Con l'accesso agli strumenti di creazione di immagini che sfruttano l'intelligenza artificiale, il confine tra le foto scattate e quelle create si fa sempre più labile ed era facile attendersi l'emergere di profili 'truffaldini'.
Un fotografo autore di un profilo Instagram diventato virale negli ultimi tempi, si è 'pentito' e ha 'vuotato il sacco'. Il suo profilo Instagram è passato in pochi mesi da avere 12.000 follower nel mese di ottobre ai 26.700 attuali e il boom di utenti è coinciso con l'inizio della pubblicazione di immagini create dall'intelligenza artificiale sfruttando Midjourney. All'inizio a chi chiedeva lumi in merito al suo equipaggiamento dava pochi dettagli, arrivando al massimo a dire che utilizzava "a Nikon D810 with 24-70mm lens", ma ora l'autore ha svelato che dietro gli scatti non c'è nessuna fotocamera.
Jos Avery difende comunque in parte il suo lavoro, anche se ha sentito la necessità di rendere chiaro al mondo che i suoi ritratti non sono frutto di tecnica fotografica, ma di un utilizzo di AI e strumenti di editing. Dietro gli 'scatti' c'è infatti una grande lavoro, dapprima di selezione e poi di miglioramento delle immagini.
Molti progetti avviati alla fine non hanno portato a nulla e - in media - l'autore ha portato a casa una buona immagine di partenza dopo 85 generate, spesso con lavori iniziati e piantati a metà in quanto i risultati non andavano nella direzione sperata. In totale ha creato più di 13.000 immagini per arrivare a circa 160 post su Instagram.
Dopo la selezione delle immagini c'è stato poi un lavoro di fino di miglioramento di ognuna di esse, sfruttando Adobe Photoshop e Lightroom, al pari di quello che accade con le fotografie 'vere'. In alcuni casi, poi, per arrivare al risultato finale, l'autore che combinato diverse immagini, prendendo il meglio da ognuna di esse.
Una nota, nell'immagine che abbiamo incluso in questa notizia trovate una porzione del profilo Instagram di Jos Avery e... una foto dell'autore che abbiamo fatto immaginare da Midjourney.