Canon festeggia in questi giorni il trentesimo anniversario della sua Bubble Jet BJ-80, una delle primissime stampanti a getto d'inchiostro mai prodotte, frutto di un fortunato incidente di laboratorio occorso a un suo ingegnere a metà degli anni '70.
Appoggiando inavvertitamente la punta di un saldatore all'ago di un siringa riempita di inchiostro, il tecnico notò come il repentino riscaldamento dell'ago provocò uno spruzzo di inchiostro dalla siringa; da questa constatazione è derivata la tecnologia a "getto termico d'inchiostro", alternativa alla piezoelettrica, così come la conosciamo oggi.
A sinistra, la Canon BJ-80. A destra, la HP ThinkJet.
La storia della stampa Inkjet è in effetti curiosa e molto più antica di quanto ci si potrebbe aspettare. La prima applicazione commerciale risale infatti al 1951 ed è opera di Siemens, ma l'idea risale, nientemeno, alla seconda metà dell'800: lord Kelvin depositò il primo brevetto sull'argomento nel 1867!
Tornando ai tempi moderni, l'incidente nei laboratori Canon divenne un brevetto, depositato dalla stessa Canon, nell'ottobre del 1977.
Quasi contemporaneamente, anche HP depositò alcuni brevetti relativi alla stampa Inkjet, e spetta proprio a quest'ultima il primato della commercializzazione della prima stampante a getto d'inchiostro termico: si tratta della ThinkJet, cioè thermal inkjet, che vede la luce nel 1984.
Un anno dopo, nel 1985, Canon lancia sul mercato la sua Bubble Jet BJ-80. Solo 7 anni dopo la nascita della BJ-80, Canon intraprende la via della miniaturizzazione estrema sostituendo il processo di fabbricazione delle testine di stampa meccanico con un processo fotolitografico, sostanzialmente equivalente al quello utilizzato per la creazione di circuiti integrati a larga scala di integrazione.
Altri 7 anni e, nel 1999, vede la luce la BJC-8500, la prima basata su una testina FINE da 1536 ugelli. Tipo di testina che, ulteriormente evoluta, viene tutt'ora impiegata sui prodotti Canon, che arrivano a oltre 6000 ugelli in un'area di 20x16 mm, con dimensione del singolo ugello di 9 micrometri, gocce di dimensione minima di 1 picolitro e area della superficie scaldante di circa 300 micrometri quadrati.