Il cambiamento dei termini d'uso, che apriva la strada alla possibilità per Instagram di vendere le foto degli utenti, ha suscitato un vero e proprio vespaio, tanto da richiedere una frettolosa marcia indietro, con tanto di blog del co-fondatore Kevin Systrom. Nella pagina Systrom si scusava per i termini, definiti fuorvianti, che aprivano la porta alla vendita delle immagini, sottolineando che l'intento di Instagram era quello di porre le basi per nuove forme di pubblicità e che non c'è mai stata la volontà di mettere in vendita le foto degli utenti.
Il co-fondatore di Instagram Kevin Systrom
Le scuse non hanno convinto tutti e noi facciamo parte della schiera: possibile che un colosso del calibro di Facebook (che possiede da mesi Instagram) faccia uno scivolone sui termini legali? In ogni caso il passo falso di Instagram ha determinato da un lato una fuga da Instagram da parte di quegli utenti che ancora temono che il servizio possa impadronirsi delle proprie foto, dall'altro scatenato la rabbia di un buon numero di utenti. Come spesso accade questi ultimi si sono organizzati e, a San Francisco, hanno messo in piedi una class action nei confronti di Facebook. Pur essendo scomparso l'accenno alla vendita delle foto ci sono due punti su cui gli utenti hanno intenzione di lottare. Uno è la possibilità di far apparire annunci assieme ai contenuti degli utenti, l'altro, ben più profondo è l'introduzione della clausola compromissoria nei termini d'uso.
La presenza della clausola compromissioria all'interno di un contratto obbliga le parti a risolvere eventuali controversie tramite arbitrato, rinunciando quindi ad azioni legali tramite la giustizia ordinaria: con l'introduzione a metà gennaio dei nuovi termini d'utilizzo, ad esempio, una class action non sarebbe più possibile. Il portavoce di Facebook Andrew Noyes ritiene che il reclamo non abbia una base solida e ha annunciato che la società darà strenua battaglia contro di esso.
Se appartenete alla prima categoria, ossia degli utenti che hanno deciso di fuggire dal servizio dovete comunque prestare attenzione a un punto: la proprietà intellettuale delle immagini che avete postato sul social network un volta che avete cancellato il vostro profilo. I nuovi termini d'utilizzo infatti in merito non sono chiarissimi e lasciano adito a diverse interpretazioni.
L'altro fatto è sicuramente il riuscire a conservare i propri ricordi anche una volta cancellato il proprio account: dopo l'annuncio del cambiamento delle regole da parte di Instagram in molti sono corsi a fare il back-up delle proprie foto. Avevamo già segnalato tempo fa il servizio Instaport, una web-app che crea uno zip di tutti i propri scatti di Instagram. Su IFTTT c'è invece una serie di servizi che permette di inviare tutte le foto memorizzate su Instagram a un altro servizio come Dropbox, Google Drive o Evernote, mentre Free Instagram Downloader è un programma che dà la possibilità di scaricare sul proprio PC tutte le foto pubbliche di un account, anche se non è il vostro.