Sony ha sviluppato un nuovo concetto di sensore, battezzato APCS (Active Pixel Color Sampling), il cui scopo è superare i limiti del filtri di Bayer, che come noto è il filtro RGB posto sopra i sensori tradizionali, grazie al quale la fotocamera interpola le informazioni cromatiche.
Il difetto del filtro di Bayer è dato dal fatto che, essendo fisso, fa corrispondere a ciascun pixel del sensore sottostante uno solo dei tre colori fondamentali (in ciascuna cella elementare di 4 pixel sono presenti due elementi verdi, uno rosso e uno blu). L'informazione mancante, ad esempio la luminosità del rosso sotto un pixel verde, viene dedotta dagli elementi rossi adiacenti, con un'operazione detta demosaicizzazione.
Struttura del sensore Sony APCS. Fonte: Mirrorless Rumors.
Il tentativo di superare tale limite non è certo nuovo. Molti conoscono, ad esempio, la tecnologia Foveon. L'approccio Sony, però, è diverso: il filtro di Bayer è comunque presente, e sotto di esso si trova ancora un sensore tradizionale, ma tale filtro è mobile. Muovendo il filtro di un pixel a ogni posa e registrando tre pose consecutive, che vengono poi elaborate per costruire l'immagine finale, si ottiene un risultato facilmente intuibile: ogni pixel contiene il 100% delle informazioni cromatiche.
Pare che questi nuovi sensori abbiano una sensibilità nativa (cioè la sensibilità in corrispondenza della maggiore gamma dinamica) estremamente elevata: 5120 ISO con una gamma dinamica di oltre 21 EV (circa 128 dB). La A7S, per la cronaca, arriva a 15 EV.
Un possibile utilizzo di questa tecnologia è la ripresa video ad alta velocità. Il limite massimo è infatti di ben 36.000 fps @ 720p, o 8.000 fps @ 2048x2160. Si capisce quindi il motivo per cui si ipotizza un primo utilizzo all'interno di videocamere. La sua caratteristica di offrire elevata sensibilità ed elevata gamma dinamica in un fattore di forma compatto lascia comunque ipotizzare anche un possibile impiego all'interno di smartphone e, perché no, in una futura generazione di fotocamere Alfa.
L'incognita è per ora rappresentata dai possibili effetti collaterali che la tripla esposizione può avere sui soggetti in movimento, ma va sottolineato come lo spostamento richieda un tempo che è un ordine di grandezza inferiore al più breve tempo di scatto oggi comunemente disponibile, e come tale spostamento non debba necessariamente essere effettuato: non è infatti impossibile ipotizzare per questi sensori una doppia modalità di lettura, APCS e tradizionale. La tecnologia appare dunque estremamente interessante.