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Guida alla fotografia - parte 2: l'inquadratura
Guida alla fotografia - parte 2: l'inquadratura
Matteo Cervo - 18 Ottobre 2007
“Nella seconda puntata della nostra guida fotografica ci addentriamo nel concetto di inquadratura. Regola dei terzi, della diagonale, linee cadenti, equilibrio e cromatismo ecco i principali concetti che verranno analizzati. Dai paesaggi alle architetture, dai ritratti alle foto faunistiche, tutti temi che richiedono attenzioni particolari.”
Pagina 1 - Introduzione

Questa guida è la seconda di cinque puntate, pensate come supporto agli utenti che si addentrano per le prime volte nel mondo della fotografia digitale. A questo indirizzo potete trovare la prima puntata di questa guida, che vuole essere un aiuto per chi deve scegliere la prima fotocamera, mentre nelle prossime settimane seguiranno altri articoli con diversi temi:

  • Esposizione
  • Profondità di campo e istogrammi
  • Struttura delle fotocamere reflex

In questa seconda puntata ci occuperemo dell'inquadratura, andando a scoprire alcune semplici regole che permettono di scattare fotografie con buoni risultati estetici. Sia per i fotografi alle prime armi che per quelli un po’ più navigati le regole base per fare delle belle foto sono sempre ed essenzialmente due:

  • Equilibrio
  • Cromatismo

Intorno a questi due concetti ruotano tutti gli artifici della tecnica fotografica. L’inquadratura è uno degli aspetti principali che permettono di lavorare sull’equilibrio, questo perché fotografando bisogna cercare di inserire il mondo in quel rettangolo delimitato dal mirino in maniera armoniosa; fare si che l’immagine occupi i giusti spazi permette di ottenere un effetto bilanciato, pulito. Lo stesso soggetto può diventare centro dello scatto oppure complemento, un ritratto essere incisivo come un pugno o leggero come l’aria, un paesaggio armonioso oppure drammatico.

Pagina 2 - Paesaggi

Alcuni degli errori più comuni sono quelli di lasciare troppi spazi vuoti all’interno del fotogramma o di non tenere conto delle linee geometriche sia del soggetto che, più spesso, dello sfondo; un ottimo esercizio per evitare questi inconvenienti e fare pratica sulla regola dei terzi e sulla regola della diagonale.La regola dei terzi divide il fotogramma in nove rettangolini, tre sezioni per la base e tre sezioni per l’altezza.


Val SanValentino - Canon eos 20D Tokina 80 mm; 1/400 @ F16 ISO 400

In questa foto scattata nel Parco dell’Adamello Brenta la regola dei terzi si legge in orizzontale: il terzo più basso nel fotogramma è occupato dagli ultimi ciuffi d’erba e dalla morena in ombra, il terzo centrale è riempito dalla montagna mentre il terzo superiore è riservato al cielo. La lettura in verticale vede il terzo di sinistra completamente occupato, in alto dalla nuvola e al centro ed in basso dalla montagna, il terzo centrale lascia spazio ad una porzione di cielo mentre il terzo di destra si apre seguendo il profilo della montagna e lasciando ancora più cielo in maniera da dare respiro all’immagine.Bisogna cercare di dividere in piani l’immagine, ogni piano ne occuperà appunto un terzo; tenete presente che avete a disposizione nove sottospazi in cui posizionare liberamente gli elementi compositivi dell’immagine.La regola della diagonale segue lo stesso principio ma dividendo il fotogramma in due triangoli, uno sopra e l’altro sotto la diagonale.


Alpone, ValDumentina - Canon eos 20D Sigma 18 mm. 1/125 @ F10 ISO100

In questa foto la divisione è estremamente semplice, terra nel triangolo in basso, cielo nel triangolo in alto.I paesaggi sono di consueto il primo tema che si affronta nel fare fotografia, per prima cosa perché sono lì, non si muovono! Si ha tutto il tempo di riflettere con calma e meditare lo scatto, si potrebbe ingenuamente dire che sono facili; in secondo luogo perché la natura offre esplicitamente all’occhio del fotografo le basi compositive di cui ha bisogno. Basta guardare un qualsiasi paesaggio per riconoscere immediatamente quali elementi si riferiscono al primo piano, quali al secondo e quali allo sfondo; proprio abituandosi a fare questo esercizio si allena l’occhio a creare inquadrature, sarà così facile trasporre questa tecnica da un soggetto statico come il paesaggio a soggetti dinamici che in una manciata di secondi vi lasciano appena il tempo di imbracciare la macchina, esporre e scattare. La foto seguente ne è un esempio.


Lucertola, ValGrande – Canon eos 20D Sigma 200 mm. 1/125 @ F 7,1 ISO 100

Le regole dei terzi e della diagonale sono sempre valide, qualunque sia il soggetto della vostra foto.

Pagina 3 - Architetture
Le foto che riprendono edifici, statue ed elementi architettonici vanno curate con particolare attenzione: le linee di fuga verticali devono essere parallele tra loro e rispetto al bordo verticale del fotogramma, stesso dicasi per le linee di fuga orizzontali; le linee di fuga che sfuggono all’orizzonte o in diagonale devono essere simmetriche e devono evitare di spostare l’equilibrio della foto.Quello che succede spesso è che le deformazioni indotte dall’obiettivo si risolvano in linee di fuga non rette ma curve, gli edifici sembrano così piegarsi sopra la nostra testa oppure spanciare ai lati del fotogramma; è un problema di natura fisica che chiama in gioco diversi fattori:

  • la focale dell’obiettivo: tutti gli obiettivi inducono deformazione, soprattutto ai bordi della foto, nei grandangoli questo è più evidente perché nello stesso fotogramma devono far stare più spazio, piegandolo inevitabilmente.
  • La qualità dell’obiettivo: gli obiettivi economici risentono maggiormente di questo inconveniente soprattutto se sono zoom con elevata escursione focale. Obiettivi a focale fissa sono sempre più curati e mantengono le deformazioni.
  • Il punto di ripresa: per evitare il problema delle linee cadenti si deve rimanere in asse con il soggetto; fare riprese da angolazioni spinte, molto basse o molto disassate rispetto la simmetria dell’edificio sono sicuramente d’effetto ma complicano tremendamente le cose!

Per chi si appassiona alla fotografia d’architettura la scelta d’acquisto di un obiettivo ricadrà doverosamente su un obiettivo decentrabile; questo tipo di ottica molto costosa permette di variare l’angolazione del barilotto per compensare le linee cadenti. Lo stesso risultato si può ottenere in maniera più casalinga attraverso le prolunghe a soffietto: dei tubi di tessuto semirigido che si innestano da una parte sulla macchina e dall’altra sull’obiettivo; il sistema fotografico viene sostenuto da una guida rigida che permette di modificare l’angolazione relativa tra corpo macchina ed ottica. Per chi vuole sperimentare è sicuramente un gioco divertente ma deve fare i conti con la grande caduta di luce che ne consegue.Ora alcuni esempi:


P.Garibaldi, Milano – Canon eos 20D Sigma 18 mm. 1/200 @ F 11 ISO 200

Le linee cadenti si notano immediatamente, il palazzo di sinistra sembra crollare su quello di destra; tutto il complesso è proiettato all’indietro. La foto è stata scattata con un grandangolo da una posizione troppo bassa e disassata, il lettore più attento può notare sul palazzo di sinistra l’effetto barilotto introdotto dall’obiettivo che deforma le linee curvandole.La foto seguente ritrae lo stesso edificio inquadrato da una posizione differente che permette di ottenere un migliore parallasse, le linee cadenti sono appena percettibili, la foto mantiene una buona simmetria.


Isola, Milano – Canon eos 20D Sigma 70 mm. 1/250 @ F 11 ISO 400

D’altra parte le linee cadenti possono essere sfruttate volutamente per ottenere effetti creativi ed astrarre il soggetto: la regola dei terzi è rispettata e le linee di fuga convogliano lo sguardo all’orizzonte amplificando l’effetto di profondità.


Milano Marittima - Canon eos 20D Sigma 18 mm. 1/100 @ F13 ISO 400

Pagina 4 - Persone

Si è accennato precedentemente alle linee geometriche del soggetto e dello sfondo: finché il soggetto è caratterizzato da geometrie definite, come un paesaggio o gli elementi architettonici di un edificio, esse sono la parte principale della inquadratura ed è naturale dedicarvi maggiore attenzione; quando al contrario paesaggi o edifici fanno da sfondo ad un diverso soggetto, come potrebbe essere una persona, ci si dimentica della loro esistenza incappando in errori grossolani.


Rinfresco, Milano Piazza Castello – Canon eos 20D Sigma 200 mm 1/400 @ F 16 ISO 400

Questa simpatica signora che si gode il fresco della fontana in pieno centro a Milano è stata un’occasione da non perdere per ottenere uno scatto divertente: la posizione ed il viale che mi separavano dal soggetto non mi permettevano di spostarmi, in più il soggetto stava uscendo dalla fontana, così preso dal momento ho scattato senza soffermarmi troppo; le linee geometriche dello sfondo hanno compromesso l’equilibrio della foto.

Sottolineato in rosso il cambio di piano tra la piazza ed il castello, il risultato è quello di aver diviso la testa del soggetto a metà mentre la linea di fuga disturba l’attenzione dell’osservatore. La giusta soluzione del problema poteva essere quella di salire in piedi sulla fioriera che avevo di lato per abbassare l’angolo di ripresa e sperare che bastasse a far entrare la testa del soggetto nel piano della piazza.

In questa ripresa in interno è stato il bordino del muro a compromettere la scena, di certo la ragazza ritratta non sarebbe contenta di vedersi spuntare due linee dalla testa! Lo stesso errore capita frequentemente al mare o sul lago, riprendendo una persona con lo sfondo dello specchio d’acqua fate attenzione a posizionare la linea dell’orizzonte sopra la testa oppure sotto il bacino.

L’inquadratura usata nel ritratto va’ curata a dovere: se non c’è la necessità di contestualizzare l’ambiente è preferibile che il soggetto riempia il fotogramma lasciando pochi spazi vuoti; un’attenzione particolare la dovranno tenere i fotografi di alta statura, abbassatevi per fotografare le persone, soprattutto se molto più basse di voi, altrimenti rischierete di farle sembrare dei nanetti. Tenete sempre la messa a fuoco sugli occhi, essi devono essere il polo d’attrazione dello sguardo di chi osserva la foto. Nelle riprese a mezzo busto rispettate la regola dei terzi ed inserite la testa del soggetto in alto, porla al centro della foto lascerebbe vuoto metà fotogramma e non darebbe forza al soggetto.

Pagina 5 - Ritratto

In questa foto di backstage si evidenzia la regola dei terzi non rispettata: la ragazza oltre ad essere posizionata male fa da complemento ad un contesto che non è caratterizzante; il cestino in secondo piano è sicuramente da evitare.L’impressione è che la modella sia capitata casualmente in uno scatto del quale non fa parte.


Backstage, regola dei terzi non rispettata, equilibrio compromesso.

Lo scatto corretto: la ripresa a mezzo busto è centrata, la regola dei terzi viene rispettata e la modella riempie interamente il fotogramma; lo sfuocato delle foglie sullo sfondo non disturba il primo piano ma ci informa che la ripresa è stata fatta in esterno.Non sono presenti linee di orizzonte che spezzino il soggetto.


Francesca, Canon eos 20D Sigma 150 mm 1/80 @ F 8 ISO 100

Se il soggetto che ritraete sta compiendo un’azione oppure guarda in una determinata direzione, decentratelo e lasciate spazio in maniera da enfatizzare il gesto e dare profondità al suo sguardo, renderete partecipe chi guarda la foto.


Nella prima foto l'inquadratura lascia troppo spazio a destra e troppo poco a sinistra, senza dare quindi profondità allo sguardo della ragazza. Nel secondo caso l'oservatore è coinvolto all'interno della scena: la sua curiosità è stimolata e vuole sapere cosa ha attirato l'attenzione della ragazza.

Facciamo un altro esempio usando un ritratto animale, la prima foto di questa civetta delle nevi non è bilanciata, è stato lasciato troppo spazio a sinistra quando il rapace guarda dalla parte opposta; l'inquadratura corretta nella seconda immagine, più spazio esattamente dove è rivolto lo sguardo del soggetto.

Provate a riflettere sul fatto che quello che entra nell'inquadratura, spazi vuoti compresi, deve completare l'immagine in maniera armoniosa e nel contempo avere un senso descrittivo. Spazi vuoti che portano il soggetto ad essere complemento marginale dello scatto difficilmente sono piacevoli alla vista.

Ancora una volta notate come si sia giocato sulla regola dei terzi. Tutte queste regole servono certamente per fare pratica ma rimangono unicamente delle linee guida, sperimentare è la parola d’ordine e questo significa anche uscire dalle regole!Buon divertimento!