APS (Advanced Photo System) è uno di quegli esempi di tempismo imperfetto. Giunto sul mercato agli albori della fotografia digitale, questo formato di pellicola avanzata non ha mai trovato il giusto spunto per decollare. Si trattava di un sistema multiformato, in cui era possibile scegliere il rapporto d'aspetto da utilizzare per le proprie foto tra il classico 3:2, il poi affermatosi nel mondo del video 16:9 e il panoramico 3:1.
Tra le caratteristiche molto avanzate del sistema spicca la possibilità di registrare per via magnetica o ottica sulla pellicola anche dati come il tempo di posa, il diaframma, oltre che data e ora dello scatto. Il sistema era stato presentato come una novità avveniristica, ed è in tanti aspetti il precursore del digitale, ma complice il più elevato costo di pellicole, sviluppo e fotocamere, e l'avvento del digitale stesso è presto stato relegato in una piccola nicchia.
Nicchia che in questi giorni vede un ulteriore duro colpo: dopo la cessazione della produzione di pellicole APS da parte di Kodak diverso tempo fa, ora è il turno del concorrente di sempre del colosso di Rochester, Fujifilm.
Anche la casa giapponese ha deciso di dismettere la produzione delle pellicole APS, dando probabilmente il colpo di grazia al sistema. Sistema che ci lascia però un'eredità importante: formato APS delle pellicole da 24mm è quello che poi ha ispirato l'ormai ultra consolidato formato APS-C dei sensori digitali.