Hasselblad ha presentato recentemente una nuova mirrorless medio formato, ma il marchio (ora di proprietà di DJI) guarda anche al suo passato. Esattamente a 50 anni fa. Si tratta però di una ricorrenza unica: lo sbarco sulla Luna che è stato accompagnato anche dalle fotografie scattate con macchine del brand svedese.
Ora il marchio vuole ricordare quel grande successo raccontando quello che è stato il frutto della collaborazione tra NASA e Hasselblad. Il produttore ha raccontato come la partnership con la NASA iniziò sette anni prima della missione Apollo 11, nel 1962, quando ancora il programma sperimentale si chiamava Mercury.
Hasselblad: da Mercury ad Apollo, sulla Luna
A suggerire alla NASA di utilizzare una fotocamera Hasselblad fu Walter "Wally" Schirra (già possessore del modello 500C). Grazie a quel prezioso aiuto, furono acquistate alcune 500C a cui vennero rimossi alcuni componenti "inutili" (e pesanti) nello Spazio come rivestimento in pelle, otturatore ausiliario, specchio e mirino.
Per migliorare l'autonomia operativa in termini di fotografie scattabili, fu realizzato un nuovo caricatore da 70 pose (solitamente invece erano 12). Ultimo tocco fu una colorazione scura esteriore per ridurre riflessi. Con la missione Mercury 8 a Ottobre del 1962 fu proprio Schirra a collaudare questa soluzione. In tutto furono fatte sei orbite intorno alla Terra catturando immagini sorprendentemente buone.
Dopo questa prima prova toccò al programma Apollo essere dotato di fotocamere Hasselblad in vista dello sbarco sulla Luna. In questo caso fu impiegata una Hasselblad 500EL con obiettivo Zeiss Biogon da 60 mm f/5.6 con pellicola da 70 mm realizzata da Kodak con una formulazione ad hoc (e in grado di immagazzinare 200 pose) e colorata con argento per cercare di contenere lo sbalzo termico (compreso tra -65°C e 120°C). Per l'utilizzo all'interno del modulo Eagle fu invece impiegata una Hasselblad 500EL con obiettivo Zeiss Planar 80mm f/2.8.
Una curiosità è che Neil Armstrong non vedeva quello che inquadrava in quanto la fotocamera era sistemata sul petto. Ed è per questo che se si guardano le fotografie originali si notano inquadrature "sbagliate" o imprecise. Ma era anche la prima volta che un essere umano fotografava qualcosa sulla Luna.
Prima di ripartire, sia la prima missione lunare che le successive hanno lasciato le fotocamere Hasselblad e gli accessori sul suolo del nostro satellite (così da risparmiare peso), ovviamente dopo aver rimosso i caricatori. Attualmente si contano 12 corpi macchina lasciati sulla Luna.
Dopo la fine del programma Apollo le fotocamere furono impiegate anche sugli Shuttle, aggiornando parte del design e della componentistica interna per rendere più semplici da utilizzare.