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Pagina 1 - Introduzione
Nikon D3100 si è presentata come un aggiornamento sostanziale del precedente modello Nikon D3000, dopo che quest'ultima aveva rappresentato un cambio di nomenclatura con un leggero make-up rispetto alla precedente reflex entry level D60, restando però ancorata a un sensore CCD da 10 megapixel privo di live view e supporto video. Le novità introdotte con Nikon D3100 ruotano tutte intorno al nuovo elemento sensibile scelto, un sensore CMOS da 14,2 megapixel, in grado di ampliare molto le possibilità rispetto al modello precedente. Nikon ha introdotto le funzionalità Live View e il supporto alla registrazione di filmati video. In quest'ultimo campo molti si aspettavano il semplice supporto 720p, ma Nikon ha deciso di seguire il trend del momento e ha offerto la registrazione Full HD anche sul modello di ingresso nel suo parco reflex. Piccola e leggera Nikon D3100 punta a ripetere il successo dei modelli precedenti, inserendosi nel solco della tradizione delle macchine della casa giallo-nera: in particolare troviamo un autofocus a 11 punti con possibilità di inseguimento e una sensibilità ISO elevata ai livelli di macchine di fascia superiore. Come sempre nella nostra recensione affiancheremo dati e test tecnici a una ricca gamma di impressioni sul campo, per dare un'idea a tutto tondo delle opportunità che questa piccola reflex mette a disposizione. Pagina 2 - Nikon D3100
Negli ultimi anni la gamma entry level Nikon si è arricchita di molti modelli, che hanno anche creato alcune sovrapposizioni tra reflex appena uscite o in via di discontinuità, mettendo a disposizione degli utenti ampia scelta, ma anche un quadro a volte complesso a decifrare. Per avere un'idea chiara di come si posizioni Nikon D3100 all'interno della gamma del produttore nipponico la mettiamo a confronto con i due modelli precedenti Nikon D3000 e Nikon D5000
Dal confronto è evidente come D3100 sia nettamente superiore sotto molti punti di vista rispetto al modello di cui raccoglie l'eredità: inoltre il raffronto con il modello D5000 rende altrettando evidente come anche per quest'ultimo sia necessario un refresh per restare sul mercato attuale. Alcune caratteristiche poi, come ad esempio il modulo autofocus a 11 punti e la sensibilità ISO in grado di spingersi fino al valore di 12800, la fanno spiccare nel panorama dei modelli di ingresso nel mondo reflex.
Il corpo è caratterizzato da dimensioni compatte, come d'uso per questa categoria di macchine fotografiche, ma l'ergonomia rimane molto buona, soprattutto in accoppiata all'obiettivo kit AF-S Nikkor 18-55mm 1:3.5-5.6 G VR che con il suo barilotto di dimensioni abbastanza generose e il suo perso ridotto offre un buon bilanciamento del peso e una presa molto salda. L'impugnatura vede l'ormai classico inserto rosso di casa Nikon e rispetto al modello precedente utilizza un vero e proprio inserto gommato al posto di una semplice finitura antiscivolo, offrendo una presa anche in questo caso salda.
Nella parte alta dell'impugnatura troviamo concentrico al pulsante di scatto il commutatore di accensione/spegnimento e appena più sotto i tasti Info e per la compensazione dell'espozione. Il primo sovraintende allo spegnimento del display in modalità reflex e alla commutazione tra diversi tipi di schermata in modalità Live View. Sulla spalla campeggia la grossa ghiera dei modi, con concentrico il commutatore per la scelta della modalità di scatto tra singolo, raffica, autoscatto e silenzioso, opzione aggiunta alla dotazione di serie della macchina ed ereditata dai modelli di fascia superiore.
Nella parte del corpo che dalla spalla digrada verso il retro trovano spazio il pulsante di blocco dell'esposizione e l'unica ghiera di regolazione della macchina. Il retro vede l'aggiunta del commutatore per l'attivazione del Live View nell'angolo in alto a destra del display da 3": la levetta dispone di pulsante centrale per l'avvio della registrazione dei filmati. Più sotto il classico joypad a 4 vie con tasto centrale che sovraintende alla gestione del punto di fuoco e alla navigazione tra menu e fotografie. Ancora più in basso il tasto di eliminazione degli scatti e l'altoparlante. A sinistra del display troviamo 5 tasti: riproduzione, menu, guida/zoom-, zoom+, accesso alla modifica diretta a display dei parametri di scatto. In alto naturalmente è ospitato il mirino, che offre copertura di circa il 95% e regolazione diottrica,
In alto la protuberanza che ospita il pentaspecchio integra anche slitta flash e flash integrato pop-up. Quest'ultimo viene alzato automaticamente dalla macchina oppure tramite il tasto posto poco più sotto sul lato sinistro. Il tasto non è un semplice pulsante di sgancio del sistema di ritenzione del flash, ma è attivo e permette l'accesso alle impostazioni del flash. Leggermente più in basso rispetto a quest'ultimo troviamo un interessante pulsante Function, personalizzabile tra quattro impostazioni, molto utile ad esempio da assegnare alla regolazione veloce della sensibilità ISO. Si tratta di una posizione abbastanza inusuale, ma comoda per l'uso con il pollice della mano sinistra. Più in basso il pulsante di sgancio dell'obiettivo.
Guardando la macchina frontalmente si nota nell'incavo tra bocchettone e impugnatura l'illuminatore che assiste l'autofocus in condizioni di scarsa luminosità. Il lato sinistro sotto una copertura gommata ospita il connettore A/V out, quello HDMI, miniUSB e quello dedicato al collegamento di telecomandi o del ricevitore GPS. Sul lato opposto troviamo invece lo slot per le schede di memoria SD, SDHC e SDXC. La batteria EN-EL 14 è ospitata nell'impugnatura, con accesso da uno sportello posto sul fondo. L'apertura determina la fuoriuscita dell'accumulatore per gravità, fino a un fermo: preferiamo come soluzione quella che prevede un sistema di ritenzione a sgancio, che oltre a sembrarci più sicuro non determina l'interruzione dell'alimentazione all'apertura dello sportello. La confezione contiene tracolla a cui è possibile agganciare il coprioculare in dotazione, caricabatterie, batteria, manuale cartaceo e su CD, CD con il software NXView 2, per la gestione delle foto e lo sviluppo ed editing di filmati, JPEG e file RAW (.NEF). Come spesso accade non è incluso nella dotazione standard il cavo HDMI. Pagina 3 - Impressioni d'uso
Fin dai primi istanti in cui si maneggia la Nikon D3100 si ha la netta sensazione che il piccolo corpo da entry-level racchiuda molto di più di quanto l'impressione esterna lasci trasparire. La sensazione è confermata dall'uso: Nikon D3100 è semplice da usare, ma offre grandi potenzialità. Nonostante il corpo di piccole dimensioni l'ergonomia è ben studiata e tutti i pulsanti sono a portata di mano e posizionati correttamente: l'unico che rimane è un po' nascosto è il pulsante Fn, ma una volta fatta l'abitudine all'uso con il pollice sinistro offre una scorciatoia interessante.
Ottima la scelta di affidare a una leva l'avvio della modalità Live View e al pulsante ad esso concentrico l'avvio della registrazione dei filmati: in questo modo in ogni modalità in cui ci si trovi è possibile cominciare a filmare in due movimenti, senza essere costretti a cercare il modo d'uso corrispondente sulla ghiera principale. Purtroppo questa funzionalità è affetta da un bug: la visualizzazione Live View e la ripresa dei filmati rimane fissata sulle impostazioni con cui vi si accere, ad esempio se si sta lavorando in priorità di diaframmi a F36, anche ruotando la ghiera di regolazione i parametri non variano (sebbene venga visualizzata a display la modifica che risulta poi effettiva nel caso si scatti una foto), nemmeno all'avvio del filmato restituendo un display scurissimo in Live View e un altrettando scuro filmato. Se si scatta una foto invece le modifiche vengono applicate e sono poi effettive anche su Live View e filmati. Come spessissimo accade le prestazione della messa a fuoco automatica in modalità Live View (basata sulla rilevazione del contrasto) non sono all'altezza del modulo dedicato a rilevazione di fase in modalità reflex. In ogni caso in questo ambito Nikon D3100 se la cava molto meglio di illustri reflex concorrenti, rendendo di fatto la messa a fuoco in Live View perfettamente utilizzabile. Inoltre anche in questa modalità la macchina offre l'inseguimento del soggetto, con il vantaggio rispetto alla versione reflex di poter utilizzzare un'area molto più ampia, ben al di fuori degli 11 punti fissati nel modulo autofocus MULTI-CAM ed estesa praticamente a tutta l'inquadratura. Le prestazioni dell'inseguimento non sono precise come quelle del modulo nel mirino, ma permettono comunque di perdere meno volte il fuoco rispetto alla semplice messa a fuoco continua. Essendo proposta come target al pubblico meno esperto, magari in arrivo dal mondo delle compatte o addirittura dei cellulari, Nikon D3100 offre strumenti guida per aiutare i neofiti a sfruttare tutte le potenzialità della macchina. Il tasto help/zoom-, nei frangenti in cui non diminuisce il livello di zoom, attiva una schermata di aiuto che spiega in modo semplice, ma dettagliato la funzione su cui si è posizionati. Inoltre selezionando dalla ghiera dei modi la modalità GUIDE si è introdotti in un percorso che aiuta a trovare i parametri corretti di scatto in base a situazioni ed esigenze. In questo modo l'utente è portato senza soluzione di continuità a passare dalle modalità automatiche alla gestione più evoluta con controlli semiautomatici e manuali. Anche senza passare attraverso il tutorial offerto dalla guida l'utilizzo della macchina è comunque molto semplice: in particolare l'interfaccia di modifica diretta dei parametri di scatto sulla schermata riepilogativa, a cui si accede tramite il tasto <I> permette di avere sempre sotto controllo le funzioni fondamentali, relegando la necessità di accesso al menu solo ad azioni particolari. Sebbene le modalità di visualizzazione riepilogativa a display dei parametri di scatto sia disponibile in due modalità (classica e grafica, con la seconda a riportare anche una rappresentazione grafica dell'apertura), nel momento in cui si accede alle modifiche la struttura rimane comune: la scelta condivisibile per non creare confusioni e non cambiare le abitudini in caso di scelta di una diversa modalità di visualizzazione. Utile la scheda del menu che raccoglie le regolazioni più recenti, facilmente riaccessibili senza l'obbligo di ricercarle all'interno dei sottomenu. Pagina 4 - Impressioni d'uso - parte seconda
In alcuni frangenti le possibilità di regolazione sono limitate, per questioni di semplicità, ma anche per lasciare carte da giocare ai modelli di fascia superiore. In particolare l'algoritmo di riduzione del rumore ha solo due impostazioni, ON/OFF, manca completamente il bracketing e i video Full HD sono registrabili al solo frame rate di 24 fps. Sempre in ambito video si segnala la presenza di un microfono mono, posto per altro in una posizione dove raccoglie ogni minimo ronzio dell'obiettivo, e l'assenza della presa per microfoni esterni. Altre mancanze sono la visualizzazione nel mirino della sensibilità ISO solo durante la modifica e l'assenza di un sensore di prossimità che spenga il display quando si avvicina l'occhio al mirino. La risoluzione del display è ridotta al vetusto valore di 230.000 punti: in realtà il supporto offerto dallo schermo durante la fase di scatto è buono, anche se manca la possibilità di avere l'istogramma in tempo reale, ma per la revisione ci vorrebbe qualcosa di più. In particolare la revisione delle immagini a forte ingrandimento è poco soddisfacente e non aiuta a discernere sul campo tra scatti buoni e da buttare. Nonostante sia una reflex entry level (o forse proprio per questo) Nikon D3100 mette a disposizione interessanti opzioni per lo sviluppo delle immagini in macchina. Troviamo sia un'opzione dedicata allo sviluppo in macchina dei file RAW . NEF, sia una gamma abbastanza ampia di regolazioni ed effetti applicabili ai file JPEG. Lo sviluppo RAW permette di rivedere completamente il bilanciamento del bianco, scegliendo oltre i preset tradizionali anche la regolazione manuale sull'asse verde-magenta e blu-giallo (amber).
Inoltre è possibile variare l'espozione e il picture control: una volta fissati i parametri è possibile convertire in JPEG con qualità e dimensioni selezionabili rispettivamente tra tre opzioni. Tra le opzioni particolari troviamo la possibilità di selezionare due file RAW e creare un JPEG dalla sovrapposizione dei due: in pratica è il concetto della doppia esposizione del fotogramma, ma senza il vincolo di sovrappore due scatti successivi. Più ampia è la gamma di regolazioni applicabili ai JPEG: prima fra tutte la tecnologia D-Lighting, che permette aprire le ombre, anche sommandolo a quello già applicato in fase di scatto. In fase di scatto è regolabile su ON/OFF, in postproduzione su due livelli: normale e alto. La funzionalità può essere interessante per chi non intende passare dalla post produzione su PC, ma come analizzeremo meglio nelle prossime pagine lo sviluppo dei file RAW .NEF offre una gamma di intervento più ampio. È possibile poi correggere gli occhi rossi, ritagliare le foto, raddrizzarle, portarle in bianco e nero, applicare alcune simulazioni di filtri (oltre che skylight e cromatici anche cross-screen e soft focus), modificare il bilanciamento colore. Interessante la possibilità di controllare la distorsione a barilotto o cuscino e quella prospettica. Non mancano gli effetti fisheye (regolabile su più livelli), miniatura e disegna contorno. Le modifiche ai filmati invece si limitano ai tagli, un vero peccato, in quanto poteva essere molto interessante poter applicare, ad esempio, l'effetto miniatura. Pagina 5 - Prova sul campo - Qualità Immagine
La qualità delle immagini in uscita dalla Nikon D3100 è elevata e viene mortificata dall'uso dell'obiettivo kit: sebbene piccola ed entry level la reflex merita ottiche di categoria superiore per dare il meglio di sé. Il sensore CMOS APS-C da 14,2 megapixel offre ottima risoluzione, anche se la compressione JPEG effettuata dalla macchina non gli rende completamente ragione. Non scattare in RAW e sviluppare le immagini in camera chiara è quasi un delitto vista la bonta del file .NEF. Da questo punto di vista non aiutano alcune delle limitazioni imposte per mantenere la macchina entry level ed evitare l'interferenza con le fasce superiori: in particolare ci riferiamo all'applicazione del filtro di attenuazione del rumore, che offre solo due possibilità, acceso o spento. Come spesso accade su questo tipo di macchina i JPEG standard che vengono salvati sono caratterizzati da un approccio molto conservativo e risultano morbidi all'analisi del dettaglio. L'uso dei picture control permette di regolare i parametri di nitidezza, contrasto, luminosità, saturazione e tinta e di arrivare a file più di impatto già al salvataggio JPEG. Anche in questo caso però quello che si può ottenere dallo sviluppo dei file RAW è molto di più. Nel giudizio su Nikon D3100 alla voce semplicità troviamo anche la facilità con cui è possibile scattare buone fotografie a mano libera anche in condizioni di luce difficili grazie all'elevata sensibilità ISO raggiungibile. Con un po' di attenzione e ricorrendo alle alte sensibilità è quasi sempre possibile trovare un tempo di sicurezza adatta, soprattutto quando si utilizza l'obiettivo fornito in kit, dalla poca estensione tele. 800 ISO sono da considerare tra le sensibilità normali, senza compromessi. A 1600 ISO comincia ad emergere del rumore, ma soprattutto lavorando in RAW è riducibile a una grana molto sottile, praticamente invisibile in fase di stampa.
Qui sopra lo stesso scatto a mano libera proposto in tre versioni diverse: così come uscito in formato JPEG dalla fotocamera, RAW sviluppato con il programma opzionale Nikon CaptureNX 2 e da ultimo il RAW sviluppato con Adobe Camera RAW 6.3 forzando la mano sul recupero delle ombre e sulla pulizia dell'immagine. Quando le situazioni contingenti non permettono una posa ragionata e stabile il valore di 3200 ISO è ancora pienamente utilizzabile: qui sotto vi proponiamo uno scatto rubato 'al volo' per le strade di Barcellona, in cui abbiamo elevato di un EV la sensibilità per provare a scongiurare il micromosso. In questo caso mettiamo a confronto il file JPEG prodotto dal processore EXPEED 2 della Nikon D3100 con quello prodotto da PC a partire dal negativo digitale .NEF e sviluppato con il software di gestione incluso nella confezione della fotocamera Nikon ViewNX 2. Rispetto al più evoluto (e proposto a pagamento) CaptureNX 2 il programma di gestione e sviluppo fornito in bundle offre strumenti molto più limitati, soprattutto sui controlli fini dell'immagine, come ad esempio la nitidezza e il contenimento del rumore. I due file non sono molto dissimili nel risultato finale e ci sentiamo di dire che il capo d'applicazione del software fornito in confezione è abbastanza limitato e circoscritto alle macro regolazioni, soprattutto quelle sui toni dei colori e il bilanciamento del bianco. A confronto anche lo stesso .NEF sviluppato con ACR secondo il nostro gusto, che predilige una grana più fine e con il tentativo di schiarire leggermente le ombre. Pagina 6 - Prova sul campo - Alte sensibilità Qualche cautela in più è richiesta per utilizzare la sensibilità di 6400 ISO, mentre la sensibilità massima di 12800, non a caso identificata non con un valore ma con l'appellativo H2 rappresenta un'ancora di salvezza estrema, anche se permette di raggiungere risualtati davvero ragguardevoli, soprattutto se si salva il file RAW e lo si sviluppa a posteriori su PC. La scrittura stessa nei metadati da parte di Nikon delle due sensibilità riflette il pensiero del produttore e l'effettiva utilizzabilità delle sensibilità: i valori di 6400 e 12800 ISO vengono identificati come 1EV e 2EV superiore a 3200 ISO. Si tratta di una scelta che forse guida il fotografo nell'uso delle sensibilità, avvertendolo di trovarsi ai limiti dell'utilizzabile, ma aiuta poco nell'analisi successiva delle foto, in cui avremmo preferito trovare scritto chiaro il valore. Qui sopra uno scatto a 6400 ISO che ci ha stupito per il dettaglio dei particolari illuminati all'interno della torre. I mattoni della costruzione, come spesso accade sui toni grigi alle alte sensibilità, lasciano trasparire l'insorgenza del rumore obbligando a raggiungere un compromesso tra conservazione del dettaglio e contenimento della grana e falsi cromatismi. La sensibilità massima risulta utilizzabile o meno a seconda delle situazioni. Qui sopra una delle situazioni più difficili: il nostro Alessandro in una camera d'albergo con scarsissima luce ambiente e per di più caratterizzata da toni molto caldi. La predominanza di questi ultimi unita all'illuminazione davvero fioca restituiscono uno scatto al limite del salvabile. Dove la luce si fa più intensa la macchina lavora molto meglio, restituendo risultati molto interessanti.
In questo caso lavorando sul file RAW e possibile arrivare a un compromesso più che accettabile relativamente a dettaglio, grana e contenimento dei falsi colori. In particolare è possibile operare una compressione che produca meno artefatti e ottenere una grana più fine in grado di risultare meno fastidiosa ai fini della stampa. Pagina 7 - Analisi mire ottiche Come sempre affianchiamo alle situazioni reali d'uso alcuni scatti effettuati in condizioni controllate all'interno del nostro laboratorio. Partiamo con le mire Gretag Macbeth riprese a tutti i valori di sensibilità ISO con filtro di Noise Reduction attivato e disattivato per avere un'idea del comportamento della macchina sui neri e sulle ampie campiture di colore, prestando attenzione anche all'intervento degli algoritmi di contenimento del rumore.
A partire dal valore di 1600 ISO l'intervento dell'algoritmo di contenimento del rumore è evidente: il lavoro svolto per contenere l'insorgenza dei falsi colori è molto buono, così quello per contrastare la grana. Al valore estremo di sensibilità è evidente come il sistema provi a spalmare il rumore, dimostrando comunque una buona capacità di riconoscere i dettagli. Questo è evidente maggiormente analizzando le mire con i dischi di Siemens.
L'applicazione del filtro di denoising porta a un generale ammorbidimento dell'immagine, ma la capacità di riprodurre i dettagli rimane elevata. Molto meglio si può fare utilizzando i file RAW e orientando lo sviluppo alle proprie esigenze scegliendo il compromesso migliore tra grana, micro contrasto, macro contrasto e perdita di dettaglio, soprattutto in considerazione dell'uso finale dell'immagine: stampa, grande formato, pubblicazione sul web. Pagina 8 - Bilanciamento del bianco Il bilanciamento del bianco automatico operato da Nikon D3100 è risultato soddisfacente in praticamente tutte le situazioni sperimentate sul campo. L'utente che si affida al solo JPEG (chi scatta in RAW può correggere in postproduzione questo parametro in piena libertà) può impostare su Auto l'opzione e ottenere gran parte degli scatti con un profilo corretto, dovendo ricorrere ai preset oppure alla regolazione manuale solo nei casi più difficili. Tramonti, interni, ora blu, notturni cittandini sono sempre stati interpretati correttamente dalla macchina, in particolare ci ha strappato un giudizio positivo il comportamento della Nikon D3100 negli scatti notturni sotto le luci di Barcellona, dove è sempre stata in grado di restituire immagini fedeli alla realtà: qui sopra qualche esempio di scatti che avrebbero potuto mettere in difficoltà il sistema.
Come quasi sempre accade sono le luci al tungsteno quelle che mettono in maggiore difficoltà il sistema di bilanciamento del bianco automatico: in questo caso vediamo come di fronte al ColorChecker Gretag Macbeth illuminato con lampade a 3200°K il sistema non riesca a restituire un risultato simile a quello percepito dall'occhio umano. Preciso è invece il preset Incandescenza, in grado di restistuire un bianco ben bilanciato: i valori RGB misurati sul quadrato bianco dell'immagine (182, 192, 199) testimoniano come non ci sia la netta predominanza di una delle componenti. In ogni caso ogni preset è regolabile da menu sugli assi verde-magenta, blu-ambra per cui è sempre possibile con un po' di pazienza arrivare al bilanciamento corretto. Manca nei preset la possibilità di impostare la temperatura colore in Kelvin, ma troviamo invece la premisurazione del bianco, quasi sempre in grado (scattando una foto a un riferimento bianco) di impostare il profilo corretto.
Qui sopra abbiamo messo a confronto la foto del ColorChecker, ripresa con il bilanciamento del bianco impostato su Incandescenza, con la ricostruzione della mira Gretag Macbeth operata da BabelColor nello spazio colore sRGB (quello con cui abbiamo scattato anche la foto): la ricostruzione converte nello spazio colore sRGB le coordinate dei colori che compongono la carta ColorChecker e ne offre una rappresentazione grafica facilmente confrontabile. La mira ColorChecker è stata creata con colori fondamentali, scala di grigi e colori tipici delle scene più diffuse (come cielo, incarnato, fogliame e via dicendo) per avere un metamerismo simile alle situazioni reali e rappresenta un buon campione per mettere alla prova in ambiente controllato il comportamento della macchina Abbiamo inserito la ricostruzione virtuale della mira sotto forma di piccoli quadrati nella foto ripresa in laboratorio, a cui abbiamo applicato un filtro Noise->Median->15px per uniformare il colore di ogni quadrato e ottenere quindi una campitura di colore uniforme che fosse la media tra i diversi pixel di quella zona. La riproduzione dei colori è abbastanza fedele, solo i toni del giallo vedono una differenza abbastanza marcata, segnale che, nonostante il preset lavori molto bene, l'illuminante con tonalità calda mette un po' in difficoltà il sistema. Pagina 9 - Considerazioni finali
Il titolo che abbiamo scelto per questa recensione rende evidente il nostro parere sulla Nikon D3100: sotto il vestito semplificato e in alcuni frangenti sacrificato di una entry level si nasconde una dotazione tecnica di tutto rispetto, con prestazioni adatte anche ai fotografi evoluti. Il salto in avanti fatto rispetto al modello precedente (Nikon D3000) è ampio non solo in considerazione delle caratteristiche più evidenti, come l'integrazione del Live View e del supporto video Full HD, ma soprattutto per quanto riguarda il cuore della fotocamera. Il sensore APS-C CMOS da 14,2 megapixel è davvero in grado, in accoppiata al processore d'immagine EXPEED 2, di far valere le proprie doti naturali.
Le doti naturali emergono però nelle mani dei fotografi evoluti, in particolare di quelli che fanno affidamento sul formato RAW per spemere il meglio dalla propria fotocamera. I JPEG che escono dalla macchina sono generalmente buoni, ma ciò è ottenibile dallo sviluppo dei file .NEF è davvero ottimo. Purtroppo gli strumenti messi a disposizione di chi acquista la macchina, lo sviluppo a posteriori dei RAW in macchina e il software Nikon ViewNX 2, non sono in grado di spremere il massimo dai .NEF e si fermano poco oltre quello che è in grado di fare il processore della Nikon D3100. Per ottenere il meglio è necessario affidarsi a programmi di classe superiore, per cui è necessario un investimento: noi abbiamo messo alla prova i RAW con il software Nikon CaptureNX 2 e con Adobe Creative Suite 5 con Adobe Camera RAW 6.3. In ogni caso Nikon D3100 rappresenta un'ottima 'nave scuola' per i neofiti che possono contare su una macchina dotate di molte funzioni didattiche, ci riferiamo in particolare al tasto Help e alla modalità GUIDE, ma anche in grado di sostenere le volontà creative dei fotografi una volta che hanno preso maggiore confidenza con la fotografia e lo sviluppo in camera chiara. Dal punto di vista video i dati di targa parlano di supporto Full HD, purtroppo la mancanza di un ingresso audio e delle regolazioni relative al frame rate mortificano in parte le possibilità messe a disposizione dalla macchina. A queste si aggiunge la sola possibilità di esposizione automatica. Disponibile online a partire da circa € 475,00 (consigliamo di valutare attentamente le offerte e controllare che in caso di acquisto di kit con obiettivo quest'ultimo sia la versione VR del 18-55mm) Nikon D3100 merita dal punto di vista fotografico un voto ottimo, sia sul fronte dell'ergonomia e della semplicità d'uso, sia su quello dei risultati ottenibili. Naturalmente alcuni particolari appositamente da entry level (il mirino, la ghiera singola, la necessità di utilizzare obiettivi con motore autofocus incorporato) per lasciare il necessario gap tra la fascia di ingresso e i modelli più evoluti (e costosi). Pagina 10 - Galleria fotografica e videorecensione Concludiamo questa recensione della piccola reflex Nikon D3100 con la galleria fotografica: in essa trovate tutti gli scatti della recensione in formato per la visualizzazione a tutto schermo, ma senza la necessità di scaricare il file intero originale, in questo modo le foto sono visualizzabili in formato più grande anche da chi non dispone di una connessione ad alta velocità. Abbiamo incluso anche alcuni scatti non inseriti nel testo, ma che hanno comunque fatto da base per il nostro giudizio sulla macchina. GALLERY: Nikon D3100: gli scatti della recensione (per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo) Nel video incorporato qui sotto trovate una sintesi del nostro giudizio sulla Nikon D3100, reflex dall'aspetto entry level, ma che sa regalare ottimi risultati se utilizzata dagli utenti evoluti, soprattutto sfruttando le potenzialità del RAW: VIDEO: Nikon D3100: tanta sostanza in un corpo entry level (per vedere il video, guardare la versione completa dell'articolo) |
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