Kodak non è ancora riuscita a uscire dal suo periodo nero. Iniziato negli ultimi mesi del 2011 il momento buio del colosso di Rochester è poi culminato nella bancarotta dello storico marchio della fotografia fondato da George Eastman. Il periodo di amministrazione controllata seguito alla dichiarazione della bancarotta nei termini del Chapter 11 della legge fallimentare statunitense ha visto Kodak combattere per rimanere a galla e ripianare il bilancio.
Situazione finanziaria che però continua a essere pesantemente in rosso: l'ultimo quarto dell'anno ha visto Kodak ascrivere a bilancio una perdita di 402 milioni di dollari. Il periodo conferma il trend negativo dei quelli precendenti, con l'anno fiscale 2012 che si è chiuso con un buco di 1,38 miliardi di dollari, praticamente il doppio di quello che alal fine del 2011 aveva portato al calo di fiducia degli investitori e alla estrema decisione di ricorrere alla protezione della bancarotta. In questo panorama anche la vendita del portafoglio brevetti Kodak, approvata dal giudice che sovraintende alle operazioni di amministrazione controllata, rappresenta una piccola toppa, soprattutto considerato il fatto che inizialmente il colosso di Rochester aveva stimato di ottenere praticamente il doppio dall'asta delle sue proprietà intellettuali legati all'imaging, comprese alcune che fanno molto gola a chi opera nel campo dell'imaging digitale, legato alle fotocamere, ma anche al redditizio mercato di smartphone e cellulari.
Nonostante il colore rosso sia quello che predomina nei bilanci Kodak il CEO, Antonio M. Perez, rimane ottimista e ha dichiarato alla stampa che i risultati sono in linea se non migliori di quanto previsto e che, sebbene con un po' di ritardo, conta di far uscire l'azienda dall'amministrazione controllata entro l'estate 2013. Tra i motivi che fanno ben sperare Perez c'è il fatto che la vendita dei brevetti ha dato via libera a un pacchetto di finanziamenti da 830 milioni di dollari che darà respiro alla compagnia. Kodak con i nuovi liquidi continuerà a focalizzarsi su quello che ritiene essere il core-business per il suo futuro la stampa digitale, in particolare nei segmenti commercial printing e packaging.