Le regole dell'aria sono chiare e assegnano ai diversi velivoli (droni, ultraleggeri, aerei da turismo e voli commerciali) diverse zone in cui volare, localizzate in tre dimensioni in termini di coordinate geografiche e altezza sul livello del suolo. Non rispettarle è come andare con un TIR sulla ciclabile o imboccare un'autostrada in monopattino.
In Italia ogni aeroporto o campo di volo ha automaticamente un'ATZ di 5 chilometri intorno, dove non è possibile volare con i droni. All'interno della più ampia area del CTR degli aeroporti vigono restrizioni in termini di altezza e la stessa cosa vale se ci si trova sotto le rotte di decollo e atterraggio degli aerei, che sono chiaramente indicate nelle mappe ENAV. Regole simili sono in vigore anche all'estero e probabilmente sono state violate da chi ha creato ieri sera un allarme presso l'aeroporto di Gatwick, che serve Londra. In Gran Bretagna il limite di no-fly zone è posto a 1 chilometro dagli aeroporti
Diversi voli sono stati dirottati sul altri aeroporti e le piste sono state chiuse per l'avvistamento di due droni in volo alle 21:03 nella zona dell'aeroporto. Le piste sono rimaste chiuse per parecchie ore. Da un tweet dell'account dell'aeroporto si apprende che le piste sono state riaperte solo alle 3:01 di questa mattina, ma richiuse alle 3:45. I voli risultavano fino a poco fa ancora tutti sospesi. Alle 9.15 di questa mattina l'account twitter London Gatwick LGW informava ancora di 'ongoing drone activity around the airport'.
In rete molti commenti si sono soffermati sul fatto che sia strano che possano esserci stati in volo droni per così lungo tempo senza che fossero adottate contromisure o che i responsabili fossero stati individuati dalla Polizia. I più complottisti ipotizzano ci sia qualcos'altro in ballo e che quella dei droni sia solo una copertura. I responsabili dell'aeroporto hanno fatto sapere che la chiusura dell'aeroporto è stata così tanto prolungata per mettere al primo posto la sicurezza dei passeggeri.
L'aeroporto londinese era già stato protagonista di un episodio simile nel 2017. In quell'occasione era stato creato un video per rendere evidente il caos che si era creato nelle rotte aeree nei dintorni dello scalo.