistono di tutti i tipi con funzioni e prestazioni più o meno avanzate che fanno oscillare il prezzo dai 99 euro di fascia economica fino a 500 euro e oltre degli ultimi modelli del mercato, caratterizzati da un sempre maggior numero di megapixel e da una riduzione delle dimensioni. Vedremo in seguito che la risoluzione del sensore non è tutto e che spesso le pubblicità a riguardo possono anche ingannare. I pregi principali di questo tipo di fotocamera sono:
Inoltre i modelli più avanzati permettono di regolare manualmente i parametri di scatto dando maggiore libertà creativa a chi le usa; il prezzo poi è abbordabile e anche senza svenarsi si può portare a casa una bella macchina. Se il vostro interesse è quello di fotografare per tenere dei ricordi degli amici o delle vacanze senza dovervi preoccupare troppo di come fare, una compatta è sicuramente la macchina che fa per voi. D'altra parte, una compatta lascia poco spazio all'interpretazione personale. In condizioni di luce critiche come l'alba oppure il tramonto o un concerto potreste non ottenere mai il risultato sperato e se va male, ottenere solo delle macchie colorate. Il limite tecnico che viene imposto dal software di elaborazione non può essere superato e ci si dovrà accontentare di come la fotocamera vede la realtà. Pagina 2 - Fotocamere reflex La famiglia delle reflex sarà quella sulla quale in futuro spenderemo più parole perché oggettivamente permette il controllo totale; si può interpretare la realtà a proprio modo e nelle situazioni di luce critiche ingannare il software e superarne i limiti tecnici. Con questo non si vuole togliere nulla alle fotocamere compatte, come dice il titolo ogni artigiano usa degli attrezzi specifici, il trucco sta nel servirsene propriamente ed essere coscienti di cosa la macchina fa, di come la macchina “vede”. La fotocamera reflex è concettualmente, quindi meccanicamente diversa da una compatta. Semplificando molto, una compatta vede la realtà attraverso l'obiettivo, la elabora e la trasferisce sul display; il fotografo non può intervenire in alcun modo in questo processo totalmente automatizzato. Osservando una compatta si nota che oltre allo schermo è presente anche un mirino ottico attraverso il quale si può inquadrare ma purtroppo questo mirino non restituisce la stessa inquadratura che legge la macchina poiché non è collegato in alcun modo al sistema di lenti dell'obiettivo: è solo un vetro cui guardiamo attraverso. Con l’innovazione tecnologica raggiunta gli ultimi modelli stanno gradualmente perdendo il mirino ottico, che ormai non viene praticamente mai usato.
Una reflex al contrario permette di vedere nel mirino ottico esattamente quello che vede la macchina. Per di più le macchine reflex hanno la possibilità di usare più tipi di obiettivi che vengono innestati sul corpo della fotocamera, ogni obiettivo vede in maniera diversa la realtà; se con una compatta non si può sapere cosa si sta inquadrando attraverso il mirino ottico, con una reflex si capirà subito se è montato un grandangolo oppure un mediotele, oltre al fatto che si può controllare finemente anche il punto di messa a fuoco. Tutto questo è possibile grazie ad uno specchio ed al pentaprisma presente nel rigonfiamento del corpo nella parte superiore. Lo specchio in posizione di riposo devia la luce nel mirino e permette la visione attraverso le lenti dell'obiettivo; quando lo specchio si alza scopre il sensore che a questo punto registra l'immagine.
Quando si inquadra lo specchio devia l'immagine sul pentaprisma, attraverso vari passaggi la luce viene riflessa al mirino esattamente come appare alle lenti. Nel momento in cui si schiaccia il pulsante di scatto lo specchio si solleva lasciando che il sensore venga impressionato, il mirino si oscurerà per tutto il tempo in cui lo specchio rimane sollevato. Ecco che abbiamo già spiegato due caratteristiche principi di un sistema reflex, la visione coerente attraverso il mirino e la possibilità di intercambiare le ottiche. Il parco ottico di ogni casa costruttrice soddisfa tutte le esigenze, dal super grandangolo 180° al super tele obbiettivo che permette 44 ingrandimenti. Come già accennato, attraverso la regolazione dei parametri di scatto, ovvero tempi e diaframmi, è il fotografo a decidere la quantità di luce che colpirà il sensore e di conseguenza è il fotografo a decidere come verrà la foto. Tutte le reflex digitali possiedono dei programmi di scatto preimpostati che scelgono per l’utente i parametri più adatti alla situazione, quindi anche se neofiti in materia possiamo ugualmente ottenere delle fotografie corrette. L'altro lato della medaglia è il costo: il corpo macchina di una entry-level non costa meno di 500 euro fino ad arrivare ai 1200 € di una pro-sumer ed agli sbalorditivi 4000 € di una professionale; il peso e l'ingombro non permettono certo di tenerla in una borsetta, tanto più che questo cambia a seconda dell'obiettivo che montiamo. D'altra parte se vogliamo fare fotografia con la F maiuscola una macchina di questo tipo è di certo l'approccio più completo. Pagina 3 - Risoluzione Se le vostre esigenze vi fanno propendere per una compatta, potete porre attenzione ad alcuni particolari che fanno la differenza, soprattutto se siete orientati verso apparecchi di fascia bassa. La risoluzione (è un discorso valido per ogni tipo di macchina): ormai anche compatte da 99 euro arrivano tranquillamente alla soglia dei 5-6 megapixel che sono più che sufficienti per stampe dettagliate in formato 20x30 cm. Di seguito si spiegherà quale relazione esiste tra risoluzione, dimensione di stampa e memoria occupata. Un’immagine digitale non è altro che un file, prima di tutto ponete attenzione a non confondere lo spazio che questo file occupa sul nostro hard disk o scheda di memoria, con quelle che sono le dimensioni della foto che questo file rappresenta. Le dimensioni della foto vengono espresse in pixel, ovvero “picture element”: punti. Il peso del file in byte o multipli come i MB. Ogni pixel porta con se le informazioni colore espresse in bit di profondità, la regola ci dice che: dati n bit di profondità colore, possiamo rappresentare 2n colori. Quindi se il sensore lavora ad un bit rappresenteremo due colori solamente. Quasi tutte le fotocamere lavorano con 10,12 o 14 bit, ogni pixel è in grado di assumere, ad esempio, 2^14=16384 colori. Posto che 8 bit = 1 byte, possiamo calcolare quanto spazio memoria occuperà la foto generata dal nostro sensore da 4,3 Mpixel. 2544 x 1696 = 4,3 Mpixel x 14 bit = 60,2 Mbit / 8 = 7,5 Mb. La nostra macchina a rigor di logica dovrebbe produrre foto da 7,5 Mb, nella realtà il peso sarà effettivo intorno ai 2- 3 Mb dovuto al tipo di compressione (jpeg, tiff) ed algoritmo della macchina.
La macchina a rigor di logica dovrebbe produrre foto da 12,9 Mb, nella realtà il peso effettivo sarà intorno ai 2-3 Mb dovuto al tipo di compressione (jpeg, tiff) e algoritmo del software interno. Tutto questo a livello fotografico non è molto interessante ma permette di capire quali relazioni entrino in gioco. Tutto questo a livello fotografico non è molto interessante ma ci permette di capire quali relazioni entrino in gioco, vediamo ora come si passa dalla risoluzione del sensore alle dimensioni di stampa. La nostra foto 2544 x 1696 viene visualizzata a monitor con una risoluzione dello stesso di 72 dpi (deep per inch) punti per pollice (gli schermi più moderni hanno una risoluzione anche di 100 dpi). Un pollice equivale a 2,54 cm. Convertiamo la risoluzione da pixel/pollice in pixel/cm 72/2,54= 28,3. Rifacendo i calcoli precedenti si capisce che 300 dpi equivalgono a 118 punti/cm, da ciò 2544/118=21,55 cm e 1696/118= 14,3 cm. In conclusione la macchina appena acquistata da 4,3 Mpixel produrrà stampe di qualità fotografica delle dimensioni di 21,55 x 14,3 cm, portare la stessa ad un ingrandimento 20 x 30 cm non pregiudica la qualità in modo sensibile. Ora chiedetevi se per il tipo di scatti che volete fare vi servono veramente 10 Mpixel! Tutto questo non per scoraggiare l’acquisto degli ultimi modelli ma per imparare cosa sta dietro e capire cosa realmente serve e cosa si può fare con quello che si ha. D’altra parte è nello spirito del fotografo essere curioso. Pagina 4 - Batteria e ottiche Batteria al litio: molte macchine entry-level non vengono vendute con batteria dedicata ma sfruttano le normali batterie stilo; questo può comportare delle limitazioni sia di durata che di corretto funzionamento poiché le normali stilo potrebbero non erogare abbastanza corrente per alimentare i circuiti. Le batterie dedicate sono studiate appositamente e permettono di fare un alto numero scatti. Se proprio dovete affidarvi alle stilo, fate attenzione a sceglierle ricaricabili da 2500 mAh e usate il trucco di caricarle tramite un caricatore lento in maniera da favorirne la durata. Nel caso ci si voglia rivolgere verso caricatori veloci è bene scegliere quelli 'intelligenti', in grado di evitare una carica eccessiva, mettendo al riparo da danneggiamenti delle batterie o situazioni pericolose.
Le ottiche possono essere del tipo più disparato, in particolare per quanto riguarda la portata dello zoom. Uno zoom è un'ottica che copre diverse lunghezze focali ovvero permette di ingrandire il soggetto tanto più quanto la sua estensione è grande. Poche di queste, tuttavia, coprono l'area effettiva di un grandangolo risultando quindi non pratiche nel momento in cui si fotografano ambienti all'aperto di elevata dimensione o scene di gruppo. E' bene quindi leggere attentamente le informazioni tecniche alla ricerca dell'effettiva area di copertura dell'obiettivo, privilegiando le ottiche capaci di aperture grandangolari agli zoom teleobiettivo spinti. Per facilitare la lettura delle caratteristiche viene spesso riportata la lunghezza focale equivalente al formato 35 mm: quest'ultimo è il formato reflex standard che rappresenta la diagonale dell'area di pellicola impressionata; nel formato reflex standard vengono considerate grandangolari tutte le ottiche con lunghezza focale minore o uguale a 35 mm. In particolare un buon grandangolo è un'ottica come il 28 oppure il 24 mm.
Salendo in fascia medio alta, la presenza dello stabilizzatore di immagine è sicuramente una linea di confine. Ogni casa lo chiama con sigle differenti. Attraverso un sistema di azione reazione la macchina percepisce il movimento che le trasmette la mano e lo compensa con un movimento uguale e contrario del sensore oppure delle ottiche. Assicuratevi che sia effettivamente uno stabilizzatore e non solamente la capacità di aumentare la sensibilità per ottenere tempi di scatto più rapidi, questo infatti fa crollare la qualità. Lo stabilizzatore è utile? Decisamente si! Con l'esperienza se ne può fare a meno ma di certo è una marcia in più in diverse situazioni di scatto. Non faremo qui test e confronti tra le diverse case costruttrici, sfogliando le pagine del sito potete avere un idea delle diverse soluzioni presenti sul mercato, dopo di che il vostro fotografo di fiducia saprà certamente consigliarvi per il meglio. Non ci resta che augurarvi buona scelta! UPDATE: Non perdetevi la versione aggiornata di questa guida, quella che include anche le fotocamere mirrorless, la trovate a questo indirizzo. |
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