I droni rappresentano una svolta importante per diversi settori, da quello dell'intrattenimento a quello della fotografia/videomaking per raccontare con le immagini eventi particolari. Recentemente DJI ha presentato il nuovo Mini 3 Pro che rappresenta un modello avanzato ma compatto mentre il futuro potrebbe essere legato alla tecnologia Neural-Fly che sta venendo sviluppata alla CalTech.
Grazie all'Intelligenza Artificiale potrebbe essere possibile far volare droni anche in condizioni attualmente difficili (o potenzialmente pericolose) a causa del vento. Questo è importante già da ora con le soluzioni che conosciamo, ma potrebbe esserlo ancora di più se l'utilizzo di questi dispositivi verrà ampliato al trasporto di merci o a quello delle persone.
Grazie all'AI sarà possibile far volare i droni con il vento
Secondo quanto riportato negli scorsi giorni, al California Institute of Technology si sta pensando a un sistema (attualmente in fase prototipale) per riuscire a far capire al drone da dove proviene il vento, con quale forza e adattare così le condizioni di volo.
Il tutto si basa sull'Intelligenza Artificiale e in particolare su una deep neural network (Neural-Fly). Un software sviluppato ad hoc per l'occasione, poi installato su un quadricottero di prova, ha permesso di volare con venti fino a 44 km/h anche attraverso ostacoli (all'interno di una galleria del vento) e con vento più moderato all'aperto con monitoraggio via GPS. Il primo passo è stato l'addestramento della rete neurale, avvenuto con 12 minuti di volo, secondo i ricercatori.
Per raccogliere i dati, prima del test vero e proprio, il drone è stato fatto volare nella galleria del vento con sei differenti velocità del flusso d'aria fino a un massimo di 22 km/h (inferiore a quella raggiunta durante i test veri e propri). Grazie all'elaborazione software (si possono trovare alcune informazioni anche su GitHub) è stato quindi possibile insegnare al drone cosa significa volare quando il vento ha una determinata forza e come ne modifica la traiettoria di conseguenza.
Per l'esecuzione dei calcoli della rete neurale è stato impiegato un semplice Raspberry Pi che fornisce una potenza relativamente modesta ma sufficiente per l'occasione. Il professore Soon-Jo Chung (co-autore dello studio) ha anche aggiunto che un aspetto interessante del sistema è il suo "controllo adattivo" che riesce a rispondere adeguatamente alla tipologia di flusso che colpisce il quadricottero.
Come scritto in apertura, gli stessi autori dello studio non guardano direttamente al mercato dei droni di piccole dimensioni quanto piuttosto alle automobili volanti o agli aerotaxi dove i requisiti di sicurezza saranno ancora più elevati. Come scritto, questa è solo una dimostrazione di una futura tecnologia. Molto è ancora da fare e sviluppare ma considerando l'interesse che circonda questi dispositivi e le future implicazioni, ogni nuovo passo avanti è positivo.
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