Un bocciolo di rosa che si schiude e poi appassisce, il sole che percorre il suo moto apparente dall'alba al tramonto, il brulicare delle automobili ad un incrocio congestionato: eventi che occupano uno spazio temporale relativamente esteso possono essere compressi in pochi secondi grazie alla ben nota tecnica del Time-Lapse, cioè lo scatto di numerose fotografie del medesimo soggetto ad intervalli ben precisi nel corso del tempo.
Questo permette di avere una visione d'insieme di eventi che difficilmente possono essere apprezzabili nella loro durata e complessità, ottenendo sia suggestivi e spettacolari video artistici, sia validi ausili a studi scientifici di maggior levatura rispetto al puro piacere per gli occhi.
Applicando lo stesso principio di fondo, un gruppo di ricercatori dell''University of Washington in collaborazione con Google ha cercato di immaginare come realizzare piccoli filmati time-lapse utilizzando come immagini sorgente scatti individuati sul web. I ricercatori sono andati a scandagliare il web alla ricerca di fotografe dello stesso soggetto, allineandole in ordine cronologico. Si tratta, di fatto, di un time-lapse "crowdsourced" che può mostrare come varie zone del mondo cambiano nel corso degli anni: dalle skyline delle metropoli fino alle trasformazioni dei paesaggi naturali.
I ricercatori hanno recuperato qualcosa come 86 milioni di foto dal web, poi catalogate accuratamente a seconda della località geografica in cui sono state scattate. Con un'opportuna serie di elaborazioni, essenziali per stabilizzare le immagini, far corrispondere esattamente le inquadrature e compensare i cambiamenti di luce, hanno poi realizzato un insieme di oltre 10 mila video timelapse che mostrano come il volto del nostro pianeta sia mutato nel corso degli anni.
"I time-lapse che abbiamo realizzato possono creare un nuovo paradigma per visualizzare i cambiamenti globali. Con un numero sempre maggiore di foto disponibili online, i mined time-lapse visualizzeranno anche periodi di tempo più ampi, mostrando cambiamenti più incisivi" scrivono i ricercatori.