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Pagina 1 - Introduzione
La Olympus E-3 non è certo una novità, ma resta attualmente ancora in cima alla gamma del produttore nipponico, inserendosi nella fascia delle prosumer, unica rappresentante in questo segmento dei prodotti del consorzio Quattro Terzi. Dopo l'uscita della sua sorella minore, la E-30, nata per colmare il gap esistente tra il modello di punta e le proposte consumer E-520 ed E-420, e in attesa di vedere se avrà o meno un'erede nei prossimi mesi, come si vocifera, abbiamo voluto recensirla, anche per metterla a confronto con le altre reflex di fascia media che in questi mesi abbiamo provato. Al momento attuale la E-3 risulta una fotocamera "con esperienza" e ottimizzata grazie a diversi aggiornamenti firmware, giunti nel corso di questa recensione alla versione 1.4. La Olympus E-3 è una proposta molto particolare in questo segmento, essendo l'unica semi-pro che monta un sensore Four Thirds, più piccolo degli APS-C e caratterizzato dal formato 4:3, invece del canonico 3:2 mutuato dai tempi della pellicola. È una scelta che porta con sé pregi e difetti, che analizzeremo nel corso della recensione. Si tratta di un formato più piccolo, nato nel 2002 e progettato specificatamente per il digitale, al contrario delle altre soluzioni, nate per rimpiazzare la pellicola in sistemi nati al tempo dell'analogico. Si tratta quindi di un percorso inverso rispetto al solito, non è il sensore che deve adattarsi al sistema fotografico, ma è il sistema fotografico che viene costruito intorno alle esigenze del sensore. Come viene riportato nell'approfondimento legato allo standard sul sito Olympus, tutti gli obiettivi Quattro Terzi presentano una costruzione ottica comunemente definita 'quasi telecentrica', che mira a ridurre il fenomeno della caduta di luce ai bordi, conseguenza della struttura del sensore elettronico. In pratica se la luce colpisce i pixel con un angolo di incidenza molto ampio può verificarsi una diminuzione della qualità ai bordi dell’immagine, anche per fenomeni di crosstalk, ossia interferenze tra i pixel vicini.. La costruzione telecentrica degli obiettivi dello standard Quattro Terzi mira invece a permettere alla luce di colpire il sensore col giusto angolo.
La diminuzione delle dimensioni del sensore lo pone certamente più al centro del cono di luce in arrivo dall'ottica, ma modifica più pesantemente il rapporto con la focale equivalente e obbliga stipare i pixel in una superficie inferiore. Il rapporto di moltiplicazione della focale del sistema Quattro Terzi è pari a 2x, dato che permette di costruire telezoom di dimensioni molto compatte, ma che obbliga a importanti sforzi costruttivi per accedere alle focali grandangolari. Pagina 2 - Olympus E-3
La Olympus E-3 ha diversi particolari che ne lasciano trasparire l'anima semi-pro, tra cui spiccano la tropicalizzazione e il corpo in lega di magnesio. A confronto con le altre proposte sul mercato i 10,1 megapixel di risoluzione delle immagini posso sembrare pochi, ma al momento della sua uscita Olympus ha deciso di non strafare sul numero di pixel sul sensore, puntando invece a contenere il rumore per una buona qualità delle immagini. Abbiamo raccolto tutti i dati relativi alla Olympus E-3, come disponibili sul sito italiano del produttore, nella seguente tabella:
Per diverso tempo Olympus E-3 è rimasta ben separata dal resto dell'offerta reflex del produttore giapponese, soprattutto per quanto riguarda le caratteristiche tecniche. Mentre il resto delle fotocamere a specchio del produttore nipponico puntava su corpi leggeri e dalle dimensioni ridotte, Olympus E-3, pur non rappresentando un colosso, è decisamente più solida una volta presa in mano, soprattutto se dotata dell'obiettivo standard che meglio la accompagna lo Zuiko Digital 12-60mm f/2,8-4 ED SWD.
Per diverso tempo la doppia ghiera, il display orientabile, il display LCD monocromatico con i parametri di scatto hanno rappresentato un gap molto ampio rispetto alle altre reflex della casa, più attente al comparto entry--level. L'arrivo della Olympus E-30 ridotto molto questa netta separazione, e l'introduzione della Olympus E-620 ha ulteriormente contribuito a rendere la gamma del produttore del sol levante più continua e ricca. Le caratteristiche che continuano a mantenere al top della gamma Olympus la E-3 sono sicuramente la completa tropicalizzazione e l'abbondanza di comandi e scorciatoie disseminati lungo tutto il corpo, oltre a particolari come l'uscita sincro flash e l'ampio mirino, con una copertura pari al 100% dell'inquadratura. Nelle prossime pagine ci addentreremo nei particolari di questa reflex, cominciando da corpo e comandi, fino a spingerci all'analisi sul campo degli scatti ottenibili dalla Olympus E-3 Pagina 3 - Olympus E-3: il corpo macchina
Chi si avvicina alla Olympus E-3 arrivando da un altro modello della gamma Quattro Terzi (fatta eccezione per la Olympus E-30) nota subito la differenza in peso e dimensioni. La fotocamera pesa 810 grammi, ma accoppiata con l'obiettivo Zuiko Digital 12-60mm f/2,8-4 ED SWD arriva a sfiorare il chilo e quattrocento grammi. Le dimensioni abbastanza generose hanno permesso di curare l'ergonomia e l'impugnatura risulta ben disegnata e salda, anche grazie agli inserti gommati inseriti nei punti cruciali.
L'altro particolare che differenzia la E-3 dal resto della gamma è la ricchezza di pulsanti sparsi in giro per il corpo. Sul dorso, sotto il display orientabile da 2,5", troviamo i comandi per l'eliminazione delle foto, per l'attivazione delle diverse informazioni sul display, per l'accesso al menu e l'attivazione della modalità Live-View. Poco più a destra è integrato il LED che segnala il funzionamento del sistema Supersonic Wave Filter (SSWF), che grazie allo scuotimento ad alta frequenza del modulo sensore permette il distacco da esso delle particelle di polvere.
Muovendosi ulteriormente sulla destra e partendo dal basso troviamo il commutatore ON-OFF, posto in una posizione che lo rende facilmente azionabile con il pollice destro; appena più a destra è integrato un comando simile, che permette l'apertura a scatto dell'alloggiamento delle schede di memoria (1 slot Compact Flash e 1 slot xDPicture). L'apertura a scatto premette una certa pressione dello sportello sulla guarnizione, in modo da mettere al riparo da pericolose infiltrazioni d'acqua. Sopra il comando di accensione troviamo il pulsate per la gestione del sistema di stabilizzazione basato su tecnologia sensor-shift, impostabile su spento e acceso in due modalità, di cui una adatta al panning. Più in alto ci sono i comandi direzionali con il tasto "OK"; vicino all'angolo alto a destra del display è invece integrato il pulsante di colore verde per l'attivazione della revisione degli scatti. La fascia superiore del dorso integra la ghiera principale, con appena sopra il tasto di blocco dell'esposizione; più a destra troviamo il tasto "Fn", personalizzabile, e quello che permette di gestire i punti di messa a fuoco. L'oculare è dotato di regolazione diottrica e di meccanismo di chiusura interno, per evitare le infiltrazioni di luce durante le lunghe esposizioni o l'utilizzo della tecnologia Live-View, tutti casi in cui l'occhio del fotografo non si trova a coprire (e oscurare) il mirino.
Il lato superiore ospita a sinistra del pentaprisma i comandi di sollevamento a scatto del flash integrato (numero guida 13) e di regolazione della sua intensità e del modo di funzionamento, oltre ai pulsanti per la regolazione dei modi di scatto e delle modalità di funzionamento di autofocus ed esposimetro. La pressione dei pulsanti e la contemporanea rotazione delle ghiere permettono la regolazione dei parametri. Gli ultimi due comandi, se premuti contemporaneamente, permettono la regolazione del bracketing. In posizione arretrata rispetto al pentaprisma la fotocamera integra la slitta per i flash esterni di casa Olympus o compatibili. Sul lato opposto rispetto al pentaprisma troviamo lo schermo LCD monocromatico con retroilluminazione verde (attivabile tramite il pulsante "Light" posto nelle vicinanze) che riporta i principali dati di scatto; tra quest'ultimo e il pulsante di scatto troviamo i tasti per la regolazione del bilanciamento del bianco, della compensazione dell'esposizione e della regolazione della sensibilità ISO. In posizione leggermente più avanzata rispetto al comando si scatto troviamo invece integrata la seconda ghiera.
Osservando la E-3 dal lato frontale, sono visibili a destra la presa synchro-flash, chiusa da un piccolo coperchio a vite, il sensore IR per il telecomando e il pulsante di rilascio dell'obiettivo (baionetta QuattroTerzi compatibile con gli altri produttori del consorzio), mentre sulla sinistra, più sotto troviamo invece il tasto per la previsualizzazione della profondità di campo.
Il lato sinistro della fotocamera è dedicato alla connessioni esterne, con in alto la presa per il comando a filo, chiusa da un piccolo coperchio a vite e più in basso i connettori miniUSB per la connessione al PC e video composito, coperti da uno sportellino in gomma. Stessa soluzione per offrire riparo da acqua e polvere al connettore di alimentazione esterna.
Il lato inferiore ospita la filettatura in metallo per l'aggancio a cavalletti e il vano batteria, apribile tramite l'azione su un commutatore a due vie; questo meccanismo permette di utilizzare una guarnizione contro gli agenti atmosferici e fa parte della tropicalizzazione che caratterizza tutto il corpo. Aperto il vano per estrarre la batteria è necessaria una ulteriore pressione sul dispositivo di ritenzione in plastica di colore rosso. L'accumulatore agli ioni di litio PS-BLM1 da 1500mAh è lo stesso adottato sul resto della gamma reflex Olympus, con un indubbio vantaggio dal punto di vista della compatibilità di batterie e accessori di ricarica in caso di acquisto di diversi corpi Pagina 4 - Olympus E-3: menu e comandi
La ricchezza dei comandi sulla Olympus E-3 sulle prime può lasciare un po' disorientati gli utenti in arrivo dalla fascia entry-level: in particolare la mancanza della ghiera dei modi è il primo scoglio con cui ci si scontra. Le modalità Program, priorità di tempi e diaframmi, manuale sono impostabili tramite la pressione del pulsante posto alla sinistra del pentaprisma e la contemporanea rotazione della ghiera principale (la rotazione della secondaria offre invece la regolazione di raffica e autoscatto). Questa soluzione non è così comoda e immediata come avere una ghiera dedicata, anche se non ci vuole molto a farci l'abitudine. L'apparente complicatezza nella gestione dei diversi parametri viene in realtà molto semplificata da uno dei marchi di fabbrica di casa Olympus in ambito reflex, la possibilità di agire direttamente sui parametri mostrati sul display, con la semplice pressione del tasto OK e dei pulsanti direzionali. In questo modo sensibilità ISO, bilanciamento del bianco (anche fine su rossi e verdi), profilo colore, nitidezza, contrasto, saturazione, attivazione e compensazione del flash, formato dei file registrati, metodo di misurazione esposimetrica, modalità e selezioni punti autofocus, spazio colore, sono tutti parametri di rapida regolazione. Il display riporta inoltre il numero di scatti rimanenti, il modo di scatto in uso e la lettura esposimetrica (o la compensazione, a seconda del modo di scatto selezionato), oltre alla data.
Il menu principale è raggiungibile attraverso la pressione dell'omonimo pulsante,è organizzato in verticale ed è navigabile sia con i tasti direzionali sia con le due ghiere. La traduzione in lingua italiana è generalmente buona, salvo due grossolani errori, che le reflex Olympus si trascinano dietro fin dalle prime uscite, ossia i metodi di lettura esposimetrica "High Key" e "Low Key" tradotti come 'Tasto Chiaro' e 'Tasto Scuro'. Da citare anche la funzionalità di sollevamento preventivo dello specchio, raggiungibile alla voce 'Antiurto'. Pagina 5 - Olympus E-3: Sotto la pelle
Il cuore della Olympus E-3 è rappresentato dal sensore Hi-Speed Live MOS da 10,1 megapixel effettivi in formato Quattro Terzi dimensioni 17,3x13,0 mm e dal processore d'immagine TruePic III, che permettono scatto in sequenza a 5 fps con un buffer per 17 immagini RAW. Il sensore è montato su un telaio con possibilità di movimenti bidirezionali collegato a un motore supersonico, che accoppiato a un giroscopio permette di compensare i movimenti della mano del fotografo. Lo stesso sistema è sfruttato anche dal SuperSonic Wave Filter, che permette l'eliminazione della polvere dalla superficie del sensore tramite scuotimento ad alta frequenza.
Il sistema autofocus può contare su 11 punti di messa a fuoco doppi a croce. Ognuna delle due croci che forma gli 11 punti autofocus è posta in posizione leggermente sfalzata rispetto alla gemella; con questa costruzione Olympus ha voluto aumentare l'accuratezza e la precisione del suo sistema autofocus, la cui sensibilità dichiarate si spinge fino a -2EV, permettendo una buona messa a fuoco anche in soggetti a basso contrasto sia orizzontali sia verticali.
Il corpo in plastica e leghe di magnesio è dotato di guarnizioni per la protezione da polvere e umidità è permettono a Olympus di fregiare la sua fotocamera dell'appellativo "splash proof", che va oltre il classico "weather proof" che solitamente identifica la tropicalizzazione. Dal punto di vista della resistenza si segnala anche il fatto che il display snodato, oltre che essere orientabile per le inquadrature difficili in modalità Live-View, offre anche la possibilità di essere ripiegato con lo schermo all'interno, lasciando esposta a intemperie e oggetti inseriti in borsa solo una faccia ricoperta di plastica. Il sistema di snodo del display ha però il difetto di togliere prezioso spazio al pannello, che risulta avere una diagonale di 2,5", al top al momento del lancio della fotocamera, ma ora sotto quanto offerto dalla concorrenza. In ogni caso il display CrystalView offre ottime visibilità, nitidezza, definizione e brillantezza dei colori.
Il sistema Live-View è quello di prima generazione, che utilizza quindi il sensore autofocus a fuoco a valle dello specchio per le operazioni di messa a fuoco; la macchina quindi per mettere a fuoco abbassa lo specchio, facendo quindi perdere al fotografo la visione in tempo reale delle immagini riprese dal sensore, e poi effettua lo scatto. Questo sistema è un po' macchinoso e lento e sugli ultimi modelli Olympus è stato affiancato da un sistema di messa a fuoco basato sul contrasto affidato al sensore e al processore di immagine, come avviene sulle fotocamere compatte. La fotocamera offre 4 livelli di riduzione del rumore agli alti ISO, sottrazione del fotogramma nero per le lunghe esposizioni e un sistema di compensazione della vignettatura, che permette di recuperare luminosità ai bordi dell'inquadratura. Pagina 6 - Prova sul campo - Gestione immagine Con la Olympus E-3 il fotografo ha a rapida portata di mano, grazie alla modifica dei parametri di scatto direttamente sul display, la possibilità di personalizzare il profilo colore, i parametri di saturazione, contrasto e nitidezza, picture mode. Questi ultimi sono sei: Vivid, Natural, Muted, Portrait, Monocolore e Custom. Su ciascuno di essi si può intervenire regolando nitidezza e contrasto; nel caso dei profili a colori si può poi regolare la saturazione e nella modalità Monocolore è invece possibile andare ad agire su parametri tonalità e filtro colore.
Il fotografo ha inoltre a disposizione quattro modi di ottimizzazione dell'immagine: Normale, Automatica, High Key, Low Key. Il primo lascia inalterate le curve, mentre gli altri vanno ad agire in fase di scatto sull'esposizione e in post produzione sulla curva gamma, modificando la sensibilità di ombre e luci.
La modalità Auto in particolare lavora ottimizzando la gamma dinamica nelle zone di luce e ombra recuperando importanti dettagli nelle zone d'ombra, senza pregiudicare le alte luci. I file JPEG in uscita utilizzando questa modalità risultano meglio definiti e più microcontrastati, anche se un po' più spenti e piatti a livello più generale. Pagina 7 - Prova sul campo - Analisi rumore Le ridotte dimensioni del sensore, più piccolo del formato APS utilizzato in molte prosumer e grosso la metà degli elementi sensibili utilizzati sulle full-frame, si ripercuote in modo abbastanza naturale sulla rumorosità delle immagini. Se da un lato il potere risolvente del sistema resta praticamente omogeneo fino alla sensibilità di 800 ISO, le immagini già da 400 ISO cominciano a lasciar trasparire una grana abbastanza evidente.
Questa è una scelta filosofica che Olympus segue fin dalle sue prime uscite, preferendo dare in mano al fotografo un file in cui l'intervento del filtro noise reduction non vada a pregiudicare la ricchezza di dettaglio. Il fotografo può poi agire in post produzione per eliminare la grana e il rumore cromatico, scegliendo il livello di dettaglio a cui è disposto a scendere a compromessi.
Da sottolineare è il comportamento diverso agli alti ISO a seconda della quantità di luce a disposizione: se l'illuminazione è buona è possibile scattare a 1600 ISO senza preoccuparsi troppo del rumore, con la possibilità di accedere con compressi accettabili anche a sensibilità fino a 3200 ISO. Le condizioni di scarsa illuminazione fanno emergere invece molto rumore cromatico, con una resa di neri e grigi scuri poco soddisfacente, e l'emersione di bande orizzontali.
L'analisi alle mire ottiche ha poi evidenziato l'insorgere di moiré a partire da 400 ISO e una predisposizione della macchina a risolvere peggio in senso verticale con una risoluzione orizzontale sempre maggiore di una coppia di linee pari per millimetro rispetto a quella verticale. Pagina 8 - Impressioni d'uso
Nell'uso la Olympus E-3, anche dopo diverso tempo di utilizzo, sconta una disposizione del menu poco schematica, che porta a dover navigare in lungo e in largo per trovare le impostazioni più particolari, quelle non raggiungibili direttamente dal display principale; questo fatto, unito alla mancanza della ghiera dei modi, a volte complica un po' eccessivamente la vita al fotografo. Per semplificare le operazioni il fotografo può in ogni caso memorizzare due profili personalizzati. Migliorabile anche la visualizzazione dello stato della batteria, composta da solo due tacche: piena, in riserva e completamente vuota. Il fotografo arriva ad accorgersi di trovarsi quasi a terra con l'energia, quindi, da un momento all'altro. Il resto delle caratteristiche della Olympus E-3 è invece convincente, a partire dal mirino che, nonostante il sensore abbia dimensioni ridotte rispetto alle altre reflex della stessa fascia, si presenta ampio e luminoso, con una copertura del 100% e un ingrandimento pari a 1,15x. Molto comoda anche la possibilità di personalizzare le funzioni assegnate alle due ghiere. La forte tropicalizzazione la rende molto resistente agli spruzzi d'acqua e, anche grazie al corpo in magnesio, la Olympus E-3 è una fotocamera che non richiede troppe cure. Accompagnando il corpo alle ottiche con motore autofocus SWD si può beneficiare di un sistema di messa a fuoco automatica molto veloce e precisa, sia in senso orizzontale sia verticale. Una delle caratteristiche che la contraddistingue è il display orientabile, molto utile nell'uso del sistema Live-View per le inquadrature particolari, in cui è impossibile non solo guardare nel mirino, ma anche avere una buona visione di un display fisso. Peccato che il Live-View sia quello di prima generazione, con messa a fuoco tramite sensore AF posto a valle dello specchio, che richiede quindi l'abbassamento di quest'ultimo; questo fatto limita un po' l'utilizzo del Live-View, anche se come controparte in questo frangente la possibilità di ingrandire di 7 volte l'immagine visualizzata sul display per la messa a fuoco manuale molto fine. Il display da 2,5" non è al top della categoria né per risoluzione né per dimensione, ma offre comunque una buona visualizzazione delle immagini. Grazie al sensore di luminosità ambientale risulta ben visibile anche in piene luce, senza pregiudicare però troppo l'autonomia della batteria. Quest'ultima permette agevolmente di superare i 600 scatti, anche con un uso moderato del flash integrato. Quest'ultimo risulta una preziosa ancora di salvezza, anche se per potenza (NG13) e larghezza del fascio luminoso (spesso molto tagliente) è da relegare alle situazioni di emergenza: per le foto con luce flash conviene affidarsi agli illuminatori esterni. La regolazione del bilanciamento del bianco può avvenire attraverso diversi preset, in base alla temperatura colore °K, ma può anche essere presa direttamente sul campo e memorizzata in tre banchi. Inoltre ogni preset può essere personalizzato agendo sul rosso e sul verde in modo fine. La macchina in genere scatta molto bene in modalità WB Auto, anche se la presenza di luci molto calde la mette un po' in crisi, con immagini caratterizzate da una forte dominante arancione. I file JPEG in uscita dalla macchina sono molto buoni e non sono molto diversi da quelli ottenibili scattando in RAW e sviluppando con il software Olympus Master fornito in dotazione. In particolare le foto in esterna, come i paesaggi, vengono riprodotte con grande qualità, con colori vividi, soprattutto i verdi e i blu. Le immagini riprese in modalità standard sono generalmente un po' morbide, come già visto in casa Olympus, ma sono sufficientemente ricche di dettagli, facili da far emergere con la semplice applicazione della maschera di contrasto. L'esposimetro lavora generalmente bene e la lettura della luce sui 49 segmenti è sufficientemente precisa, con una leggera tendenza a sovraesporre. Questo non sarebbe un problema se la macchina non avesse una gamma dinamica leggermente spostata verso le ombre, che porta a pelare in alcuni casi le alte luci. Una buona abitudine è scattare compensando l'esposizione di 0,3/0,7 EV per essere sicuri di mantenere tutti i particolari nelle zone più luminose, potendo contare in ogni caso su una buona leggibilità delle zone scure.
L'obiettivo Zuiko Digital 12-60mm f/2,8-4 ED SWD è sicuramente il compagno tuttofare più adatto alla Olympus E-3 e offre uno sfocato molto morbido, pur potendo contare su una buona nitidezza a tutta apertura. La distorsione a barilotto alla focale minima è abbastanza elevata, ma aumentando la focale si riduce presto entro limiti più che accettabili. Pagina 9 - Conclusioni
Un po' in controtendenza con le scelte degli altri produttori di reflex, la Olympus E-3 è stata un modello molto longevo, che a tutt'oggi può fregiarsi dell'appellativo di ammiraglia della gamma dell'azienda nipponica. Mentre i modelli entry-level si sono succeduti abbastanza in fretta, con l'affiancamento di reflex più orientate verso il segmento medio di mercato, la E-3 è rimasta in cima alla gamma Olympus, ricevendo nel contempo 4 aggiornamenti fimware per stare al passo coi tempi. Una scelta che gli appassionati che hanno acquistato una E-3 avranno sicuramente apprezzato, al contrario di chi si è visto rimpiazzare da altri produttori la propria prosumer nel giro di nemmeno un anno. Arrivati a questo punto però un totale aggiornamento della flagship Olympus è doveroso, in quanto le sue prestazioni cominciano ad essere messe molto alla corda anche da parte di modelli concorrenti da poco sul mercato, ma proposti a prezzi ben inferiori. Considerata la sua longevità la Olympus E-3 ha retto bene la concorrenza, presentandosi con caratteristiche di qualità ai suoi esordi. Rispetto alle concorrenti di pari segmento la E-3 rappresenta di sicuro una scelta particolare, visto il formato 4:3 del sensore Live-MOS e le sue dimensioni, inferiori a quelle degli APS-C e pari a metà di quelle di un sensore full-frame. Come per tutte le reflex QuattroTerzi questo comporta pregi e difetti, anche se alcuni di questi ultimi sono parzialmente attenuati in questo modello; ci riferiamo in particolare al mirino che, nonostante sensore, e quindi bocchettone, siano più piccoli della concorrenza, si presenta come ampio, luminoso e caratterizzato da una copertura del 100%. La particolarità del formato FourThirds permette di costruire obiettivi di qualità di dimensioni e peso ridotte e il fattore di moltiplicazione 2x strizza l'occhio a chi è in cerca di focali equivalenti lunghe, coniugate a portabilità del parco obiettivi. Alla prova dei fatti la Olympus E-3 esce bene dai test, anche se il confronto con le ultime uscite della concorrenza, anche in considerazione del prezzo di acquisto ancora abbastanza elevato (circa 1200 euro per il solo corpo), potrebbe scoraggiare diversi fotografi dall'acquisto. Considerate le dimensioni ridotte del sensore la fotocamera offre una buona gestione del rumore fino a 1600 ISO, seguendo la filosofia che Olympus ha sempre adottato sulle sue reflex, dove la comparsa di una grana anche evidente è preferita alla cancellazione dei particolari più fini da parte dell'algoritmo di riduzione del rumore. Il corpo solido, tropicalizzato, resistente agli spruzzi, permette di non avere troppa cura della macchina fotografica e di poter scattare tranquillamente in outdoor anche in condizioni atmosferiche moderatamente avverse. Il display orientabile, oltre ad essere un ottimo supporto nell'uso del Live-View, è anche ripiegabile in modo da proteggere il vetro da graffi e colpi. Il Live-View non è dell'ultima generazione e non permette la messa a fuoco basata sul contrasto con le immagini riprese dal sensore e quindi richiede l'abbassamento dello specchio per attivare il Sensore AF. Quest'ultimo è formato da 11 punti a doppia croce e ha dimostrato di operare con precisione e velocità anche in ambienti scuri e in soggetti poco contrastati, potendo contare sulla doppia lettura di ogni punto, oltre che in orizzontale e verticale. In conclusione, prima di lasciarvi alla galleria fotografica, la Olympus E-3 ha sicuramente rappresentato un tassello fondamentale nella storia delle reflex digitali Olympus ed è ancora oggi una reflex in grado di regalare importanti soddisfazioni a chi la acquista. In casa Olympus c'è però aria di rinnovamento ed è probabile che nei prossimi mesi la E-3 veda la nascita di un'erede; chi fosse attirato dalle ammiraglie di casa Olympus forse farebbe bene in questo momento a mettersi in attesa per vedere cosa offrirà il futuro dell'azienda nipponica, potendo sempre contare su un taglio dei prezzi delle E-3 a magazzino in caso di uscita di un nuovo modello. Pagina 10 - Galleria fotografica |
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