La diffusione dei droni dotati di videocamera è stato un fenomeno davvero repentino, tanto che le legislazioni si sono trovate a rincorrere il settore, a volte con regolamenti dai contorni discutibili. L'Italia ha scelto la strada della 'patente': dal 30 aprile 2014 l’ENAC ha regolamentato il settore stabilendo che per utilizzare i droni (APR, aeromobili a pilotaggio remoto) in ambito civile e commerciale è necessario dimostrare di conoscere le Regole dell’Aria. Le Regole dell’Aria devono essere acquisite frequentando un corso teorico presso un’organizzazione di addestramento riconosciuta.
Negli USA è la FAA (Federal Aviation Administration) a regolamentare la materia e ha - ad esempio - stabilito il divieto di far volare droni nell'area di Washington DC, vista l'importanza del suo spazio aereo data soprattutto la presenza della Casa Bianca. Il divieto è stato infranto l'altro giorno da un dipendente governativo che - alle 3 del mattino - ha fatto volare il suo drone nelle vicinanze proprio della residenza presidenziale, perdendone il controllo e facendolo schiantare al suolo all'interno dei suoi confini. L'accaduto, che alcune fonti riconducono all'aver troppo alzato il gomito da parte del malcapitato pilota, ha creato parecchio scompiglio, soprattutto per la facilità con cui un semplice drone è riuscito a superare senza essere notato dall'apposito sistema radar lo spazio aereo della casa di Obama.
Dopo l'accaduto si è mosso direttamente il produttore del drone in questione, DJI, per impedire che fatti simili possano accadere in futuro: un aggiornamento firmware per i modelli Phantom obbligatorio creerà una vera e propria 'no fly zone' con un raggio di 15,5 miglia dal centro di Washington DC: all'interno di questa zona risulterà impossibile far alzare in volo il proprio drone. Al momento pare che i modelli Inspire 1 e Spreadwings non siano interessati dall'aggiornamento.
L'azienda non è nuova a questo tipo di misure: gli esemplari venduti in Cina integrano una simile funzionalità che impedisce di operare il drone in alcune zone sensibili della città di Pechino.