Le compatte con sensore di grandi dimensioni e ottica fissa rappresentano una categoria che non passa mai di moda e tutto l'hype attorno al lancio della nuova Fujifilm X100VI non ha fatto che confermarlo.
Fujifilm X100VI: qualità tascabile
Tutto questo hype è giustificato? Ho voluto provare la macchina per qualche giorno per cercare di dare una risposta a questa domanda e... mi sono davvero divertito. In particolare il fatto di avere un sensore APS-C e non full frame rende X100 Mark VI davvero tascabile e i tecnici Fujifilm hanno fatto un lavoro di cesello per inserire su quest'ultimo modello anche la stabilizzazione sul sensore, senza modificarne di fatto gli ingombri. Non è tanto una questione di dimensioni del sensore stesso, ma dell'ottica che serve per proiettare su esso un'immagine in grado di coprirlo tutto.
Rispetto a una fotocamera (che amo altrettanto) come Leica Q3, Fujifilm X100 VI è davvero piccola, in grado di entrare in tasca e di essere sempre pronta allo scatto, quasi come uno smartphone.
In più il passaggio al più recente sensore di casa Fujifilm ha portato diversi vantaggi: maggiore risoluzione, raffica più veloce e video fino al formato 4K/60p e 6,2K/30p. X100VI rimane fedele alla compattissima ottica 23mm F2, da 35mm equivalenti.
Come dicevamo il sensore è il nuovo X-Trans CMOS 5 HR da 40 megapixel, che ha debuttato su X-H2 e che al momento fa registrare i più elevati valori di dettaglio tra le APS-C (per tutti i dati trovare l'analisi tecnica sulle pagine di fotografidigitali.it).
La maggiore risoluzione rende anche davvero utilizzabile la funzione teleconverter, che effettua un crop (1,4x o 2x) e rende la focale equivalente pari a 50mm e 70mm, con risoluzione rispettivamente di circa 20 e 10 megapixel. Soprattutto nel caso del 50mm la riduzione di risoluzione è più che accettabile. La risoluzione finale è, infatti, maggiore di quella ottenibile delle vecchie Fujifilm da 16 megapixel e in più scattando in JPEG+RAW si ha sempre a disposizione lo scatto originale a 40 megapixel non croppato.
La parte più divertente di X100VI, che in realtà è comune a tutte le altre Fujifilm X Series e GFX, solo in formato maggiormente tascabile, è la possibilità di giocare molto con la personalizzazione dei profili colore.
Non solo simulazioni Fuji: con le ricette si può ricreare praticamente qualsiasi pellicola
Tutti conoscete certamente le simulazioni pellicola di casa Fujifilm (nel link trovate un corposo articolo in cui le spieghiamo una per una con esempi fotografici e analisi cromatica per ognuna di esse), marchio di fabbrica fin dai primi modelli e che personalmente ai tempi di X-E2 mi avevano convinto a passare a Fuji per la mia macchina personale. Negli anni il numero delle simulazioni è cresciuto e oggi sono ben 12, a cui si aggiungono i profili bianco e nero e seppia.
Non si è costretti però ad accontentarsi della resa delle simulazioni pellicola come pensate da Fujifilm, in quanto le fotocamere mettono a disposizione la personalizzazione di molti parametri. Esistono in rete diverse 'ricette' che - a partire da una certa simulazione pellicola Fuji - imitano la resa di pellicole storiche. Ne trovate una serie molto interessante su 'Fuji X Weekly'.
Fujifilm X100VI: con le ricette il divertimento è assicurato
Si trovano così le simulazioni Fujifilm Superia, Ektachrome, Kodak Portra, Kodachrome, Kodak Gold 200, T-Max 3200, che restituiscono immagini molto caratterizzate sul fronte della resa cromatica e del contrasto.
In alcuni casi la ricetta fa bloccare su un certo valore anche il bilanciamento del bianco, una cosa a cui non avevo - francamente - mai pensato, ma che effettivamente avvicina molto di più l'esperienza di scatto a quella a pellicola, quando non si poteva intervenire così facilmente sul bilanciamento del bianco in fase di scatto come avviene oggi. La 'tinta' delle foto rimane quindi sempre la stessa, con il risultato di avere molta più continuità - ad esempio - tra notte e giorno, senza quell'esperienza di bianco sempre neutralizzato a cui ci hanno abituato le fotocamere digitali.
Gallery non attiva
Le ricette possono essere memorizzate nei profili personalizzati, che su X100VI sono ben sette. I profili personalizzati possono essere modificati anche nel nome, per avere subito al colpo d'occhio quello che si cerca nella lista.
Inoltre un piccolo trucco è quello di cambiare la destinazione d'uso di uno dei pulsanti per mettere a rapida portata di mano la lista dei profili. Combinando a questa la possibilità di avere la modifica della simulazione pellicola veloce con la ghiera frontale, le possibilità creative sono davvero tante.
C'è poi un particolare interessante: utilizzando il software proprietario X RAW Studio è possibile sfruttare le ricette anche nello sviluppo da PC, ritrovando le impostazioni di base così come personalizzate sulla fotocamera. Il software sviluppa esattamente come la fotocamera, visto che sfrutta il suo processore per l'elaborazione delle immagini. Rispetto a soluzioni in cui a volte è difficile ricreare in fase di sviluppo esattamente lo stesso profilo che si è impostato in macchina, questo è un vantaggio interessante.
Le ricette, unite alla tascabilità di X100VI, mi hanno fatto riscoprire il piacere della street photography e questa piccola compatta con sensore di grandi dimensioni è davvero una delle fotocamere che più mi ha fatto divertire in questi ultimi mesi.