Abbiamo recentemente pubblicato la recensione della Leica CL, testata per l'occasione con il grandangolare Elmarit-TL 1:2.8/18 ASPH. Un obiettivo che, in virtù della focale (27mm equivalenti nel formato 35mm) e della notevole compattezza, si accompagna perfettamente alla CL, formando un duo molto discreto – ne abbiamo infatti apprezzato le doti come coppia ideale per street / reportage.
Come tutti gli obiettivi di questa famiglia, è anche molto nitido, ma non tanto quanto il Summilux-TL 1:1.4/35 ASPH, che all'interno del sistema TL si pone come punto di riferimento in termini di puro potere risolvente. Avendo recentemente avuto disponibilità del 35mm, abbiamo allora voluto eseguire nuovamente i test di risoluzione per aggiungere qualche ulteriore informazione alla recensione originale.
In effetti, il vantaggio assicurato dal 35mm in termini di nitidezza è tangibile: a fronte di circa 3400 LW/PH ottenute con il 18mm, già di tutto rispetto, il 35mm ha consentito alla Leica CL di arrivare a circa 3900 LW/PH normalizzate, vale a dire un valore tremendamente vicino al limite teorico del sensore (0,493 cicli/pixel a fronte di un massimo teorico pari a 0,5 cicli/pixel).
Le valutazioni già espresse all'interno della recensione originaria risultano dunque ancora più vere – in termini di pura nitidezza, la Leica CL compete ad armi pari, anzi spesso supera, le Full Frame di risoluzione equivalente o leggermente superiore.
Il limite di comparsa degli artefatti (alias) è ancora superiore, al punto da non essere assolutamente più rilevabile all'interno delle immagini quotidiane. Del resto, era già molto elevato anche con il 18mm.
Elmarit-TL 1:2.8/18 ASPH
Summilux-TL 1:1.4/35 ASPH
Una differenza tangibile è invece emersa in termini di lavorazione del RAW, che nel caso del 18mm richiedeva un'elaborazione più spinta; nel caso del 35mm, più inciso, lo sviluppo ottimale in LR richiede invece solo un piccolo incremento del fattore di nitidezza (nel nostro caso, dal valore 40 di default a 45).
Elmarit-TL 1:2.8/18 ASPH
Summilux-TL 1:1.4/35 ASPH
Che cosa significhino queste cifre nel mondo reale lo si può apprezzare facilmente da alcuni particolari del nostro still-life che, essendo estratti da posizioni decentrate (vedi riquadri), amplificano le differenze tra i due obiettivi (il 18mm soffre decisamente di più avvicinandosi ai bordi dell'immagine).
Ogni altra figura di merito, quindi ogni altra considerazione relativa alla fotocamera rimane ovviamente invariata. Avendo a disposizione il Summilux-TL 1:1.4/35 ASPH abbiamo però voluto esaminare più in dettaglio il comportamento di quest'ottica sulla CL, che alla prova dei fatti è risultata essere davvero notevole.
Facendo riferimento ai punteggi MTF normalizzati (barre blu) del grafico relativo al centro immagine, possiamo notare innanzitutto come quest'ottica sia estremamente incisa già a tutta apertura, e arrivi sempre a garantire almeno 3000 LW/PH tra f/1.4 e f/8. Ancora a f/11, quota 3000 è veramente a un soffio. Solo a f/16 gli effetti della diffrazione si fanno sentire con maggiore incisività.
Lo "sweet spot" di questo obiettivo è f/2.8, un valore decisamente basso che ne esalta le possibilità di lavoro ad elevate aperture, ma in effetti tra f/2 e f/5.6 le differenze sono davvero minime. Interessante, in questo senso, la chiave di lettura dell'undersharpening, misurato ottimizzando la resa del file migliore (in questo caso, quello a f/2.8, che corrisponde a un undersharpening pari a 0) e quindi sviluppando con gli stessi parametri ogni altro scatto.
Ai bordi, la nitidezza è ovviamente inferiore, ma il dato normalizzato è piuttosto costante a ogni valore di diaframma e sempre superiore a 2000 LW/PH, indice della possibilità ottenere anche ai bordi buona incisività previa elaborazione più marcata del RAW.
L'aberrazione cromatica laterale, infine, sempre contenuta entro la soglia del singolo pixel, si riduce a valori insignificanti a partire da f/2.8.