Anche nei migliori chip è impossibile raggiungere la perfezione costruttiva e ognuno nasce e vive con delle imperfezioni che si porta per sempre addosso. Nel caso dei sensori d'immagine, questi difetti possono rappresentare una sorta di impronta digitale del dispositivo che li utilizza, al pari delle striature che la canna di ogni pistola lascia impresse sui proiettili.
Il paragone è proprio quello delle scienze forensi, in quanto l'università di Groningen ha creato un sistema per riconoscere le impronte digitali delle fotocamere, per aiutare la polizia nei casi di abusi su minori. L'Olanda ha un triste primato, quello di essere il maggiore centro di distribuzione di contenuti pedopornografici al mondo, secondo il report di Internet Watch Foundation del 2019. Ora la tecnologia sviluppata dai ricercatori universitari potrebbe aiutare nel tracciamento dei colpevoli, associando in modo univoco le immagini incriminate alle fotocamere con cui sono state riprese.
In particolare ogni fotocamera lascia un'impronta sulle immagini in termini di pattern nella generazione del rumore elettronico, la cui traccia viene 'stampata' nelle fotografie riprese. Questa traccia è invisibile a occhio nudo in generale, ma sfruttando l'intelligenza artificiale è possibile ricavare l'impronta lasciata nelle immagini e confrontarla poi con quella delle fotocamere sequestrate ai presunti colpevoli.
Non solo, a livello generale, i pattern del rumore sono abbastanza simili all'interno di una famiglia di modelli di un certo marchio, per cui il sistema è stato in grado, a partire dalle immagini, di risalire al modello di fotocamera utilizzato, smartphone inclusi. Messo alla prova su un dataset di immagini il sistema ha dimostrato un'accuratezza del 99 percento nel riconoscimenti di 18 modelli di fotocamere.
La tecnologia sembra essere molto promettente e funziona anche sui singoli fotogrammi estratti da video. La prima parte del progetto 4NSEEK al momento si chiusa, ma i ricercatori puntano a continuare la linea di ricerca in collaborazione con le forze dell'ordine e gli esperti forensi: presto forse basterà una fotocamera per gli inquirenti per avere in mano la classica 'pistola fumante', la prova regina per incastrare i criminali.