Esclusivo! Abbiamo incontrato il CEO di Sigma alla Milano Design Week

Esclusivo! Abbiamo incontrato il CEO di Sigma alla Milano Design Week

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“Passando allo showroom Sigma alla Milano Design Week abbiamo avuto un incontro inaspettato: c'era anche il CEO Kazuto Yamaki, con il quale abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche battuta”

Presente per la prima volta con uno spazio espositivo indipendente all’interno della Milano Design Week, Sigma ha scelto di inserirsi in un contesto non convenzionale per un marchio di ottiche e fotocamere. L’obiettivo non era semplicemente mostrare i propri prodotti, ma posizionarsi come un’azienda capace di dialogare con un pubblico più ampio, interessato alla qualità, all’innovazione e alla visione culturale che si cela dietro un brand. Quella di Sigma è una partecipazione importante, che ha visto il marchio giapponese allestire un proprio showroom indipendente e non semplicemente un corner all'interno di qualche altro spazio.

CEO di Sigma Corporation - Kazuto Yamaki -

Testimone del 'peso' dell'iniziativa è la presenza del CEO di Sigma Corporation - Kazuto Yamaki - che ho avuto l'opportunità di incontrare all'interno dello showroom per un breve scambio di battute.

Perché un marchio come Sigma alla MDW?

L’idea di partecipare è nata tre anni fa, durante una visita informale del CEO all’evento milanese. Il flusso di persone, ma soprattutto il tipo di pubblico – competente, curioso, con uno sguardo aperto sulla contaminazione tra tecnologia e design – ha convinto la dirigenza che quello potesse essere il luogo giusto per raccontare una nuova fase dell’azienda. Una fase che passa attraverso un cambiamento visivo e strategico, senza però recidere i legami con la propria identità originaria.

Un nuovo linguaggio per valorizzare la qualità ingegneristica

La trasformazione di Sigma si riflette in un aggiornamento del logo, nella grafica del packaging e nella modalità con cui i prodotti vengono presentati. Ma non si tratta di un’operazione puramente estetica. Come mi ha spiegato il CEO, la scelta nasce dalla volontà di portare all’esterno il valore del lavoro tecnico che da sempre caratterizza l’azienda. I prodotti Sigma sono progettati e realizzati per raggiungere il massimo livello qualitativo, eppure – secondo l’analisi interna – mancava una comunicazione capace di trasmettere in modo immediato la cura e la competenza che si trovano dietro ogni ottica e fotocamera.

Sigma BF Milano Design Week

Il nuovo linguaggio visivo si ispira a codici vintage, in un richiamo diretto alla storia del marchio, ma lo fa con strumenti contemporanei, pensati per essere riconoscibili e coerenti nei diversi contesti internazionali in cui Sigma opera. È una strategia che non vuole imitare tendenze, ma creare una coerenza tra forma e contenuto, tra tecnologia e cultura industriale. Il momento era propizio anche per il recente lancio di Sigma BF, che rappresenta al meglio il nuovo approccio dell'azienda. La mirrorless punta a farsi notare per un design minimalista e per la qualità dei materiali ed effettivamente è stato un prodotto che ha riacceso i riflettori su Sigma.

La produzione resta in Giappone: una scelta controcorrente

Sigma Corporation History produzione giapponese

In un’epoca in cui la delocalizzazione è spesso vista come via obbligata per contenere i costi, Sigma ha deciso di seguire un’altra strada. Tutta la produzione resta in Giappone, e non si tratta solo di un orgoglio nazionale. È una scelta consapevole, radicata in una visione etica e industriale precisa: proteggere il tessuto produttivo locale e garantire un controllo totale sulla qualità. Il CEO ha ricordato come in molti casi, quando aziende giapponesi hanno spostato la produzione all’estero, il risultato sia stato una perdita netta di know-how interno e un impoverimento del capitale umano nazionale e dei posti di lavoro.

Per Sigma, azienda ancora a conduzione familiare, la difesa del lavoro giapponese non è un elemento retorico ma un pilastro su cui costruire il futuro. L’approccio artigianale alla produzione, unito alla capacità ingegneristica di altissimo livello, rappresenta non solo un valore identitario ma anche un vantaggio competitivo in un mercato sempre più attento alla qualità reale dei prodotti.

Le sfide globali e l'incognita geopolitica

Il contesto internazionale non è privo di difficoltà. Alla domanda sulle ripercussioni dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sui prodotti giapponesi, il CEO ha risposto con realismo: “Sicuramente sì, ci preoccupano molto.” Ma la linea dell’azienda resta improntata alla tenuta e alla visione di lungo periodo. “Un mandato presidenziale non è per sempre – ha osservato – e dobbiamo resistere, pur sapendo che nei prossimi due o tre anni le condizioni potrebbero rimanere sfavorevoli.

L’atteggiamento di Sigma di fronte a queste dinamiche non è di adattamento passivo, ma di consolidamento. La strategia è chiara: mantenere alta la qualità, restare coerenti con i propri valori produttivi, e costruire un’immagine aziendale che non dipenda esclusivamente dai trend tecnologici o dalle dinamiche di prezzo.

Un posizionamento che guarda oltre il mondo della fotografia

La presenza alla Milano Design Week non rappresenta una semplice operazione di branding. È un’indicazione precisa di dove Sigma vuole collocarsi nel panorama contemporaneo: non solo come marchio per fotografi, ma come azienda capace di innovare sul piano del linguaggio, del design e della visione tecnologica. Un messaggio rivolto non solo agli utenti professionali, ma anche a designer, architetti, creativi e appassionati di cultura visiva.

In un momento in cui la qualità tecnica rischia spesso di essere oscurata dal marketing aggressivo o dalle politiche di prezzo, Sigma sceglie di puntare sulla sostanza. E cerca nuovi modi per farla emergere, senza abbandonare la propria identità, ma anzi rilanciandola attraverso un racconto più attuale e riconoscibile, potendo contare anche su un CEO che - letteralmente - ci mette la faccia.


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