Controtendenze: l'italiana Ferrania ricomincerà a produrre pellicole
di Michele Tarantini, pubblicata il 31 Luglio 2013, alle 12:06
L'azienda italiana Ferrania ha rilasciato una comunicato sul proprio blog con il quale annuncia di essere in procinto di riavviare la produzione di pellicole
Commenti (18)
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Commento # 11
di: inatna
pubblicato il 31 Luglio 2013, 16:28
Originariamente inviato da: lucaf
Ma è il campionamento che il SEGNALE subisce dopo essere stato PRODOTTO dal sensore che lo rende DIGITALE.
Ad essere precisi, e` lo step successivo, la quantizzazione, che rende un segnale discreto e numerico (quindi "digitale" ), non il campionamento che se ben fatto (la solita Fc>=2B) non altera il segnale analogico, che rimane sempre ricostruibile perfettamente
Originariamente inviato da: lucaf
ma quelle in pellicola dopo la pellicola NON hanno NULLA: nè digitale nè analogico.
No, hanno la variazione della radianza impressa sulla pellicola, che e` a tutti gli effetti un segnale analogico.
Quando passi la pellicola allo scanner, emetti un fascio di luce che la attraversa, replichi il segnale analogico, che finisce sul sensore etc etc (il resto della catena lo conosciamo gia`), trasformandolo in un equivalente digitale, numerico.
Se cosi` non fosse, non potresti digitalizzare una pellicola
E` esattamente come una registrazione vocale su un disco in vinile per certi versi, solo con segnali di natura differente ma entrambi analogici.
Commento # 12
di: lucaf
pubblicato il 31 Luglio 2013, 16:49
Originariamente inviato da: lucaf
Allora nulla è digitale perchè tutti i "segnali" di partenza sono analogici.
Ricordiamoci che nessun sensore è digitale!!!!!
Ma è il campionamento che il SEGNALE subisce dopo essere stato PRODOTTO dal sensore che lo rende DIGITALE.
Una macchina fotografica digitale è DIGITALE per tutto quello che c'è DOPO il sensore.... ma quelle in pellicola dopo la pellicola NON hanno NULLA: nè digitale nè analogico.
Ricordiamoci che nessun sensore è digitale!!!!!
Ma è il campionamento che il SEGNALE subisce dopo essere stato PRODOTTO dal sensore che lo rende DIGITALE.
Una macchina fotografica digitale è DIGITALE per tutto quello che c'è DOPO il sensore.... ma quelle in pellicola dopo la pellicola NON hanno NULLA: nè digitale nè analogico.
Originariamente inviato da: inatna
Ad essere precisi, e` lo step successivo, la quantizzazione, che rende un segnale discreto e numerico (quindi "digitale" ), non il campionamento che se ben fatto (la solita Fc>=2B) non altera il segnale analogico, che rimane sempre ricostruibile perfettamente
No, hanno la variazione della radianza impressa sulla pellicola, che e` a tutti gli effetti un segnale analogico.
Quando passi la pellicola allo scanner, emetti un fascio di luce che la attraversa, replichi il segnale analogico, che finisce sul sensore etc etc (il resto della catena lo conosciamo gia`), trasformandolo in un equivalente digitale, numerico.
Se cosi` non fosse, non potresti digitalizzare una pellicola
E` esattamente come una registrazione vocale su un disco in vinile per certi versi, solo con segnali di natura differente ma entrambi analogici.
No, hanno la variazione della radianza impressa sulla pellicola, che e` a tutti gli effetti un segnale analogico.
Quando passi la pellicola allo scanner, emetti un fascio di luce che la attraversa, replichi il segnale analogico, che finisce sul sensore etc etc (il resto della catena lo conosciamo gia`), trasformandolo in un equivalente digitale, numerico.
Se cosi` non fosse, non potresti digitalizzare una pellicola
E` esattamente come una registrazione vocale su un disco in vinile per certi versi, solo con segnali di natura differente ma entrambi analogici.
Scusa ma mi sembra un po forzata come descrizione.
La pellicola non contiene un segnale ma un emulsione chimica.
Ribadisco che non si puo dividere l'esistente per forza in digitale o analogico.
Quello che scrivi è una tua opinione personale o hai dei riferimenti bibliografici da sottopormi?
Grazie ancora.
Commento # 13
di: biffuz
pubblicato il 31 Luglio 2013, 16:53
Non è che ci sia da stupirsi più di tanto, qualsiasi oggetto di consumo di massa rende poco o nulla, sono i prodotti di nicchia che rendono. E i rullini ora lo sono.
Commento # 14
di: inatna
pubblicato il 31 Luglio 2013, 19:03
Originariamente inviato da: lucaf
Scusa ma mi sembra un po forzata come descrizione.
La pellicola non contiene un segnale ma un emulsione chimica.
Ribadisco che non si puo dividere l'esistente per forza in digitale o analogico.
Quello che scrivi è una tua opinione personale o hai dei riferimenti bibliografici da sottopormi?
Grazie ancora.
La pellicola non contiene un segnale ma un emulsione chimica.
Ribadisco che non si puo dividere l'esistente per forza in digitale o analogico.
Quello che scrivi è una tua opinione personale o hai dei riferimenti bibliografici da sottopormi?
Grazie ancora.
Non ho riferimenti bibliografici al momento, ma credo basti una qualsiasi introduzione alla teoria dei segnali.
Tornando al discorso, forse non mi sto spiegando bene, non e` la pellicola di per se ad essere analogica, ma il segnale che essa trasporta.
Se rileggi i miei interventi, non ho mai parlato di "pellicola analogica", ma di segnale analogico.
L'emulsione su una pellicola impressa non e` omogenea come una pellicola vergine, ma alterata dalla radianza impressa dalla fotografia.
L'emulsione trasporta un segnale, dato che e` stata alterata da quest'ultimo.
Il segnale rappresenta informazione, informazione sottoforma di immagine catturata, le cui "linee" (se parliamo in termini di risoluzione di linee per pollice, non ricordo il termine preciso usato nel campo dell'ottica al momento) rappresentano una variazione continua di radianza.
La radianza in soldoni rappresenta un segnale continuo che alla fine traduci in immagine, stop.
Altrimenti applicando lo stesso ragionamento ai nastri audio potremmo dire che il nastro non contiene un segnale (ma in realta` e` l'ossido di ferro opportunamente polarizzato che trasporta il segnale, dato che e` stato modificato da un segnale analogico) o un vinile non contiene un segnale (ma in realta`, gli avvallamenti nello stampato, poi letti dalla puntina, contengono un segnale tempo continuo che viene trasdotto in suono).
Non e` il mezzo in se ad essere analogico o digitale o chessia, ma l'informazione che viene trasportata, difatti un nastro magnetico puo` trasportare indifferentemente informazione analogica (un segnale tempo continuo come la voce, o delle immagini come nel VHS) o digitale (numerico, pensa ai DAT usati per backup ad esempio).
Potenzialmente potrei usare la pellicola per trasportare anche dati numerici, come avviene tutt'oggi per lo stoccaggio di dati in ambito finanziario.
Confondi il mezzo "portante" con il contenuto
Commento # 15
di: lucaf
pubblicato il 31 Luglio 2013, 19:49
Originariamente inviato da: inatna
Non ho riferimenti bibliografici al momento, ma credo basti una qualsiasi introduzione alla teoria dei segnali.
Tornando al discorso, forse non mi sto spiegando bene, non e` la pellicola di per se ad essere analogica, ma il segnale che essa trasporta.
Se rileggi i miei interventi, non ho mai parlato di "pellicola analogica", ma di segnale analogico.
L'emulsione su una pellicola impressa non e` omogenea come una pellicola vergine, ma alterata dalla radianza impressa dalla fotografia.
L'emulsione trasporta un segnale, dato che e` stata alterata da quest'ultimo.
Il segnale rappresenta informazione, informazione sottoforma di immagine catturata, le cui "linee" (se parliamo in termini di risoluzione di linee per pollice, non ricordo il termine preciso usato nel campo dell'ottica al momento) rappresentano una variazione continua di radianza.
La radianza in soldoni rappresenta un segnale continuo che alla fine traduci in immagine, stop.
Altrimenti applicando lo stesso ragionamento ai nastri audio potremmo dire che il nastro non contiene un segnale (ma in realta` e` l'ossido di ferro opportunamente polarizzato che trasporta il segnale, dato che e` stato modificato da un segnale analogico) o un vinile non contiene un segnale (ma in realta`, gli avvallamenti nello stampato, poi letti dalla puntina, contengono un segnale tempo continuo che viene trasdotto in suono).
Non e` il mezzo in se ad essere analogico o digitale o chessia, ma l'informazione che viene trasportata, difatti un nastro magnetico puo` trasportare indifferentemente informazione analogica (un segnale tempo continuo come la voce, o delle immagini come nel VHS) o digitale (numerico, pensa ai DAT usati per backup ad esempio).
Potenzialmente potrei usare la pellicola per trasportare anche dati numerici, come avviene tutt'oggi per lo stoccaggio di dati in ambito finanziario.
Confondi il mezzo "portante" con il contenuto
Tornando al discorso, forse non mi sto spiegando bene, non e` la pellicola di per se ad essere analogica, ma il segnale che essa trasporta.
Se rileggi i miei interventi, non ho mai parlato di "pellicola analogica", ma di segnale analogico.
L'emulsione su una pellicola impressa non e` omogenea come una pellicola vergine, ma alterata dalla radianza impressa dalla fotografia.
L'emulsione trasporta un segnale, dato che e` stata alterata da quest'ultimo.
Il segnale rappresenta informazione, informazione sottoforma di immagine catturata, le cui "linee" (se parliamo in termini di risoluzione di linee per pollice, non ricordo il termine preciso usato nel campo dell'ottica al momento) rappresentano una variazione continua di radianza.
La radianza in soldoni rappresenta un segnale continuo che alla fine traduci in immagine, stop.
Altrimenti applicando lo stesso ragionamento ai nastri audio potremmo dire che il nastro non contiene un segnale (ma in realta` e` l'ossido di ferro opportunamente polarizzato che trasporta il segnale, dato che e` stato modificato da un segnale analogico) o un vinile non contiene un segnale (ma in realta`, gli avvallamenti nello stampato, poi letti dalla puntina, contengono un segnale tempo continuo che viene trasdotto in suono).
Non e` il mezzo in se ad essere analogico o digitale o chessia, ma l'informazione che viene trasportata, difatti un nastro magnetico puo` trasportare indifferentemente informazione analogica (un segnale tempo continuo come la voce, o delle immagini come nel VHS) o digitale (numerico, pensa ai DAT usati per backup ad esempio).
Potenzialmente potrei usare la pellicola per trasportare anche dati numerici, come avviene tutt'oggi per lo stoccaggio di dati in ambito finanziario.
Confondi il mezzo "portante" con il contenuto
Mi sembra che la pellicola come "mezzo portante" non possa essere definito "analogico" E ho seri dubbi che sia corretto definire "segnale" il contenuto della stessa.
Comunque sono curioso di confrontarmi.
Aggiungo che bisogna fare MOLTA attenzione (e per me QUESTO è il punto cruciale) a non cadere nella "logica" tutta americana di definire ogni cosa con termini "di massa".
Se avete mai fatto caso c'è una tendenza (da svariati anni in verità a "omogeneizzare" il linguaggio.
Hanno cominciato là e noi seguiamo diligenti da bravi scolaretti.
Pratica molto molto pericolosa.
ciao
ps
Ho trovato in rete alcuni accenni a questa (non così banale) questione:
"Analog photography.
Through common use this term has come to mean anything that is "not digital" despite some amount of controversy that the use of film isn't a true "analog" process."
da wikipedia
http://en.wikipedia.org/wiki/Analog_photography
Commento # 16
di: inatna
pubblicato il 31 Luglio 2013, 20:29
Originariamente inviato da: lucaf
ho seri dubbi che sia corretto definire "segnale" il contenuto della stessa.
Mi sapresti dare una definizione di segnale, e il perche` secondo te non lo e`?
Originariamente inviato da: lucaf
"Analog photography.
Through common use this term has come to mean anything that is "not digital" despite some amount of controversy that the use of film isn't a true "analog" process."
da wikipedia
http://en.wikipedia.org/wiki/Analog_photography
Through common use this term has come to mean anything that is "not digital" despite some amount of controversy that the use of film isn't a true "analog" process."
da wikipedia
http://en.wikipedia.org/wiki/Analog_photography
Bada bene, che in teoria dei segnali per "analogico" non intendiamo "anything that is not digital", ma tutt'altro.
Commento # 17
di: Z80Fan
pubblicato il 31 Luglio 2013, 20:49
Originariamente inviato da: lucaf
"Analog photography.
Through common use this term has come to mean anything that is "not digital" despite some amount of controversy that the use of film isn't a true "analog" process."
da wikipedia
http://en.wikipedia.org/wiki/Analog_photography
Through common use this term has come to mean anything that is "not digital" despite some amount of controversy that the use of film isn't a true "analog" process."
da wikipedia
http://en.wikipedia.org/wiki/Analog_photography
Come tutte le volte che si cita Wikipedia, bisogna vedere le fonti che cita, e l'articolo citato dice esattamente che la pellicola è un supporto analogico.
Se vogliamo entrare nella "filosofia" della questione, nessun supporto di memorizzazione è digitale, ovvero non esiste "digitale" in natura; pure i segnali elettrici es. in un microprocessore non sono "digitali", perchè variano in continuità, ma l'informazione che portano è digitale (perchè il segnale è valido solo quando è tutto a Vdd o tutto a GND).
Detto questo (tutti i supporti sono analogici), come dice inatna, su una pellicola puoi registrare sia informazioni in modo analogico, sia in modo digitale, come avviene esattamente ad esempio sulle vecchie pellicole per film:
http://en.wikipedia.org/wiki/File:3...audio_macro.jpg
Le prime due tracce a sinistra sono audio digitale, mentre la terza è audio analogico (stereo).
Entrando ora nella fotografia, si dice che la pellicola fotografica è un "supporto analogico" perchè, [u]usata nell'applicazione di fotografia tradizionale[/u], memorizza un segnale analogico, ovvero la luminosità di ogni microscopico punto sulla superficie del fotogramma è memorizzata variando [u]con continuità[/u] le caratteristiche fisiche di quel punto di pellicola.
Se vuoi fare un paragone con le macchine digitali, non devi fare pellicola vs. sensore, ma devi fare pellicola vs. scheda di memoria, perchè è la pellicola il supporto di memorizzazione dell'immagine, e l'equivalente in una digitale non è il sensore (che fa parte dell'acquisizione), ma la SD (dove alla fine l'immagine rimane memorizzata).
È facile capire la confusione che uno potrebbe fare su questo punto, perchè la pellicola è particolare essendo sia sensore, sia supporto di memorizzazione (dove in una digitale sono due cose nettamente diverse, come già detto.)
Quindi è giustissimo affermare che la fotografia su pellicola è "analogica", perchè è un modo conciso per dire che dall'elaborazione (ovvero lo scatto della foto) si ottiene una rappresentazione analogica dell'immagine vista dall'ottica.
Allo stesso modo, la fotografia digitale è "digitale" perchè alla fine dell'elaborazione (scatto della foto) si ottiene una rappresentazione numerica (digitale) dell'immagine vista dall'ottica.
Se uno inventasse una macchina digitale, che però invece di memorizzare l'informazione digitale in una SD, la memorizzasse in una pellicola (come il segnale audio digitale dell'immagine prima), allora "fotografia su pellicola" sarebbe un termine ambiguo, perchè potrebbe riferirsi a "fotografia analogica su pellicola" oppure a "fotografia digitale su pellicola" (nota che l'aggettivo "analogico/digitale" si riferisce a "fotografia", non a "pellicola".
Poichè però un tale dispositivo non esiste (sarebbe poco pratico), allora è implicito che si parla sempre di "fotografia analogica su pellicola".
Commento # 18
di: Baboo85
pubblicato il 02 Agosto 2013, 16:08
Ho solo una domanda... Perche'...
E' come tornare alle cassette magnetiche (audio e video), ai floppy, alle schede perforate...
Ai pc grandi come una stanza, alle auto che inquinavano come la Cina, consumavano 18 litri per centimetro e facevano i 15 all'ora...
Io non voglio dire "vaffanc*lo al passato", pure io ho ancora il Commodore 64... Ma non l'ho comprato adesso, era gia' mio, e' in cantina da decenni... Male che vada ci ripenso per nostalgia, al massimo attacco l'emulatore per 5 minuti...
Diro' forse una frase del cavolo per molti, ma secondo me non lo e': perche' pagare per rivivere un passato? Tutta sta voglia di vintage, la moda... Perche'.
Siamo gia' abbastanza indietro col progresso tecnologico a causa dei vecchi pieni di soldi (no, non parlo solo dei nostri politici italiani, parlo di CHIUNQUE nel mondo), ci mancava solo gente che paga per utilizzare tecnologie vecchie di piu' di 20 anni...
Quanto costa una pellicola? Quante foto si fanno con un rullino? Quanto tempo e attenzione e soldi ci vogliono per sviluppare? E la qualita' della foto?
Davvero non capisco... Anche se uno e' appassionato, perche' tornare indietro cosi'...
E' come tornare alle cassette magnetiche (audio e video), ai floppy, alle schede perforate...
Ai pc grandi come una stanza, alle auto che inquinavano come la Cina, consumavano 18 litri per centimetro e facevano i 15 all'ora...
Io non voglio dire "vaffanc*lo al passato", pure io ho ancora il Commodore 64... Ma non l'ho comprato adesso, era gia' mio, e' in cantina da decenni... Male che vada ci ripenso per nostalgia, al massimo attacco l'emulatore per 5 minuti...
Diro' forse una frase del cavolo per molti, ma secondo me non lo e': perche' pagare per rivivere un passato? Tutta sta voglia di vintage, la moda... Perche'.
Siamo gia' abbastanza indietro col progresso tecnologico a causa dei vecchi pieni di soldi (no, non parlo solo dei nostri politici italiani, parlo di CHIUNQUE nel mondo), ci mancava solo gente che paga per utilizzare tecnologie vecchie di piu' di 20 anni...
Quanto costa una pellicola? Quante foto si fanno con un rullino? Quanto tempo e attenzione e soldi ci vogliono per sviluppare? E la qualita' della foto?
Davvero non capisco... Anche se uno e' appassionato, perche' tornare indietro cosi'...