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Pagina 1 - Fujifilm X-Pro1: evoluzione della serie X
Fujifilm X-Pro1 è stato uno dei prodotti più interessanti del CES 2012 di Las Vegas: sebbene non abbia portato in dote il sensore organico (su cui Fujifilm non ha però nascosto di essere realmente al lavoro), la prima mirrorless digitale di casa Fujifilm ha portato una piccola rivoluzione nel mondo dei sensori. Massima nitidezza e assenza di moiré sono l'accoppiata desiderata dalla maggior parte dei fotografi, ma spesso sono aspetti che tendono a divergere e che costringono a scendere a compromessi. Solitamente le macchine fotografiche che utilizzano sensori con filtro Bayer scelgono di sacrificare parte della nitidezza a favore dell'assenza di moiré con l'utilizzo di un filtro low-pass con funzione antialiasing. Fujifilm per massimizzare la nitidezza riducendo al minimo il moiré ha scelto di eliminare il filtro antialiasing e ridisegnare radicalmente la matrice colorata posta sopra il sensore, progettandone una caratterizzata da minore periodicità e quindi 'nativamente' meno sensibile al moiré.
Già al CES la nuova Fujifilm X-Pro1 ci aveva colpito per la qualità delle sue immagini, nonostante gli esemplari che avessimo maneggiato fossero dei sample pre-produzione. Settimana scorsa vi abbiamo proposto l'unboxing della NSC (New System Camera, questo il nome 'ufficiale' di questo segmento sul mercato italiano) di casa Fujifilm e alcuni preliminari scatti appena estratta dalla confezione: VIDEO: Fujifilm X-Pro1: unboxing (per vedere il video, guardare la versione completa dell'articolo) GALLERY: Fujifilm X-Pro1: primissimi scatti dopo l'unboxing (per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo) Nelle prossime pagine cercheremo di andare più a fondo nei nostri giudizi sulla nuova mirrorless, mentre più avanti proveremo a mettere la macchina a confronto con altri prodotti presenti sul mercato, sia con le sorelle vintage di casa Fujifilm, tra cui la capostipite della serie X, Fujifilm X100, sia con prodotti come Sony NEX-7, la EVIL che al momento vanta la maggiore risoluzione di targa sul mercato. Pagina 2 - Fujifilm X-Pro1: qualità per gli amanti del vintage
Fujifilm X100 è stata una delle fotocamere più discusse del 2011: lanciata ufficialmente a febbraio, aveva già fatto parlare molto di sé nei mesi precedenti, divenendo una vera e propria regina dei rumors. Con X100 Fujifilm ha inaugurato la serie delle fotocamere di qualità dall'aspetto vintage, di cui X-Pro1 è stata la naturale discendente. Con X100 Fujifilm è anche riuscita a far lievitare molto il prezzo medio dei suoi prodotti, posizionando a 999 euro di listino quella che è poi divenuta una vera best seller, anche sul mercato italiano, dove ogni lotto va ancora letteralmente a ruba.
Con la riuscita operazione di X100 Fujifilm ha preparato il terreno anche a un prodotto come X-Pro1, mirrorless che canta fuori dal coro posizionandosi al prezzo di listino del solo corpo di circa €1500, a cui va aggiunto il prezzo delle ottiche (al momento solo obiettivi fissi luminosi) di circa €600. Di seguito riassumiamo in una tabella le caratteristiche principali della New System Camera di casa Fujifilm:
Lo stile che contraddistingue Fujifilm X-Pro1 si pone in linea di continuità con quello lanciato da X100: molto vintage e con alcuni richiami al mito tedesco della fotografia, non è solo un vezzo estetico. Il corpo è costruito in metallo e la le finiture in gomma ad effetto bagnato offrono una ottima presa. La macchina è più leggera di quanto non si possa pensare guardandola, ad alcuni addirittura dà l'impressione di essere una scatola di metallo 'vuota'.
Dal punto di vista dei comandi Fujifilm X-Pro1 è davvero completa: alla ghiera di regolazione dei tempi di scatto e della compensazione dell'esposizione poste nella parte superiore della calotta si affiancano una ghiera cliccabile posta sul retro, un joypad a 4 vie con tasto centrale cliccabile e svariati pulsanti, alcuni con funzioni personalizzabili. Interessante il nuovo tasto 'Q' che permette accesso al menu rapido Quick Menu, che permette di modificare i più importanti parametri di scatto senza passare dal menu vero e proprio. Si tratta di una innovazione ben gradita, in quanto proprio l'interfaccia con il menu era uno dei punti critici dei precedenti modelli X100 e X10.
Dal Quick Menu utilizzando i tasti direzionali e la rotella sul retro è possibile modificare in modo semplice anche le funzioni avanzate di scatto. I tasti posti a sinistra del display da 3" sono utilizzabili per modificare la lettura esposimetrica, la posizione del punto di messa a fuoco e il modo di scatto. Nessun pulsante è dedicato ai video, per accedere alle funzioni di registrazione dei filmati è necessario accedere alle impostazioni del modo di scatto dal pulsante 'Drive'. Questo particolare fa capire che Fujifilm ha dotato X-Pro1 delle funzionalità video, ma non fa certo delle funzioni di videocamera uno degli utilizzi primari. La rotella sul posteriore è cliccabile e ad esempio permette di attivare l'ingrandimento della zona di messa a fuoco durante l'utilizzo in modalità manuale.
Sulla calotta superiore il pulsante Fn vicino al comando di scatto (quest'ultimo dotato di filettatura per l'utilizzo di controlli remoti) è personalizzabile e può essere assegnato a uno a scelta tra molti comandi, tra cui ISO, RAW o tipo di simulazione pellicola. Con l'introduzione del Quick Menu l'importanza di questo comando è certamente ridimensionata, ma risulta comunque molto comodo in alcuni frangenti. Sul frontale troviamo, naturalmente, il tasto di rilascio dell'obiettivo, ma anche un commutatore per il tipo di messa a fuoco (Singola, Continua o Manuale) e una levetta che sovraintende alla modalità di visualizzazione all'interno del mirino.
Quest'ultimo, come già visto su Fujifilm X100, è uno dei punti di maggiore differenziazione con le altre proposte sul mercato. Il mirino Hybrid Viewfinder è infatti utilizzabile in due modalità. In un caso è un mirino elettronico ad alta risoluzione (1.440.000 punti), nell'altro è un mirino ottico galileiano con in sovraimpressione elettronica i parametri di scatto e le cornici che delimitano l'area ripresa dai diversi obiettivi. Montando gli obiettivi a più lunga focale, come il 35mm e il 60mm, non solo la macchina adegua automaticamente la cornice illuminata nel mirino, ma cambia anche lo zoom dello stesso (con l'introduzione sul cammino ottico di una lente), avvicinando il soggetto e permettendo un'inquadratura più precisa. La possibilità di scegliere in modo istantaneo tra le due modalità di visualizzazione è certamente uno dei plus di questa fotocamera, che piacerà sia a chi ama vedere quello che sta riprendendo il sensore (anche con filtri e impostazioni di scatto applicate in preview) sia a chi ama il più tradizionale mirino ottico. Pagina 3 - Impressioni d'uso
La nuova mirrorless X-Pro1 di casa Fujifilm supera brillantemente la pagina delle impressioni d'uso. Nonostante le forme squadrate l'impugnatura è buona e il peso è inferiore a quanto ci si aspetterebbe a prima vista. Il mirino ibrido mette d'accordo tradizionalisti e amanti del Live View con una soluzione evoluta e intelligente, mantenendo anche la possibilità di utilizzare il display posteriore per il puntamento: quest'ultimo ha un angolo di visione sufficientemente buono, ma in alcuni casi lo si desidererebbe snodato, anche se apporterebbe modifiche importanti dal punto di vista stilistico.
La sensazione offerta dal metallo del corpo e buona, così come la finitura effetto bagnato, che diventa gommata sull'impugnatura. I tasti sono disposti in modo abbastanza ergonomico e sono facilmente utilizzabili con il pollice anche senza staccare l'occhio dal mirino. Il Quick Menu ha portato un miglioramento netto all'interfaccia, superando uno dei difetti maggiori segnalati su X10 e X100, inoltre sono davvero tanti i profili personalizzabili da impostare sulla macchina per richiamare con un click tutta una serie di impostazione predefinite a scelta dell'utente. La macchina offre una slitta per flash esterni TTL e l'interessante integrazione del connettore sync, una chicca da vera professionale: qualche utente lamenterà la mancanza di un flash integrato, che invece era presenta su X100. Rispetto a X100 è migliorata parecchio la velocità operativa della macchina, in particolare non è più presente il lungo ritardo che caratterizzava la registrazione dei file RAW sulla capostipite della serie X. Restano alcuni punti dubbi, come comandi poco chiari o troppo nascosti. Per esempio per ingrandire l'area di messa a fuoco durante l'uso in manuale è possibile cliccare la rotella posta sul retro: operazione semplice, ma difficile da scoprire andando a tentativi e che non si è palesata in modo evidente nemmeno alla prima lettura del manuale d'uso. Poco chiari (e primi di spiegazioni sul manuale cartaceo in confezione) i comandi Tono Ombre e Tono Alte Luci: i due parametri sono impostabili su valori da -2 a +2, ma non è spiegato sul manuale a cosa corrispondano le modifiche. Andando per tentativi si scopre che i due comandi modificano la curva in corrispondenza delle due zone aumentando o diminuendo il contrasto, per altro in modo abbastanza brusco. La messa a fuoco a rilevazione di contrasto (tramite il sensore) si comporta generalmente bene, anche se ha dimostrato di andare in crisi a volte su soggetti difficili, come quelli caratterizzati da basso contrasto o da poca illuminazione. La matrice 7x7 permette di posizionare il punto di messa a fuoco praticamente su tutta l'inquadratura, con una buona flessibilità d'utilizzo. Il sistema di lettura esposimetrica ha dimostrato di essere sempre all'altezza della situazione, in particolare sapendo preservare al meglio le alte luci anche in condizioni difficili. Fujifilm X-Pro1 è dotata di funzionalità video, ma certamente non è una videocamera: come abbiamo già detto non esiste un pulsante dedicato all'avvio della registrazione dei video, ma è necessario selezionare la modalità filmato dai modi di scatto e poi avviare la ripresa attraverso il pulsante di scatto. Inoltre, pur essendo dotato l'obiettivo di controllo del diaframma tramite ghiera sul barilotto, questa funzione durante la registrazione video è disattivata (si tratta di un controllo motorizzato, non diretto). È possibile invece utilizzare la messa a fuoco manuale (anche in questo caso motorizzata), ma è altamente sconsigliabile se si vuole utilizzare anche l'audio del video: il rumore dell'ottica durante la messa a fuoco è davvero molto evidente e fastidiosa nella traccia audio. Pagina 4 - Immagini molto pulite e con buona definizione
Fujifilm X-Pro1 conferma in pieno le prime impressioni che avevamo avuto nel nostro primo contatto al CES di Las Vegas: le immagini ai bassi ISO risultano davvero pulite e ricche di dettaglio. La pulizia è tale da permettere di utilizzare l'impostazione 'Nitidezza' a +2 per estrarre già dal file JPEG il massimo dei dettagli, senza penalizzare la qualità dell'immagine.
Il processore d'immagine, assistito nel suo compito da un co-processore, sembra elaborare davvero al meglio le informazioni in arrivo dal sensore, caratterizzato, come abbiamo già sottolineato, da una matrice colorata diversa dal classico filtro Bayer. Visualizzate al 100% le immagini sono prive di artefatti fino alle sensibilità più elevate.
Si può tranquillamente scattare in modalità Auto ISO 800 (che seleziona la sensibilità automaticamente in un range compreso tra 200 e 800 ISO a seconda delle condizioni di scatto) senza alcun patema, sicuri di non avere nessun problema di rumore, ottima gamma dinamica e possibilità di estrarre dettagli in post produzione.
La macchina, come i modelli che l'hanno preceduta, offre due modalità di scatto a gamma dinamica aumentata (200% e 400%). Le due modalità chiedono di alzare la sensibilità almeno, rispettivamente, a 400 e 800 ISO e lavorano in particolare schiarendo le ombre e mantenendo maggiormente in gamma le alte luci. In realtà non abbiamo notato grosse differenze negli scatti normali con la già ottima gamma dinamica offerta di base dalla macchina.
La differenza appare più evidente in caso di contrasti davvero estremi: puntando ad esempio la fotocamera direttamente verso uno dei nostri faretti, si può vedere come l'intervento del sistema di aumento della gamma dinamica permetta di recuperare importanti dettagli addirittura all'interno della parabola che ospita la lampada.
Negli scatti più quotidiani sono ottimi i margini di intervento in post produzione sui file JPEG scattati normalmente, dai quali è possibile recuperare parecchi dettagli dalle ombre senza andare ad inficiare negativamente la qualità dell'immagine.
Pagina 5 - Salendo con la sensibilità le immagini restano pulite
Sotto il profilo della resa agli alti ISO il mondo della fotografia offre un panorama variegato: sui prodotti più consumer vengono sbandierate sensibilità da reflex full frame anche sulle compatte con sensore da 1/2,3", con risultati che sono ben lungi dall'essere minimamente accettabili dal punto di vista della qualità delle immagini.
In ambito professionale il discorso è diverso: le sensibilità che vengono definite 'native' devono garantire la possibilità di essere utilizzate senza dover troppo pensare ai compromessi. Fujifilm per la sua X-Pro1 ha scelto questa strada: la sensibilità standard della macchina si estende tra 200 e 6400 ISO, con la possibilità di espansione a 100, 12800 e 25600 ISO, perdendo però la possibilità di registrare il file RAW.
Effettivamente in condizioni di luce buone Fujifilm X-Pro1 stupisce per la qualità delle immagini scattate fino a 6400 ISO: le immagini restano molto pulite e ricche di dettaglio, facendo emergere una grana molto fine, quasi invisibile nei punti a fuoco dell'immagine e leggermente più evidente laddove i contorni vanno ammorbidendosi. Anche la gamma dinamica resta molto buona alle alte sensibilità, permettendo scatti in interni di ottima qualità. Quando le condizioni di luce peggiorano la grana si fa più evidente, ma fino a 6400 ISO rimane nei limiti del pienamente accettabile, anche in caso di crop non troppo spinti e soprattutto (vista la sua conformazione) se l'obiettivo finale è la stampa.
I due passi successivi di sensibilità sono considerate delle espansioni e non permettono di registrare il file RAW. Il gradino di 12800 ISO vede la qualità dell'immagine andare incontro a una leggera degradazione, principalmente a livello di dettaglio. Il rumore diventa più evidente sotto forma di grana e l'algoritmo di denoising comincia a sacrificare più dettagli per contenerla. In ogni caso la grana è priva di artefatti, risultando poco 'artificiosa' e quindi non troppo fastidiosa. In particolare nei ritratti ha un effetto soft-focus sull'incarnato, con un risultato simile a quello di alcuni filtri 'di bellezza' tipici dei software di post produzione o di alcune fotocamere.
Alla sensibilità estrema oltre ad apparire una grana ancora più evidente si denota una diminuzione abbastanza evidente della gamma dinamica, del macro contrasto e anche del contrasto a livello locale: resta però da sottolineare che le immagini possono essere considerate comunque buone per stampe di formato medio. Pagina 6 - Ottica Fujinon 18mm F2: qualche dubbio da sciogliere
L'ho detto nello scorso editoriale "2012: per le mirrorless l'ottica è una fissa", il tema degli obiettivi è uno dei punti cruciali di quest'anno. I parchi ottiche dei diversi produttori di mirrorless si stanno ampliando, anche grazie all'apporto dei produttori di terze parti. In questa strategia le ottiche a focale fissa, un vero e proprio pezzo di storia della fotografia, stanno tornando a giocare un ruolo importante. Fujifilm ha addirittura scelto di far debuttare il suo sistema mirrorless con un parco di tre ottiche composto solo da obiettivi a focale fissa: si tratta delle ottiche Fujinon X Mount XF 18mm F2 R, XF 35mm F1.4 R, XF 60mm F2.4 R Macro. La scelta è caduta sui fissi per sfruttare al meglio fin da subito le qualità di nitidezza del sensore. Una delle accoppiate più scelte dai fotografi sarà quella protagonista della nostra recensione: il corpo macchina Fujifilm X-Pro1 e l'ottica Fujinon XF 18mm F2 R, che ha una focale equivalente sul formato APS-C del sensore di circa 27mm.
L'ottica pesa solo 116 grammi e offre oltre alla ghiera di messa a fuoco la ghiera dei diaframmi. Come abbiamo già detto la ghiera della messa a fuoco non è in presa diretta sugli elementi all'interno del barilotto, ma funge da comando per il controllo elettronico motorizzato. L'ottica è molto morbida alla massima apertura di F2, ma riprende in fretta il controllo della situazione e già a f/2.8 è utilizzabile senza patemi.
Da questo punto in poi la nitidezza al centro è decisamente ottima, anche se il rovescio della medaglia è la resa ai bordi, al di sotto della sufficienza anche a diaframmi più chiusi come F8. Chiariamoci: ce ne fossero di ottiche così nitide nella porzione centrale del fotogramma, il problema è che la resa ai bordi, messa a confronto con quella al centro sfigura in modo netto.
L'ottica è dotata di un particolare paraluce in metallo, molto protettivo, tanto da permettere di girare senza tappo senza incorrere in problemi sulla lente frontale. Il paraluce è studiato per ridurre al minimo l'incidenza della luce laterale sull'ottica. Il motivo è subito spiegato: l'obiettivo pare abbastanza sensibile al flare e quando il sole finisce nell'inquadratura il risultato è un evidente alone viola. Anche in questo caso è un difetto che Fujifilm ha provato ad arginare al meglio con il paraluce in dotazione e si origina solo in situazioni particolari, senza essere troppo fastidioso negli scatti di tutti i giorni.
Chi arriva dal mondo delle compatte potrebbe trovarsi deluso dalle capacità macro dell'obiettivo (che infatti non è caratterizzato da tale dicitura). La messa a fuoco minima alla distanza di circa 18cm unita alla focale grandangolare non offre grandi capacità macro: sfruttando però la buona risoluzione e l'ottima nitidezza del sistema è possibile ritagliare scatti con un buon rapporto di ingrandimento apparente per la visualizzazione a display o stampa di piccolo formato. Pagina 7 - Conclusioni
Fujifilm X-Pro1 conferma alla prova dei fatti tutto quanto di buono fatto intravedere nel primissimo contatto. Dentro un corpo dall'aura vintage si nasconde un cuore tecnologico davvero all'avanguardia con il sensore X-Trans CMOS da 16,3 megapixel a rappresentare il vero e proprio punto di forte differenziazione rispetto alla concorrenza. La nitidezza offerta dal sistema è davvero elevata, con immagini davvero pulite alle sensibilità native e sempre prive di fastidiosi artefatti. La gamma dinamica è anch'essa molto buona già di partenza, ma il sistema di espansione DR permette di uscire al meglio anche da situazioni molto complicate. La resa dell'incarnato è buona e candida X-Pro1 anche a macchina da ritratto. Pur restando agganciata ai canoni vintage della serie X, Fujifilm ha lavorato per rendere migliore l'interfaccia con la macchina: l'introduzione del Quick Menu rende al fotografo le cose decisamente più semplici. Migliorata anche la velocità operativa della macchina, che non obbliga più ai lunghi tempi di attesa a cui hanno abituato le prime versioni di X100. L'ottica Fujinon 18mm tiene il passo del sensore solo al centro, mentre ai bordi strappa un giudizio molto meno lusinghiero. Nel complesso si può dire comunque che Fujifilm ha colto nel segno, sebbene la sua macchina si posizioni al prezzo di quasi €1500 per il solo corpo e si appetibile quindi solo a chi ha a disposizione un certo budget di spesa. Contando che X100, nonostante un listino di €999, ha fatto registrare buoni volumi di vendita e probabile che Fujifilm riesca ad attirare diversi fotografi grazie alla qualità del suo nuovo sistema mirrorless digitale. Vi lasciamo con la galleria fotografica che contiene tutti gli scatti che hanno contribuito al giudizio di questa recensione, compresi alcuni scatti che non trovate inseriti nel testo e i particolari al 100% a dimensione maggiore delle foto più significative. GALLERY: Fujifilm X-Pro1: tutti gli scatti della recensione (per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo) |
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