Sono passati quasi 10 mesi dall'incidente sugli sci di Michael Schumacher: il pilota tedesco è rimasto in coma per mesi dopo una caduta mentre stava sciando. Si è parlato molto della dinamica dell'incidente e tutte le ricostruzioni sono concordi nel dire che non è stata la velocità la causa dei gravi danni al cervello del pilota, visto che Schumacher procedeva a bassa andatura, ma l'impatto del capo su una roccia.
Negli ultimi giorni è emerso un particolare che ha riportato il caso alle cronache, visto che direttamente il figlio dell'ex pilota Ferrari ha addossato buona parte della colpa delle gravi lesioni all'action camera che Michael Schumacher aveva fissato sul suo casco. Proprio l'asticella di fissaggio potrebbe essere stata quella che ha sfondato l'elmetto e poi colpito il cranio del tedesco. Come riportato anche da PetaPixel: “The problem for Michael was not the hit, but the mounting of the GoPro camera that he had on his helmet that injured his brain”.
Questa affermazione ha fatto nascere in rete un dibattito sulla sicurezza delle action camera e dei sistemi di montaggio, in particolare quelli che vanno ad interferire coi sistemi di sicurezza, come il casco. Il caso di Schumacher dimostra come in circostanze molto sfortunate una semplice staffa di montaggio possa creare nel casco un punto di estrema fragilità, vanificando il suo utilizzo.