La spinosa questione dei droni fa discutere da tempo. Se da una parte costituiscono un'opportunità mai vista prima per documentare dall'alto attraverso foto e video, dall'altra hanno creato e creano ben più di una preoccupazione sul fronte della sicurezza. Non stiamo parlando di terrorismo o almeno non solo di quello, ma soprattutto di un utilizzo sconsiderato che può mettere in pericolo velivoli e persone in determinate zone.
La legislazione USA si è aggiornata ulteriormente in fatto di droni proprio il mese scorso (fonte DPReview), dando di fatto nuovi poteri a 135 installazioni militari presenti sul territorio in prossimità di aeroporti e installazioni militari. Di fatto è un via libera, senza se e ma, a sequestrare o abbattere direttamente tutti i droni che si trovano a sorvolare le no fly zone, a discrezione del comando.
Sono in pochi ma buoni però ad aver mosso qualche critica, cercando di instaurare un dialogo con le autorità per venire incontro ad esigenze specifiche che non sono certo quelle del balordo o dello stupido di turno. Un esempio viene dall'installazione militare con missili balistici chiamata Minot Air Force Base nel Nord Dakota, circondata da coltivazioni e allevamenti che sono tenuti sotto sorveglianza tramite drone dai rispettivi proprietari.
In questo caso l'uso del drone è non solo legittimo ma indispensabile per tenere sotto controllo mandrie e raccolti con una spesa minima, e sicuramente il pragmatismo USA prevarrà con eccezioni dettate dalla logica e dal buonsenso. Il messaggio resta comunque chiaro: chiunque sorvoli una zona non autorizzata sa cosa potrebbe succedere non solo al proprio drone ma anche a lui stesso, poiché c'è in ballo anche il carcere.