Si chiama Dragonfly, ed è un'innovativa matrice multi-obiettivo progettata dall'università di Toronto per l'osservazione astronomica di corpi celesti di luminosità ultra-bassa (ad esempio, i dettagli della complessa struttura che circonda le galassie).
Il suo scopo è provare una teoria cosmologica detta "bottom up", secondo cui l'universo si consolida con il meccanismo dalla fusione di piccole galassie in galassie più grandi. Simili fusioni lasciano tracce sottoforma di deboli "code" luminose e, se questa teoria fosse esatta, dovremmo poter osservare molte di queste tracce. Sfortunatamente, nemmeno i più avanzati telescopi odierni riescono a mostrarle, dato che le immagini catturate contengono riflessi e luce diffusa sufficienti a nasconderle. Anche i telescopi più avanzati, insomma soffrono di ghost e flare.
Ecco dove entra in gioco Dragonfly, che utilizza un array di 10 obiettivi Canon EF 400mm con copertura SWC (Subwavelength Structure Coating ) per ridurre al minimo la luce diffusa e le riflessioni interne all'interno delle sue ottiche.
La copertura SWC è già, di per sé un argomento piuttosto interessante. Partendo dal presupposto che le riflessioni sono causate principalmente dal brusco salto che si osserva nell'indice di rifrazione all'interfaccia aria-obiettivo, Canon ha sviluppato nel 2008 per il suo EF24mm f/1.4L II una copertura non uniforme ma costituita da innumerevoli "picchi" e "valli", di altezza omogenea e dimensioni inferiori alla lunghezza d'onda della luce visibile (da circa 400 a circa 700 nm). Questa copertura, utilizzata ovviamente sulla lente frontale, modifica in modo progressivo l'indice di rifrazione all'interfaccia aria-lente, riducendo i riflessi.
Pensata soprattutto per obiettivi con lenti frontali dalla curvatura pronunciata, dove i vantaggi di una buona copertura antiriflesso sono più evidenti, la tecnologia SWC viene oggi impiegata anche in altre ottiche, non necessariamente grandangolari, come appunto il 400mm scelto dall'università di Toronto.
I riflessi residui vengono poi ulteriormente ridotti da Dragonfly grazie a metodi di elaborazione del segnale, lavorando sulle 10 immagini che equivalgono, complessivamente, a un "compound eye" ispirato a quello delle libellule. Dragonfly è attivo dal 2013 presso la struttura di hosting New Mexico Skies.